Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
«Inter, obiettivo centrato... finora»
«Siamo sempre in alto. A Bologna si deve vincere»
La serie di quattro partite senza vittorie non lo spaventa e in lui non ha fatto scattare allarmi. Nonostante l’Inter sia in frenata, Roberto Mancini non perde la tranquillità alla vigilia della trasferta nella “sua” Bologna. «Gli ultimi risultati non cambiano niente - ha sottolineato - perché l’obiettivo a inizio stagione era quello di rimanere nelle prime posizioni e finora lo abbiamo centrato. E’ vero che non vinciamo da più di un mese, ma in fondo non è successo nulla di grave perché in vetta alla classifica siamo una delle cinque squadre racchiuse in due punti. Ecco perché non vedo nulla di drammatico. Bisogna solo trovare la forma ideale e penso arriverà ora che stiamo recuperando tutti».
Il tecnico di Jesi, dunque, è fiducioso e convinto che al Dall’Ara il vento cambierà. «Non sarà facile come non è stato facile a Palermo. In serie A non esistono gare semplici, dipende tutto da noi: se ci esprimeremo sui livelli del secondo tempo con il Palermo avremo buone possibilità di conquistare i tre punti. Sono tifoso del Bologna e calcisticamente sono nato lì. Spero che i rossoblù disputino una buona stagione e che possano salvarsi in anticipo». Sotto le due Torri ha conservato tanti amici, soprattutto quelli con cui gioca a Paddle.
MAURO, JO-JO E... VIALLI. Per tenere il passo delle prime Mancini ha bisogno che le sue punte si sveglino. In particolare Icardi che sta attraversando un momento no: «Avrei preferito che facesse gol fin dall’inizio, ma conoscendo la storia degli attaccanti so che può capitare un periodo così. Con 3-4 gol suoi in più, avremmo qualche punto in più, ma prima o poi si riprenderà. Una volta (nel 2000-01, ndr) ricordo Crespo che a gennaio nella Lazio aveva fatto 4 reti e finì con 26. Magari succederà anche stavolta. Mauro può andare in panchina a Bologna? Io preferivo giocare sempre, anche quando non segnavo, altrimenti esoneravo l'allenatore (risata, ndr)... Icardi deve stare tranquillo e pensare a essere utile al gruppo in altri modi. Poi è normale che anche lui possa andare in panchina come tutti gli altri perché abbiamo tre gare in una settimana».
Il problema però sembra più profondo e relativo alla coesistenza di Icardi e Jovetic, con quest’ultimo che ha tolto spazio al centravanti capocannoniere dello scorso campionato: «Jovetic è più portato a uscire dall’area rispetto a Icardi. Credo che i due debbano cercarsi di più e lavorare maggiormente l’uno per l’altro. Se gli attaccanti si cercano poco, ci sono meno possibilità di segnare. Se invece provano a scambiarsi la palla, qualcosa succede sempre. Una punta non può stare vicino alla porta con la difesa a 60 metri, ma deve muoversi e non dare riferimenti. E’ necessario che imparino da me e Vialli? Io e lui ci cercavamo anche fuori dal campo, la sera (altra risata, ndr)...».
ITALIA E MANCHESTER. Mancini ha chiuso tornando sulla classifica («Roma e Napoli di quelle in testa mi sembrano le più attrezzate»), incitando Ljajic («Credo molto in lui perché ha grandi qualità, ma se gioca o meno dipende tutto da quello che fa») e ha dribblato l’argomento Salah («Doveva prendere due giornate per il vaffa all’arbitro? Non ho visto e non so che dire») facendo capire che ha preferito vedere il derby tra United e City a Fiorentina-Roma. «A Manchester si sono tirati delle botte da orbi e invece in Italia si ammonisce troppo». La Premier lo affascina sempre.