Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
Vale attacca «Marquez aiuta Lorenzo»
Pesantissimo e studiato attacco di Rossi a Marc «Deve sapere che ho capito, non vuole che vinca questo Mondiale. In Australia ha corso contro di me»
Tecnicamente parlando lo si potrebbe definire un colpo sotto la cintura. A sferrarlo è stato Valentino Rossi, durante e dopo la conferenza stampa di presentazione del GP della Malesia. La prima delle due ultime gare dell'anno che decideranno il Mondiale fra lui e Lorenzo. Non è stata una sparata dettata dalla pressione: era preparata. Rossi ha portato con sé un foglio con tempi e distacchi, con sottolineature. Un segno inequivocabile di una volontà precisa.
Il bersaglio dell'attacco del Fenomeno però, stranamente, non è stato Jorge, il suo avversario diretto, il compagno di squadra dal quale è separato da appena 11 punti, bensì Marc Marquez reo, secondo Vale, di star giocando una partita sporca a favore del connazionale. Non se lo aspettava nessuno questo attacco corsaro di Rossi nei confronti di Magic Marquez. Fino ad ieri infatti entrambi erano stati ben attenti a farsi i complimenti l'uno con l'altro. Le attestazioni di stima reciproca negli ultimi due anni non sono mancate.
ESPLOSIONE. Poi a Sepang Valentino si è fatto esplodere nel momento più politicamente corretto, quello della conferenza, dove al massimo vola qualche battuta, non certo una bomba a frammentazione come quella usata dall'italiano.
«Marquez in Australia ha giocato contro di me ed è importante che sappia che l'ho capito! Non so come andrà a finire, ma sono seccato perché una cosa è dovermi battere con Lorenzo, ma se lo devo fare anche contro Marquez la cosa diventa più difficile. Non ha usato fair play, come dovrebbe un pilota professionista. In Australia ha invece aiutato Lorenzo, non vuole che io vinca questo Mondiale. Ha fatto di tutto per rallentare me e Iannone e permettere a Jorge di allontanarsi, tanto sapeva di poterlo riprendere. Era il più veloce, avrebbe potuto andarsene e invece è rimasto lì con me. Lo avevo notato durante la gara ma nella foga non ci avevo ragionato bene. Si era reso conto che la Ducati di Iannone mi stava mettendo in difficoltà con la sua velocità sul rettilineo, così appena ne aveva l'occasione era super aggressivo nei sorpassi, ma poi rallentava, chissà forse sperando che arrivassero altri piloti a intromettersi fra di noi».
FLEBILE DIFESA. La flebile difesa di Marc, che alla fine ha battuto il maiorchino, non ha intaccato la granitica certezza del pesarese.
«Marc preferisce che vinca Jorge, è un fatto personale perché, anche se non me lo ha mai detto, pensa che io lo abbia fatto cadere apposta in Argentina; inoltre è ancora convinto che avrebbe meritato di vincere ad Assen. Da allora si è comportato come un bambino: se non posso vincere io, non deve vincere nemmeno lui. A questo punto il male minore per lui è che il titolo lo vinca Lorenzo».
Tutto ciò Rossi l'ha detto con convinzione. Di più: con astio, come se Marquez non avesse mai detto ciò che ha sempre affermato: di essere il suo primo tifoso. E quando glielo abbiamo ricordato ha tagliato corto.
«Attenzione! Siamo veramente sicuri che io veramente sia stato il suo idolo? Aveva veramente un mio poster nella sua cameretta? Non sono più così sicuro, mi piacerebbe poter andare indietro nel tempo per poterlo controllare. La realtà è che Marc è in competizione con me. Io voglio vincere questo decimo titolo e se ci riesco sarà per lui più difficile superarmi. Jorge invece non conta».
AMICI ED EX AMICI. Così duro Rossi lo ricordavamo solo contro Sete Gibernau a Losail nel 2004. Ed anche in quella occasione parlava di un amico. Meglio: ex amico. Alla fine, forse, il miglior nemico che Rossi abbia mai avuto è stato proprio l'odiato Max Biaggi.
«E' vero, alla lunga devo ammettere che è così. Non ci potevamo sopportare, ma questo alla fine era chiaro e anche onesto. Diteglielo pure, lo farei anche io ma non ho il suo numero di telefono».
Lo informeremmo, se non trovassimo questo addirittura grottesco. L'impressione è che Valentino covi risentimento per Marquez da tempo e abbia semplicemente scelto Sepang per aprire il vaso di Pandora.
«Pensate a Laguna Seca. Marc ha voluto passarmi nello stesso punto in cui io avevo superato Stoner, al Cavatappi, mentre avrebbe potuto farlo più semplicemente tre curve prima o dopo. E' stato il primo segnale, alcuni amici me lo avevano detto, ma io non ci avevo voluto credete».
Ma dove vuole andare a parare Rossi? Secondo noi l'intenzione, chiara, è stata quella di mettere Marc con le spalle al muro, di fargli sentire tutto il peso del suo carisma e della sua tifoseria. C'è da domandarsi, ora, se Marc si farà schiacciare o reagirà. Del resto non è poi vero che la fantasia distruggerà il potere e una risata vi seppellirà?
Tempi alla mano ha spiegato: «Era il più veloce ma mi ha rallentato. E’ un fatto personale»
«Dopo la caduta in Argentina e il taglio di Assen preferisce vedere Jorge iridato»
«Ora so che Biaggi è stato il mio nemico migliore: non ci sopportavamo ma c’era onestà»