Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
Il conte Ashley-Cooper avvisa gli All Blacks
Mondiali: l’ala segna tre mete all’Argentina. Australia risorta con la cura-Cheika
(19-9) - Folau (24’ st Toomua); Ashley-Cooper, Kuridrani, Giteau (7’ st Beale), Mitchell; Foley, Genia (27’ st Phipps); Pocock, Hooper, Fardy (16’-21’ st e 31’ st McCalman); Simmons (27’ st Mumm), Douglas; Kepu (13’ st Holmes), Moore (19’ st Polota-Nau), Slipper (13’ st T. Smith). All. Cheika. Tuculet; Cordero, Bosch, Hernandez (4’ st De la Fuente),Imhoff(18’ptGonzalezAmorosino); Sanchez, Landajo (16’ st Cubelli); Senatore (9’ st Isa), J. Fernandez Lobbe, Matera; Lavanini, Petti (18’ st Alemanno); Herrera (21’ st Figallo), Creevy (31’ pt Montoya), Ayerza (21’ st Noguera Paz). All. Hourcade. Barnes (Inghilterra). 2’ m. Simmons tr. Foley, 7’ cp Sanchez, 10’ m. Ashley-Cooper tr. Foley, 24’ cp Sanchez, 32’ m. Ashley-Cooper, 36’ cp Sanchez; st: 5’ cp Sanchez, 8’ cp Foley, 15’ cp Sanchez, 32’ m. AshleyCooper tr. Foley. esp.temp. di Lavanini (26’-37’ pt). Calci: Foley 4/5 (cp 1/1, tr 3/4), Sanchez 5/5 (cp 5/5). Spettatori 80.025. Un’ala di sangue blu archivia la favola dell’Argentina operaia. Adam Ashley-Cooper, 31 anni, discendente del sesto conte di Shaftesbury, con un certo Guglielmo il Conquistatore tra gli antenati, firma tre mete e il nulla-osta per la finale della Coppa del Mondo. L’Australia arriva lì dove la volevano i pronostici e mostra ai Pumas che la strada per il vertice è ancora lunga. Daniel Hourcade, c.t. con esperienza internazionale ancora limitata, prova a sfidare i Wallabies sul loro terreno. E becca una meta d’intercetto dopo 70 secondi. Insiste e ne prende un’altra dopo 10’ su un delizioso long-pass di “Iceman” Foley. Solo all’intervallo si accorge che forse era con le vecchie armi della mischia e della difesa che avrebbe potuto mettere in difficoltà i Wallabies. I suoi invece danno spettacolo ma perdono palle a nastro e placcano con il 71% di riuscita. Vittime sacrificali.
A sfidare gli All Blacks sarà l’Australia, l’unica squadra che quest’anno li ha sconfitti. L’unica che può porre qualche grattacapo alla loro difesa. Gioca bene, forse troppo. Se segni cinque mete alla Scozia e rischi di perdere, quattro ai Pumas e li tieni in partita fino al 32’ st, forse non sei pronta per sfilare il tesoro ai bucanieri della Perla Nera del rugby. Certo è che i Wallabies un anno fa erano allo sbando: anonimi nel Championship australe, sconfitti in tour da Francia, Irlanda e Inghilterra, con uno spogliatoio devastato. Michael Cheika, ex di Livorno e Petrarca, l’ha miracolata con poche, azzeccate mosse. Ha fatto approvare dalla federazione la “regola Giteau” (niente ostracismo a chi gioca all’estero se ha più di 60 caps), con cui ha recuperato alla causa i fenomeni Giteau e Mitchell. Poi ha piazzato Giteau accanto a Foley, ricreando il doppio play della tradizione “aussie”. Quindi ha abbinato Pocock a Hooper (due terze basse: eresia!), dominando i punti d’incontro contro chiunque. Infine ha affidato la mischia a Mario Ledesma, ex tallonatore dei Pumas. Risultato: Championship vinto e finale mondiale. Per l’Australia è la quarta, come per gli All Blacks. Due titoli a testa. Sabato un derby australe mai visto.
(a Twickenham) Nuova Zelanda - Sudafrica 20-18, Argentina - Australia 15-29.
ore 21, 3° posto a Londra (Olimpico) Sudafrica-Argentina. ore 17, 1° posto a Twickenham, Nuova Zelanda-Australia.
tutto in diretta su SkySport 2.