Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
NAPOLI SHOW Super Gabbiadini notte da padroni
Gran gol di Callejon, poi due perle del bomber mancino Nel finale pressing danese, ma c’è il 4-1 firmato Pipita
Ma sì: è fatta, già fatta, perché nove punti (in tre partite) rappresentano un tesoretto, il passaporto per i sedicesimi sul quale manca appena il timbro che sta per essere apposto. Il Napoli-2 non fa sconti, non si scompone, non lascia rimpianti, s’alza dalla panchina (con i suoi sei «diversamente» titolari), e va a passeggiare (ma con rispetto) ad Herning: 1-4 è l’en plein che tiene altissima l’autostima, sostenuta dalle undici reti complessive segnate in Europa League, dalla quinta vittoria consecutiva (complessiva), da una leggerezza nell’esibirsi che induce
a credere in se stessi, a non porsi limiti.
CHE PARTENZA. Il Midtjylland che non t’aspetti (4-42, non più 4-1-4-1) si prende la partita e va a farla (ci prova) in ogni angolo d’uno stadio ch’è un gioiellino (pure questo, con schermi che proiettano le immagini a caldo), pressando alto, palleggiando in sicurezza, cercando gli esterni bassi per iniziare l’azione e quelli alti per chiuderla. Il Napoli-2 in avvio non c’è o magari è per un pochino in letargo: assiste distrattamente, subisce Royer a destra (3'e 9', due conclusioni che sanno d’avviso), si piega alla capocciata di Sviatchenko (da rimessa laterale di Hansen) che viene ritenuta però preceduta da fallo su Valdifiori. Ma poi, non appena esce dalla tana, pum, è fatta, con interpretazione naturale: è un attimo, un battito di ciglia, un’idea per stupire la difesa - di ghiaccio - del Midtjylland, che sul lancio di quaranta metri di Koulibaly resta inchiodata, mentre Callejon parte alle spalle dei difensori; collo «sporco», pallonetto, opzione sulla qualificazione.
REAZIONE. Le folate di vento gelido non hanno portato via il copione di Thorup e il Midtjylland continua a far «abbassare» Rasmussuen su Valdifiori, a lanciarsi generosamente ma irrazionalmente al di là delle proprie possibilità, fustigate dolorosamente su un contropiede sintetico, chiuso dal traversone di Allan per il tap in di Gabbiadini. E’ accademia, allora: il colpo di tacco che Callejon si concede è per la galleria dei ricordi, ma finisce sulle braccia di Andersen, capace però di altro: di arrivare non si sa come sulla volée che un delizioso Ghoulam ispira a Callejon e poi sulla rasoiata di Allan. Però è tutto chiaro, si proceda pure alla sentenza, ch’è scritta.
LO SHOW. Manca lo strillone, «venghino signori venghino», perché il Napoli gioca in libertà, esprime la propria superiorità, la rende schiacciante con un capolavoro di Gabbiadini (39': lì, nel «sette» alla destra di Andersen, con un gesto tecnico da standing ovation) e quando Pusic, dal mischione da angolo, fa 1-3, parte la colonna sonora dello stadio: «Viva la Vida». Ma certo: Callejon li prende alla lettera e soltanto la traversa gli nega la doppietta, che viene sciupata (10' st), da un esterno sinistro fuori di niente.
RESISTENZA. Eppure non c’è storia, e non ce ne sarà, ma il Napoli resta raccolto, rispetta le distanze, concede un destro da venticinque metri ad Hansen (Reina per sporcarsi la maglia), qualche traversone (per creare pathos), e governa attraverso i cambi (dentro Hamsik e Higuain per Allan e Callejon).
Gli unici pericoli che rischiano di dare un senso alla serata danese paiono casuali, quasi concessioni per la chiusura sotto controllo d’una squadra che sceglie di osservare distante, ma perfida: Koulibaly (27') strozza sulla linea la randellata di Royer, intanto riemerso dopo essere stato sommerso da Ghoulam e Callejon; la traversa impedisce (91') a Mabil di godersela un po.’
E allora, la saggezza, ma anche la situazione, consente di far debuttare Strinic, di gestire la fatica, di pensare al Chievo, di appagare la fame da gol di Higuain (94') che se la ride con il diagonale dell’1-4 e spinge a guardare lontano: i sedicesimi saranno quasi in primavera, ma ormai è come esserci, e dopodomani è già un altro giorno.
Higuain decisivo anche quando parte in panchina I sedicesimi sono ormai a un passo