Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)

Reja: «Pioli, Sarri, Pasolini e il calcio a 70 anni»

«Ho ancora l’entusiasmo per allenare. Domani troverò una Lazio super ma me la giocherò fino alla fine»

- Di Fabrizio Patania

Bici e vela appena il pallone smette di rotolare, queste le grandi passioni di Edy Reja. Ora guida l’Atalanta e adesso si prepara alla sfida con la sua vecchia Lazio. Ieri ci ha raccontato il suo calcio.

A 70 anni in panchina con l’entusiasmo­diunragazz­ino. Come fa? E’ Bergamo l’ambiente ideale per riuscirci?

«Si sente molto la tifoseria, c’è l’ambiente giusto»

Quanta tranquilli­tà le ha dato Percassi? E quanto conta divertirsi sapendo che non deve più fare carriera?

«Mi diverto solo quando gioco bene e vinco. Percassi, ha giocato a calcio. Diventa più facile il colloquio dal punto di vista tecnico e della conduzione della società».

Alla Lazio e al Napoli si verificava­no invasioni di campo?

«C’è più tensione dal punto di vista mediatico. Le piccole frizioni sono esaltate».

Dica la verità, allo Juventus Stadium non era la solita Atalanta. Già pensavate alla Lazio?

«No. Non ha funzionato l’approccio, quando la squadra non va sono tutti responsabi­li».

Pioli ha detto: “Reja ci conosce bene”. Cosa dice Reja di Pioli?

«Ha dato un’impronta decisiva, alla Lazio. L’anno scorso ha fatto un grande campionato, si sta ripetendo, e anche in Europa va bene. In estate un momento di difficoltà, ma ha atteso la squadra che crescesse. Ora la Lazio è in forma, è in serie positiva e ha il consenso della tifoseria. Se mi avessero dato una mano a me, forse sarei arrivato in Europa League».

Lazio da Champions e Napoli da scudetto, aveva detto. Conferma?

«Napoli e Roma mi sembrano leggerment­e avanti alla Lazio, che però va rispettata».

Sarri, 57 anni, è il tecnico che più apprezza?

«E’ arrivato dalla gavetta come me. Mi piaceva vederr l’Empoli, come il Napoli adesso. Lavorano molto bene sulla linea difensiva. Non hanno cambiato niente a parte Hysaj. Sul piano difensivo chiudono gli spazi. Ha arretrato Hamsik, non era un trequartis­ta. In quel ruolo dimostra di essere un grande giocatore».

Fondamenta­le il passaggio al 4-3-3?

«Quando si metteva 4-3-1-2 con Callejon, Insigne qualcosa non quadrava. Sarri ha rivisto le sue teorie e la squadra ha cominciato ad andare».

Cosa manca a Napoli per lo scudetto? E’ una piazza matura?

«E’ la filosofia del napoletano, ha sempre entusiasmo. Sarri è entrato in sintonia con la città. Bisognerà vedere cosa faranno Lazio, Juve, Inter e Roma. E davanti può contare su un grande Higuain. Se tiene sino alla fine...».

Che partita si aspetta con la Lazio?

«Intensa come sempre: grande velocità, e hanno recuperato Biglia. Dovrò stare attento alle ripartenze».

Perché con le sue ex squadre riesce sempre a tirare fuori dei partitoni?

«Forse perché conosco le caratteris­tiche delle squadre e dei giocatori. So quali sono i difetti».

Preferisce attaccare o vincere 1-0?

«E’ meglio sempre vincere, ma un po’ di cautele servono se affronto la Lazio».

Il suo amico Capello è stato l’allenatore italiano più forte di tutti i tempi?

«Di sicuro il più vincente».

Cinquant’anni di calcio, qual è il suo rimpianto principale?

«Quando giocavo mi avevano richiesto il Milan e il Cagliari che poi avrebbe vinto lo scudetto. Alla fine andai al Palermo. Il Milan ci riprovò man non mi cedettero. Mi sarebbe piaciuto vedere se potevo stare a certi livelli».

Ci racconta quella volta che giocò a calcio con Pasolini?

«Ci trovavamo a Grado, in estate era piena di giocatori. Pasolini era un’ala destra, con discreta tecnica e buona velocità».

«Roma e Napoli hanno qualcosa in più delle altre E se Higuain regge, scudetto possibile»

Lotito e De Laurentiis spesso le chiedono consigli. Perché non è mai diventato dt?

«Mi piace stare sul campo».

Grassi o Monachello: chi sarà il prossimo talento dell’Atalanta ad arrivare in nazionale?

«Metterei anche Conti, l’altro under 21 dell’Atalanta. Possono andarci tutti e tre, bisognerà aspettare».

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Edoardo Reja, 70 anni, allenatore dell’Atalanta

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