Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
AGNELLI «Juve in basso? Inaccettabile»
All’assemblea degli azionisti il presidente bianconero chiede un’immediata inversione di tendenza «Sapevamo che sarebbe servito tempo, ma il 14º posto è troppo Ora lavoriamo per tornare subito alle posizioni che ci competono»
Doppia scossa Agnelli: alla Juve e al calcio italiano. Il presidente bianconero sfrutta l'assemblea degli azionisti - che ha dato il via libera al bilancio 2014-15 chiuso in utile per 2,3 milioni e con un fatturato record a quota 348,2 milioni - per scuotere la squadra, chiedendo un immediato rilancio in campionato, e per bacchettare per l'ennesima volta il sistema del pallone italiano e condannarne le inefficienze, auspi- cando a gran voce «il cambiamento».
INACCETTABILE. Il richiamo del massimo dirigente juventino è forte e chiaro. L'analisi di quanto avvenuto sul campo da Berlino in poi è circostanziata. «La stagione 2014-15 è stata straordinaria - rileva Agnelli -. Un ciclo si era compiuto e abbiamo deciso di rinnovare la squadra. Oggi i vari Dybala, Lemina, Rugani, Morata, Sturaro, Pogba e Zaza sono ragazzi di venti anni che garantiranno un futuro a questa squadra. Eravamo consapevoli che il processo di rinnovamento avrebbe generato qualche difficoltà in questa stagione, ma non è assolutamente una giustificazione per il quattordicesimo posto che ricopriamo oggi in classifica». Una sferzata che poteva essere anche essere intesa come una frecciata all'allenatore. Agnelli così precisa: «Questa non è assolutamente una critica ad personam: chiunque lavori alla Juventus, dal presidente al magazziniere, deve avere la consapevolezza che il quattordicesimo posto è inaccet- tabile e sa che deve lavorare per riportare la Juve nelle posizioni che competono».
CAMBIAMENTO. Poi la riflessione passa alla politica sportiva e alla necessità di una inversione di rotta del calcio italiano. Anche in questo caso Agnelli non usa giri di parole: «C'è veramente un enorme bisogno di cambiamento - sottolinea -, principalmente nella governance del calcio, a livello nazionale e internazionale, che premetta al mondo del calcio di riprendere credibilità verso stakeholders e tifosi». L'affondo è, come già avvenuto in altre occasioni, ficcante: «Il cambiamento è necessario per lo sviluppo del calcio italiano. Prima di arrivare alle nuove elezioni federali, che saranno a primavera 2017, c'è ancora un anno intero in cui si può lavorare. Gli stadi sono obsoleti, la necessità di riforma dei campionati è effettiva, lo spazio per istituire le seconde squadre esiste. Serve la volontà politica di fare le cose». Agnelli non dispera che ciò possa accadere. «Il mio è un auspicio - rivela - perchè sono quattro anni che denunciamo le solite esigenze. Avendo frequentato il presidente Tavecchio, le volontà ci sono tutte; ora bisogna verificare quella di tutte le componenti per adottare un percorso sportivo di crescita. Le risorse per finanziarlo ci sono».
TOP CLUB. E' infatti «il contesto nel quale operiamo» a fare la differenza e permettere alla Juve di competere a livello internazionale contro le big come Barcellona, Real Madrid, Bayern Monaco e Manchester United i cui fatturati oscillano tra i 500 e i 600 milioni. Così Agnelli: «La sfida è non essere eccessivamente dipendenti dai ricavi delle competizioni internazionali. Il livello cui la Juve deve ambire nelle prossime due-tre stagioni è 300 milioni di fatturato senza i ricavi derivanti dalle competizioni internazionali. Non siamo troppo distanti da questi risultati ma non rappresentano il massimo cui possiamo arrivare». Il presidente bianconero chiude poi alla possibilità di candidarsi per un ruolo politico («per tre anni sarò estremamente concentrato sullo sviluppo della Juve, in questo momento non mi interessa carriera politica») e denuncia nuovamente «l'anomalia» di Infront, invitando a «riflettere sulla posizione di conflitto di interesse e sull'opportunità di avere una medesima agenzia che lavora a livello di Federazione, di Lega e di club». Sugli scandali internazionali che hanno toccato la Fifa e il presidente dell'Uefa Platini osserva: «Auspichiamo un veloce giudizio nel merito e che si arrivi al Tas entro metà novembre, anche se è difficile immaginare che una persona accetti una somma di denaro e la ponga in dichiarazione dei redditi se è il pagamento di una transazione non regolare». La conclusione del numero uno juventino è chiara: «Affinchè il calcio torni ad essere credibile servono risposte credibili, proposte credibili e servono persone credibili. In una parola serve il cambiamento».
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