Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
LA COPPA RITROVA UNA NUOVA ITALIA
Max Carca ha preso il settore maschile: «Un top team con tante punte Gli atleti hanno contribuito alle spese? Hanno investito su loro stessi»
Alla madrepatria non si può mai dire di no. Però, per sua stessa ammissione, Max Carca non aveva mai pensato di tornare così in fretta in Italia. Invece, dopo due anni alla guida del settore maschile canadese con ottimi risultati (su tutti il sorprendente argento di Dustin Cook nel superG mondiale di febbraio), la Fisi ha proposto al quarantatreenne tecnico piemontese le redini del contingente maschile azzurro e lui ha subito risposto affermativamente.
Una figura che mancava alla squadra italiana nella stagione passata, condita da una buona campagna in Coppa del Mondo con 3 vittorie e 16 podi complessivi racimolati dagli sciatori nostrani, ma poi ottenebrata da un Mondiale fallimentare con un pesante zero alla voce medaglie. Un bilancio in rosso che ha portato all'addio di Gianluca Rulfi, con il settore velocità assegnato ad Alberto Ghidoni, già in questo ruolo ai tempi di Ghedina, ma soprattutto alla decisione di affidare il completo coordinamento al maschile a Carca.
«Si tratta di una sfida nuova perché gestire un gruppo ampio come quello che fa Coppa del Mondo vuol dire seguire una ventina di atleti: un bel cambiamento per me che ero abituato a muovermi nelle diverse discipline con tre o quattro sciatori per ciascuna - spiega il nuovo capo allenatore azzurro di stanza a Volpedo, comune alessandrino celebre per il pittore ottocentesco Pellizza - Ora, invece, devo occuparmi di tutti loro più circa venticinque persone che compongono lo staff. Ho trovato passione e voglia di mettersi in gioco da parte di tutti,
CONTINGENTE RICCO.
in primis gli atleti, poi i tecnici. È uno scenario stimolante, mi sto divertendo e non vedo l'ora che comincino le gare. Diciamo che ho proprio un bel giocattolo in mano».
Non vuole pensare al passato e a come era organizzata in precedenza la Nazionale azzurra, ma a ripartire dal presente, mettendo in pratica ciò che ha affinato oltreoceano, con un'attenzione a 360 gradi. «Abbiamo cercato di cambiare qualcosa soprattutto nella metodologia dell'allenamento più che tecnicamente dove, invece, non avevamo nessuna preoccupazione - aggiunge - C'è stata una maggiore connessione tra il lavoro sulla neve e quello a secco, la componente atletica e la fisioterapia, grazie all'attenzione di Roberto Manzoni che cura questi ultimi aspetti».
Con un approccio differente, Carca vuole tornare a vedere rombare a pieni giri la macchina azzurra. Lui, da amante dei motori, si sente al comando di una scuderia top e, a proposito di adrenalina, è proprio nella velocità dove può scatenare i cavalli più potenti: «L'Italia ha più punte. Non bisogna nascondersi, Paris ha nel mirino la Coppa di specialità di discesa o superG ed è normale che ci provi, fa parte del processo di crescita di un atleta del suo calibro. Poi, la notizia buona è che Innerhofer è tornato ad allenarsi a pieno regime e ha svolto un lavoro che non riusciva più a fare da tre o quattro anni. L'altra disciplina dove partiamo per vincere è lo slalom, con Razzoli e Gross che stanno sciando molto bene».
Al momento il tallone d'Achille azzurro è il gigante, dove però i tecnici stanno impostando
TALLONE D’ACHILLE.
un lavoro diverso, più proiettato alle stagioni a venire che a quella imminente. «Abbiamo una squadra moderatamente giovane, con Nani quale elemento più rappresentativo - aggiunge - Poi ci sono nomi interessanti come Maurberger, che gareggerà già a Sölden, oppure Zingerle, che partirà dalla Coppa Europa, ma che vedremo presto anche in Coppa del Mondo. Bisogna lavorare tanto per vedere i primi risultati, ma il materiale c'è tutto». Ha le idee chiare, Carca, anche sulla questione che ha fatto tanto rumore dell'autotassazione da parte degli atleti voluta dal presidente federale Flavio Roda: «Non è il mio incarico fare valutazioni del genere, ma dico soltanto che è stato chiesto agli atleti di investire su di loro stessi e su quello che fanno, non a fondo perso».
Si parte in questo week end a Sölden «Con venti atleti ho in mano un gran bel giocattolo»
«Paris vuole una coppa di specialità, Inner finalmente sta bene, Razzoli e Gross in forma» Stella assoluta con 19 coppe è sulla breccia da dodici anni Cavallo pazzo e rockettaro è esploso sulla mitica Streif