Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
BENVENUTA ALLA NUOVA FEDERICA
Figurarsi se lo sport italiano non abbia bisogno di un’altra Fede per potersi entusiasmare: in fondo l’elemento che tiene a galla Pellegrini e Brignone è pur sempre l’acqua. E ora ricomponiamoci: la vittoria della figlia di Ninna Quario a Sölden vale doppio, perché se la prima manche ha detto che Federica quest’anno ha gambe e tecnica, la seconda ha rivelato che c’è anche la testa. E questa è la grande differenza con la scatenata e giovanissima gigantista di fine 2011, che vinse di netto la prima manche e poi saltò cercando di strafare. Quella ragazzina usava la sua prorompente vitalità solo per smitragliare parolacce, qui invece abbiamo davanti un’atleta talentuosa quanto allora ma più esperta, solida, sicura di sè. La randellata assestata ieri alle avversarie le assegna il diritto-dovere di inseguire la coppa di gigante, anche se non sarà una passeggiata. Lasciando in pace lo spessore planetario della Pellegrini, abbiamo buone ragioni per scomodare Denise Karbon: il successo dell’altoatesina a Sölden esattamente otto anni fa fu preludio dell’ultima coppa di specialità vinta da un’italiana. Avanti così: crediamoci, con Fede.