Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
Pepito Rossi prepara il grande salto
Il gol in coppa non gli basta: «Fiorentina, mi sento bene e devo fare di più. Farò di più»
Un tocco e palla dentro, Pepito al Franchi dopo 522 giorni, dopo quel 18 maggio 2014, contro il Torino (2-2). Gol inutile? Della «bandiera», in una gara orribile e persa malamente dai viola? Un gol che non ha impedito la sconfitta, di quelle che, visto l'avversario, fanno arrossire? Vero, ma per Giuseppe Rossi tutto serve per, come dice Paulo Sousa, aiutarlo a trovare equilibrio e serenità. Un piccolo gol che comunque gli ha restituito, come quello segnato a Lisbona, un frammento di sorriso. Domani, probabilmente, Pepito tornerà in panchina, per lasciare il posto, insieme a Babacar, al centravanti-pallido, a Kalinic.
Ma la ricostruzione di un campione passa anche attraverso questi piccoli passi, pure attraverso un gol che non impedisce una sconfitta e l'ultimo posto nella classifica del girone di Europa League. Un centimetro che comunque aiuta a vedere una porzione maggiore di cielo azzurro.
E con la Roma? Bisogna vincere, la squadra deve vincere, Pepito può aspettare, magari entrare a gara iniziata, quando i ritmi si faranno meno frenetici. Giuseppe sia a Lisbona che al Franchi ha segnato proprio quando la partita era a un passo dal fischio finale.
Che possa servire anche contro la squadra di Garcia? Magari, con un gol che pesi diversamente da quello segnato al Lech, per un gol che confermi i viola-capolista.
Ha parlato quando aveva già digerito una parte della sconfitta polacca, a Sky, a chi ancora stava dentro il ventre del Franchi, le parole di Pepito tornato al gol fiorentino: «La Coppa è un'altra cosa, si gioca in mezzo al campionato e bisogna trovare altre motivazioni. Bisogna avere tutte le motivazioni e state sicuri che non le abbiamo perse. Abbiamo altri tre match per rimediare la classifica del girone di Europa League, e cercheremo di fare punti lì, subito, partendo dalla Polonia e poi in Svizzera». Si sente che comunque ha dentro la rabbia di chi vorrebbe giocarsi subito la qualificazione. E questo è un buon segno.
PARLA PEPITO.
IL GOL CONTA.
E si capisce anche che il «golletto» segnato a chiusura del match comunque gli ha regalato qualcosa di importante, la consapevolezza che se non c'è, ancora, la freschezza e la rapidità dei giorni migliori, se gli arriva la palla giusta Pepito la mette dentro, il bomber che c'è in lui è già pronto a marcare il cartellino.
«Sono molto contento di aver giocato e segnato qui al Franchi, sarebbe stato bello far gol proprio sotto la Fiesole. Speriamo nella prossima gare, comunque sono contento di questi 90 minuti personalmente, mi sento bene».
E questo conta anche di più. In campo per tutta la gara, in un match comunque tosto, con avversari che se c'era da menare non si tiravano indietro. L'abbiamo detto, prestazione a lungo grigia, con poche illuminazioni, ma contano i minuti messi in cassaforte, conta la convinzione che riesce a confortarlo. Specialmente per quel finale di squadra, quando la sua squadra ha provato a ritrovarsi. «Abbiamo reagito, questa è la cosa più importante, abbiamo provato a ribaltare ma non ce l'abbiamo fatta».
E' questo il dolore più forte, la sconfitta, ancora a Firenze, ancora in Europa e quell'ultimo posto nella classifica del girone. Capolista in campionato e fanalino di coda in Europa.
Ma Pepito ha dentro di nuovo la dinamite. E questo conta. Non riesce ancora ad esplodere? Deve accontentarsi di gol... minuscoli? Presto verranno quelli pesanti come il piombo. «Io mi sento bene e devo fare di più, farò di più». Non male, si torna così, un poco alla volta.
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