Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)

DZEKO E’ il tempo della svolta

Il bosniaco torna titolare 29 giorni dopo l’infortunio al ginocchio: ha segnato solo un gol, ha fretta di aiutare la Roma

- Di Roberto Maida

«Ecco Edin, ora prova a calciare con il destro». Quando Dzeko lo ha fatto, senza paura e senza esitazioni, i medici hanno capito: l’attesa era finita e a qualcuno, a Trigoria, è scappato un sorriso di sollievo. Ventinove giorni dopo l’infortunio, la Roma torna a giocare secondo l’idea che l’aveva ispirata. Due ali, un centravant­i d’area di rigore. La Roma di Dzeko.

Difficile quantifica­re i danni provocati dalla sua assenza. Perché se eliminiamo la disastrosa notte di Borisov, la Roma ridisegnat­a da Rudi Garcia ha vinto due partite di campionato (Palermo) e ha pareggiato nel modo più strambo a Leverkusen, con Dzeko entrato in scena dopo il gol del 3-4. Di sicuro i numeri raccontano che la Roma senza di lui ha sofferto il giusto. Parlando solo di campionato, perché la Champions viaggia su logiche tutte proprie, con Dzeko in campo sono venuti solo 8 gol su 20, dunque il 40% del totale, nonostante il numero di minuti giocati che supera il 54%: 390 su 720. Nella fase difensiva invece i dati sono simili: 5 gol concessi con Dzeko, altrettant­i senza (concentrat­i in tre partite: Sassuolo, Palermo ed Empoli) con il solito peso specifico da tenere a mente (il centravant­i è stato più in campo che fuori nelle prime 8 giornate).

EQUILIBRIO.

Significa che Dzeko è stato abbastanza ininfluent­e in questo inizio di avventura romanista. Per quanto possa sembrare assurdo, tolto lo splendido gol segnato alla Juventus che ha fruttato 2 punti in più in classifica, il suo rendimento non è ancora

RENDIMENTO.

stato tale da giustifica­re l’entusiasmo che aveva accolto il suo acquisto. Dopo la partita del ginocchio girato - contro il Carpi - la Roma ha continuato a segnare molto, sfruttando la velocità palla a terra a cui è più abituata, e a incassare tanto, forse troppo per i cacciatori di scudetto.

SPRINT.

Da Firenze, dove sfiderà il rivale balcanico Kalinic che ha cominciato molto meglio il percorso italiano, Dzeko conta di modificare questa realtà inaspettat­a. Aveva lasciato il Manchester City proprio per sentirsi importante, anzi decisivo, e di sicuro non ha perso un centesimo delle proprie motivazion­i, come dimostra l’atteggiame­nto tenuto alla BayArena: dopo il gol di Iago Falque, è stato il primo a festeggiar­e il compagno a bordo campo. Anche gli altri giocatori sanno che prima o poi il suo talento esplosivo incremente­rà il potenziale della Roma. E non di poco. Perché Dzeko è un attaccante totale, di quelli che segnano e fanno segnare ma agevolano pure la fase difensiva. Nei primi allenament­i a Trigoria, veniva guardato con timida curiosità mentre lavorava, come se potesse insegnare qualcosa a tutti. Poi le partite hanno dimostrato che anche un centravant­i di alto livello come Dzeko avesse bisogno di un periodo di adattament­o. Forse quella fase è archiviata, insieme con l’infortunio.

Ultimi due precedenti in archivio con l’1-1 La storia può ripetersi

Il suo ritorno da titolare contro la Fiorentina suggerirà a Garcia il recupero del vecchio sistema di gioco, il 4-3-3. La Roma cambierà per lui, insomma. Un rischio, un azzardo? Non secondo l’allenatore, che giudica Dzeko una risorsa imprescind­ibile: «Non è un problema, è un’arma in più». La migliore di tutte, se il ginocchio non piange più e la squadra gli offre i propri servigi.

NO SHOCK.

Una sfida nella sfida Roma leader in fatto di tiri dalla bandierina

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Edin Dzeko, 29 anni, non segna con la Roma dal 30 agosto
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