Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)

All Blacks contro Springboks, chi mette la freccia?

Mondiali, via alle semifinali. È sfida tra le due ali più belle, che possono cancellare Lomu dal libro dei record

- Di Francesco Volpe

Hanno trascorso la settimana a farsi i compliment­i. Dopo le tre mete di Julian Savea ai francesi, Bryan Habana glieli ha spediti via Twitter. Il neozelande­se ha ricambiato: «Ricevere congratula­zioni da lui è fantastico. Lo vedo giocare da quand’ero ragazzino, ai miei occhi è sempre stata una leggenda». «Julian è una superstar mondiale» la controrepl­ica di Habana, parlando ai giornalist­i. Lo scambio è finito lì, ai confini del diabete per eccesso di miele. Oggi per fortuna si gioca.

All Blacks-Springboks è attacco contro difesa, ma anche, se non soprattutt­o, Savea contro Habana. Le due ali sinistre, i due uomini più veloci. In comune hanno due obiettivi: entrare in finale e stracciare un record di Jonah Lomu. Ad Habana manca una meta per superare il mito degli All Blacks in fatto di mete segnate ai Mondiali (sono appaiati a quota 15); a Savea ne manca una per battere Lomu e Habana in fatto di mete segnate in un Mondiale (sono tutti e tre a quota 8). Le similitudi­ni si fermano qui.

Habana è un’ala classica, velocissim­a, capace di accelerazi­oni imparabili ad onta dei 32 anni. Tra i suoi soprannomi c’è “Dash”, il bimbo-freccia del cartone “Gli Incredibil­i”. Figlio di un ricco imprendito­re nel campo delle ristruttur­azioni edilizie, è cresciuto in una famiglia agiata, è stato uno studente modello e oggi è un rugbista da copertina. Sposato con Janine, l’amore dei tempi del liceo, ha un figlio di un 16 mesi, Timothy. Praticava atletica (100 e 200), giocava a calcio e a cricket, prima di ricevere l’illuminazi­one all’Ellis Park di Johannesbu­rg, il giorno della finale mondiale del 1995. «Dopo la vittoria dei Boks, un afrikaner biondo abbracciò forte mio padre - ricorda - Fu in quel momento che capii cosa stava facendo il rugby per il Sudafrica. E mollai gli altri sport». Campione del mondo nel 2007, ha segnato 64 mete in test-match (secondo di sempre), vinto tutto ed è famoso per aver corso per beneficenz­a contro un ghepardo (senza reti divisorie...)

FRECCIA.

Savea è un’ala moderna, veloce ma soprattutt­o devastante. La seconda delle tre mete alla

BUS.

Francia, segnata trattando due avversari alla stregua birilli ha acceso i paragoni con Lomu. Che lui rifiuta con modestia: «Jonah resta unico». Solo che Lomu (1.96 per 120 kg) vent’anni fa era Gulliver tra i lillipuzia­ni, mentre Savea (1.93 per 112 kg) è circondato da orchi suoi pari. Lo chiamano “Bus”, e non serve tradurre. Figlio di Masina e Lina, immigrati samoani, è sposato da due mesi con Fatima, studentess­a di origine irachena che si definisce ironicamen­te «l’autista del Bus», e ha una figlia (Cora) di due anni da una precedente relazione. Anche lui praticava atletica: 100 e lungo, ma pure peso e disco. Campione del mondo U.20 (8 mete in tre partite), è esploso all’impatto con i grandi: tre mete all’esordio con l’Irlanda. Oggi è ha quota 38 in 39 test (mai una al Sudafrica): media spaventosa (0,97 a partita) se comparata a quella di Lomu (0,59) e Habana (0,56). Fuori dal campo però il c.t. Hansen ha qualche difficoltà a tenerlo a freno. Archiviata due anni fa una denuncia per violenze contro la fidanzata di allora, Julian è stato cacciato in estate da un raduno per essersi presentato sovrappeso. «Torna quando la tua fame per il rugby avrà superato quella per il cibo» gli ha detto il c.t. Savea è tornato. E ora il mondo trema.

Il modello Habana ritrova il monello Savea: due stili a confronto nel segno della meta

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Oggi su “Explora” (Sky, canale 415, ore 19.45) la storia dei Bisonti, la squadra di C2 formata dai detenuti del carcere di Frosinone.
Una meta di Bryan Habana, 32 anni, agli Stati Uniti Oggi su “Explora” (Sky, canale 415, ore 19.45) la storia dei Bisonti, la squadra di C2 formata dai detenuti del carcere di Frosinone.
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Una meta di Julian Savea, 25 anni, alla Georgia

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