Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)

Fiorentina a Verona Sousa la rincuora

«Importanti i risultati, ma la determinaz­ione a ottenerli vale di più. Contro la Roma è mancata la concretezz­a»

- di Alessandro Rialti

Paulo Sousa usa le parole come fossero un profumo pregiato: due goccie e via. Ma sono sempre essenza di Fiorentina, la filosofia della quale ha intriso tutto il gruppo. Ieri Paulo è tornato, sala stampa e vigilia di Verona. E ha iniziato con una frase che diventerà un o slogan per tutti: «Noi non dobbiamo vincere, noi dobbiamo avere voglia di vincere. E fin qui lo abbiamo fatto e dimostrato bene. Per questo non sono preoccupat­o. Ora però serve continuità».

Ed ha iniziato a raccontare domani. Alonso: «Prima della gara con la Roma avevo detto che non si era allenato, lui però è giovane ed il suo recupero può essere accelerato. Solo lui può dire se può farcela o no». Difficile che sia oggi.

MARCOS ALONSO.

Paulo sta diventando il «fiorentino», si sta immergendo in Arno per possedere il cuore della città. Sui tifosi e il feeling con la squadra: «E’ stato bellissimo vedere il pubblico domenica sera, sentire gli applausi. Volevo capire in fretta, quando sono arrivato a Firenze, come mettere in campo quei valori e quella qualità di cui possono andare fieri i tifosi perché voglio che siano sempre orgogliosi della squadra anche quando capita di commettere qualche errore. Principi come voglia di vincere, intensità, grinta, orgoglio per la maglia non devono mai venire meno anche perché per metterli in pratica, per arrivare ad un livello importante, per raggiunger­e la continuità

IL FIORENTINO.

e arrivare ad un’alchimia completa con la nostra gente stiamo facendo tutti un lavoro tremendo. E il fatto che l'altra sera i tifosi l'abbiano riconosciu­to mi riempie di orgoglio».

Tandem d’attacco con Rossi: «Aspetto Pepito fin da Moena, sono contento per il lavoro straordina­rio che con il mio staff stiamo facendo con lui. Io guardo sempre lontano, non mi soffermo mai a guardare i miei piedi. Spero con tutto questo lavoro di dare a Giuseppe continuità sul campo, voglio far godere Firenze per tanto tempo con lui. Più concretezz­a in attacco? L’obiettivo è sempre quello di far valere i nostri principi e il nostro gioco, e quando si crea bisogna essere concreti. Contro la

TORNA PEPITO?

Roma non lo siamo stati, nonostante i 20 tiri in porta e i 10 fuori. Ma i giocatori per essere concreti ce li abbiamo, come pure quelli per essere protagonis­ti su tutti i campi. Due prime punte da inizio gara? Mi pare di averle già impiegate in questo inizio stagione, specie dopo aver recuperato due attaccanti che avevano avuto dei problemi fisici. A seconda dei momenti potremo giocare con una, due o tre punte. Una cosa di sicuro non ci mancherà mai: il coraggio. Se abbiamo ancora margini di migliorame­nto? Credo sempre nella crescita, è un processo che non deve finire mai anche se per quanto ci riguarda siamo arrivati in poco tempo a livelli importanti».

Ora un match velenoso, a Verona. «Sarà una partita particolar­e sia per la classifica che per la posizione del loro allenatore, difficile quindi prevedere quali scelte farà Mandorlini. Di certo noi

VERONA.

vogliamo essere sempre noi stessi. Veniamo da una settimana senza risultati, ma questo non ci deve condiziona­re, sono altre le squadre che ‘devono’ vincere, noi – ripeto – dobbiamo avere voglia di vincere. E giocheremo anche stavolta per prenderci quello per cui lavoriamo, ovvero i tre punti. Prima di tutto ho lavorato sul recupero mentale. Eventuali cambi di formazione? Credo che abbiamo giocatori di qualità in tutta la rosa, quando faccio delle scelte le faccio puntando a dare continuità allo stato di forma dei singoli o a farla raggiunger­e a chi non è ancora al 100%. Sappiamo che a Verona troveremo un avversario in difficoltà e un terreno di gioco che non esalta le nostre caratteris­tiche. Però siamo pronti a dare battaglia, come sempre».

«Un allenatore deve aiutare sempre un giocatore a crescere tatticamen­te, lui può giocare sia come esterno che come mezzapunta. E’ un ragazzo che ha molta voglia di acquisire e regalare emozioni a se stesso, alla squadra e alla città e quando un giocatore ha questa attitudine agevola e stimola il lavoro di un allenatore».

BERNARDESC­HI.

Riguardo la visita di lunedì in Palazzo Vecchio: «Ringrazio Eugenio Giani per la possibilit­à che è stata data a me e alla mia famiglia di vivere e capire cos’è la storia di Firenze. Vedo molti punti in comune tra la storia e la bellezza di Firenze e la squadra, farò di tutto per continuare a rafforzarl­i».

«Aspetto Rossi da Moena: guardo però lontano, non i miei piedi. Cerco crescita costante»

Alla Fiorentina serve continuità: in questi giorni ho lavorato sul recupero mentale»

PALAZZO VECCHIO.

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Paulo Sousa, 45 anni
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ANSA Paulo Sousa, alla guida della Fiorentina da giugno 2015
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