Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
Sousa: La Roma ha difeso in sei
Il tecnico applaude la Viola: «Abbiamo dominato, il Napoli ci ha fatto soffrire di più»
In un angolo, in una settimana. Prima i due schiaffi del San Paolo, poi quelli, persino può roboanti, del Lech Poznan, nella notte in cui con un successo si sarebbe potuto riacciuffare il Basilea in testa al girone invece di precipitare all'inferno dell'ultimo posto nel girone. Infine, le due reti della Roma: il muro di imbattibilità interna che cade, il fortino Franchi che all'improvviso si scopre vulnerabile, e la terza sconfitta consecutiva. In una settimana, appunto. Era successo anche a Montella, la scorsa stagione, ma i tre ko in campionato erano stati comunque intervallati dal successo contro la Dinamo Kiev (2-0) in Europa League. Tre sconfitte una dietro l'altra erano quasi tre anni, dal gennaio da Paola Ferrari e Marco Mazzocchi. L’ex tecnico giallorosso, che ha interrotto il 14 marzo 2014 il rapporto con lo Zenit San Pietroburgo dopo aver vinto in quattro anni due campionati, una coppa e una supercoppa di Russia, estende l’analisi ad altre protagoniste del campionato: «La Fiorentina sta facendo cose fantastiche, ma non la vedo pronta per il titolo. Anche la Lazio gioca bene, ma è leggermente sotto rispetto alle altre per la lotta al vertice. Rimonta Juve possibile? Direi di si. E’ chiaro che non sarà facile e che dovrà avere anche bisogno 2013, che non si ricordavano e anche allora c'era la Roma di mezzo, benché in Coppa Italia (erano i quarti). Paulo Sousa, però, non fa un passo indietro: «Ridimensionati? Sappiamo benissimo quale sia la nostra dimensione. Questa non è stata una settimana fortunata, ma se manteniamo continuità di gioco e questo processo di crescita saremo una squadra fortissima per combattere con i giocatori di prima fascia».
E poi ancora, tutto d'un fiato: «Mi piace sentire che la mia squadra viene giudicata di un pizzico di fortuna con risultati negativi di altre squadre attualmente più avanti in classifica. Secondo me rientrerà, ma può pagare questo ritardo delle prime giornate».
Spalletti conferma quindi le indiscrezioni sul Napoli, società alla quale è stato abbinato con insistenza («Con il presidente De Laurentiis ci conosciamo da tempo: in questi anni è successo di sentirsi e confrontarsi per capire se esistevano le basi per allenare la sua squadra, poi le strade prese sono state altre») e apre a una panchina di serie A: «Ho concluso la mia esperienza all’estero: se qualcuno mi chiama ad allenare in Italia sono pronto. Costo troppo? Per la passione che ho per questo lavoro lo farei anche gratis, come ho già fatto».
PASSIONE.
Parlando dell’esperienza romanista, Spalletti commenta i piazzamenti raggiunti durante la sua gestione, dall’esate 2005 al settembre 2009: «I secondi posti? Pensavo di essere io a disturbare io la crescita della Roma, invece...». Quindi, una riflessione sul confine tra denuncia e rimpianto: «Nel 2008 andammo vicinissimi allo scudetto: errori arbitrali non aiutarono la nostra corsa al tricolore».
ERRORI.
coraggiosa. Abbiamo creato, ma siamo stati poco concreti. I dettagli non sono stati a nostro favore, ma abbiamo dominato ancora una volta gli avversari. Anche la prestazione è stata positiva».
Il tecnico portoghese non abbassa la testa: «Abbiamo perso contro Napoli e Roma, creando sempre dominio. La squadra ha spinto, ha osato creare pericoli in ogni modo: ho visto fare tutto quello che ho sempre chiesto, verticalizzazioni, sovrapposizioni, passaggi rapidi, tiri dalla distanza, movimenti tra le linee. Tecnicamente è stata una gara inappuntabile. Anche l'impiego di due esterni come Kuba Blaszczykowski e Bernardeschi ha prodotto l'effetto sperato: la gara l'abbiamo sempre fatta noi, anche quando in difesa gli avversari
CAPITANI CORAGGIOSI.
si chiudevano con sei uomini». Semmai il rammarico è soprattutto sul fallo non fischiato di De Rossi su Vecino: «Eravamo in superiorità numerica, ma il nostro giocatore è stato anticipato e questo ci è costato un uomo libero e poi il gol. Le scelte prese non sono state le migliori: l'uomo su Gervinho o va in anticipo o sta sull'uomo, l'altro deve coprire. Dobbiamo migliorare su queste cose. Abbiamo creato, ma siamo stati poco concreti, anche se devo ammettere che dominiamo sempre i nostri avversari. Non possiamo abbatterci perché è questa squadra che voglio vedere, con questa velocità tremenda: gli avversari hanno avuto solo due transizioni da capitalizzare, noi siamo stati poco fortunati».
BERNARDESCHI SUPER.
Sousa difende la sua squadra: «Per quello che abbiamo creato meritavamo molto di più, su questo non ho dubbi. E poi la squadra che ci ha creato più difficoltà è stata senza dubbio il Napoli, molto compatto ed equilibrato nelle due fasi di gioco». Nessuna polemica alla fine, solo un pizzico di nervosismo per via di un recupero, a suo dire, non in linea con gli spezzettamenti della gara: «Meritavamo più tempo. Il nostro gol è arrivato tardi e, onestamente, con qualche minuto in più alla fine, con il pubblico a spingerci, avremmo potuto fare molto di più». Infine l'elogio a Bernardeschi: «Io sto vedendo un ragazzo con maturità di gioco tremenda: è Federico, sta crescendo tantissimo. Ha voglia di fare bene e per questo non può che essere apprezzato».
«Sarri è in leggero vantaggio, a Garcia manca continuità Il titolo 2008 sfumò per errori arbitrali» «Su Gervinho errore di scelta. Paghiamo le disattenzioni Bernardeschi sta crescendo molto»