Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
Marotta: Ho fiducia è iniziata la rimonta
«Ci serve solo un ciclo di vittorie alla nostra maniera»
Voglia di vittorie. Voglia della Juve del recente passato. Beppe Marotta sprona i bianconeri reduci dai progressi mostrati con l'Atalanta e intenzionati a risalire al più presto la corrente della classifica. Il messaggio è chiaro: continuare a vincere e farlo a lungo. I successi si costruiscono così e la Juve lo ha dimostrato negli ultimi quattro anni vincenti. Le difficoltà iniziali erano attese ma non nella quantità in cui si sono verificate. E' stato più difficile del previsto metabolizzare il cambiamento e l'addio di leader come Pirlo, Vidal e Tevez. Ma ora la bufera sembra passata. Marotta testimonia: «I risultati si cominciano a vedere: siamo già diventati la seconda miglior difesa, un elemento importante che impone di riflettere. Dobbiamo forse trovare maggiore finalizzazione e concretezza, ma io sono fiducioso per il futuro del campionato».
L'amministratore delegato bianconero, intervenuto ieri all'inaugurazione del Master Sport Business Management de il Sole 24Ore, ripercorre il cammino
QUANTO PRIMA.
compiuto fin qui. «Di sicuro abbiamo rinnovato in modo consistente l'organico - osserva -. È evidente che cambiare 10-11 giocatori significa creare difficoltà, che poi sono state maggiorate dagli infortuni degli altri. Abbiamo avuto problemi a inizio campionato, nelle prime giornate abbiamo perso punti banalmente, ma sono fiducioso perché stiamo ritrovando il giusto andamento, la giusta consistenza nell'organizzazione di gioco. Sono sicuro che recupereremo quanto prima». Il vento, dunque, sembra cambiato. «Non va dimenticato - prosegue Marotta - che l'anno scorso abbiamo perso a Parma contro una squadra praticamente retrocessa e poi abbiamo vinto lo scudetto. Aver perso contro le cosiddette provinciali significa poco. Ma dovevamo dare una svolta alle nostre prestazioni. Ci stiamo riuscendo, lo stiamo facendo nel migliore dei modi, ottenendo 7 punti nelle ultime tre partite. Certo, la nostra consuetudine era inanellare decine di partite vinte, e dobbiamo cominciare a farlo dal Sassuolo». Il concetto quindi è chiaro e questa, tra i neroverdi di Di Francesco e il derby con il Torino, sarà una settimana chiave per capire se la squadra di Allegri è definitivamente guarita e può così pensare con fiducia alla rimonta per arrivare, come da tabella di marcia indicata dal tecnico stesso, prima a Natale in posizione migliore di quella attuale e poi a marzo con in mano la possibilità di poter competere ancora per il titolo. La prova di San Siro, il cammino positivo in Champions League, le buone sensazioni offerte contro l'Atalanta sono indice di una crescita complessiva della formazione bianconera.
Il discorso è scivolato anche sul mercato, tema assai dibattuto anche dagli
MERCATO.
azionisti venerdì scorso durante l'assemblea dei soci. In quella occasione Marotta aveva fatto il punto su quanto è stato la scorsa estate; ieri ha ribadito la bontà dell'operato del club. «Siamo contenti di quanto abbiamo fatto. C'è tempo per dimostrare il valore di queste operazioni». L'ad bianconero si è soffermato anche sulla politica sportiva, sostenendo che per la Lega Serie A «un passo avanti» sarebbe «la partecipazione in assemblea di meno presidenti e più manager». Questo perché «managerialità e competenza sono elementi che fanno crescere il movimento calcistico, in termini economici, di risultati e nella comparazione con altre nazioni europee». E ancora: «Non è il caso della Juve, ma a volte nelle assemblee di Lega i presidenti si alzano e dicono ai dirigenti 'taci che non sei tu il padrone'. Spesso si pensa in modo ottuso. D'altronde, come diceva Italo Allodi, il calcio è l'unico mondo in cui da un giorno all'altro un muratore può diventare architetto. Nelle assemblee della Premier League ci sono quasi esclusivamente manager, e infatti gli inglesi ci surclassano in tutto».
Sugli acquisti estivi: «Siamo soddisfatti, dimostreranno molto presto tutto il loro valore»
Sulla Lega: «Il passo avanti sarebbe la partecipazione di più manager e meno presidenti»