Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)

KALINIC Gol e sudore in silenzio

Il croato ha messo a segno finora cinque reti in otto giornate, ma è il sacrificio a renderlo davvero prezioso

- Di Francesca Bandinelli

Ha voglia di sorridere ancora. E di restare lassù, in cima alla classifica. «Vogliamo tornare sulla via della vittoria»: Nikola Kalinic va dritto al centro della questione. Lo fa a suon di hashtag, dalla sua pagina Instagram: domani partita importante e intanto si concentra. E' il terzo attaccante più prolifico della Serie A: un gol ogni 109 minuti su 543 fin qui giocati, uno ogni 40 palloni toccati. Meglio di lui hanno fatto solo i gemelli diversi del Napoli, Insigne da una parte (una rete ogni 94 minuti sui 566 complessiv­i messi insieme fin qui) e Higuain (una ogni 108 minuti sui 649 disputati).

L'attaccante croato arrivato dalla lontana Ucraina in poche settimane ha conquistat­o tutti. Non Sousa, che lo seguiva da nove anni e che la scorsa stagione, quando era allenatore del Basilea, aveva già provato a far di tutto pur di portarlo in Svizzera. Ha cancellato in pochi attimi il ricordo logoro e sbiadito di Mario Gomez - che lontano da Firenze è tornato a segnare sia in campionato sia in Europa -: gli è bastato il tempo della prima amichevole, la vigilia di ferragosto, per prendersi il trono e rovesciare tutte le prospettiv­e. Undici i suoi tiri nello specchio della porta avversaria, con una percentual­e di precisione balistica da primato, il 73%, ma la differenza, lui, l'ha fatta soprattutt­o nel gioco. Col Milan ha subìto il fallo costato ad Ely l'espulsione e dalla punizione fischiata è nato il vantaggio viola. Oggi, due mesi dopo il debutto

GARANZIA SOUSA.

in campionato, l'errore marchiano commesso quella notte davanti a Diego Lopez che avrebbe potuto portare la Fiorentina in vantaggio, nessuno lo ricorda più. Perché quell'attaccante senza ciuffo da sistemare, attaccatis­simo alla famiglia e mai sopra le righe, è andato oltre ogni aspettativ­a. Cinque milioni e mezzo l'investimen­to fatto: la sua resa è inarrestab­ile. Pure col Torino, nonostante il ko, è dalla ribattuta di Padelli su un suo tiro (di testa) che Alonso trova la rete del momentaneo vantaggio, mentre contro il Bologna la differenza l'ha fatta subentrand­o, tutto in 34 minuti. Compreso il volo al secondo posto.

L'UOMO PIU' SEMPLICE.

Con l'Inter, poi, ha scritto la storia. Prima conquista un rigore e costringe Miranda dopo una manciata di minuti a farsi da parte, rosso e via, poi tre gol a San Siro, hat-trick, pallone in valigia e un viaggio di ritorno da uomo più semplice che c'è, sorrisi senza eccessi, con la consapevol­ezza di aver finalmente riacceso i riflettori su se stesso. Gol e assist la sua dieta perfetta, con la Fiorentina e pure con la Nazionale, dove ha cancellato l'assenza di Mandzukic e regalato alla Croazia la qualificaz­ione ai prossimi Europei di Francia. A Napoli ha fatto reparto praticamen­te da solo: sfiora un gol, realizza quello dopo e sale a cinque reti nella classifica marcatori. Cinque centri fin qui, messi a segno tutti di destro e tutti da dentro l'area di rigore, rapace come nessuno. Ora cerca il salto definitivo, quello della consacrazi­one: non per se stesso. Solo per Firenze, la città che gli ha restituito tutto, l'occasione e l'atmosfera.

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Nikola Kalinic, 27 anni, prima stagione in Italia
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