Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)

Rivincita Maicon: «E’ la via dello scudetto»

Il gol, poi il dito davanti alle labbra. «Non ce l’avevo con il pubblico, i fischi non mi toccano»

- Di Roberto Maida

«Abbiamo giocato con qualità e centrato una vittoria importante: non ci sono partite facili, ma siamo stati bravi a renderla tale, perché avevamo più da perdere che da guadagnare». Rudi Garcia, a fine partita non nasconde la soddisfazi­one: «Abbiamo iniziato bene, con pressing alto e subito pronti a sfruttare le occasioni in attacco. Florenzi? Finché gioca in questa squadra ci da tante possibilit­à, per esempio di cambiare modulo di gioco, però non mi piace parlare dei singoli: tutti i quattordic­i calciatori scesi in campo hanno fatto bene, senza l’apporto di ognuno non andiamo avanti».

In realtà, sollecitat­o, su un paio di protagonis­ti si sofferma: «Il miglior Pjanic della carriera? Sta guadagnand­o

SINGOLI.

esperienza, è il nostro padrone del gioco: sta bene e esprime tutto il suo talento. Gervinho? Ha fatto diciotto mesi di grande livello e poi la Coppa d’Africa l’ha un po’ fermato: quest’anno si è rimesso a lavorare e adesso è tornato a giocare da Gervinho».

Una riflession­e sulla Juventus, sconfitta a Sassuolo e da ieri sera ancora più lontana («Noi facciamo la nostra strada, i bianconeri torneranno perché hanno un grande organico e un allenatore di livello»), poi i pensieri si proiettano

SFIDA.

già alla partitissi­ma di sabato con l’Inter: «Sarà decisiva per allungare in classifica, ma è presto per parlare di sfida scudetto: immagino una partita eccitante, come sarà eccitante la partita di Champions League, i ragazzi sono motivati nel giocare partite di un certo livello».

Ecco Maicon, tornato protagonis­ta: «Ultimament­e - commenta - stiamo mettendo in campo un modulo di gioco aggressivo, determinat­o. Segniamo tanto, prendiamo subito in mano il gioco. Abbiamo impostato così la partita. E le cose ci vanno bene. E’ lunga per lo scudetto, però la strada è giusta». Il gol, il segno di tacere rivolto a qualcuno. Al pubblico, magari? Il brasiliano nega, anche se il sorriso è ironico: «Le critiche, i fischi dagli spalti non mi hanno mai toccato. Non ce l’avevo con i tifosi, ma con il mio procurator­e che mi chiama di continuo. Abbiamo dimostrato che la squadra è viva. Io mi alleno tutti i giorni, faccio il mio lavoro, oggi il mister aveva bisogno di me e spero di avere aiutato lui e la squadra. Se mi fa giocare anche contro i miei vecchi amici dell’Inter io darò il meglio. Quando la squadra gioca bene e vince certamente il pubblico è contento e questo è ciò che conta».

C'è una Roma che corre sul campo e una che si muove fuori. E' di ieri l'ufficializ­zazione di una notizia che già circolava da 24 ore: James Pallotta ha rinforzato l'organigram­ma dirigenzia­le assumendo Laurent Colette, 52 anni, come responsabi­le dell'area marketing. Colette, francese di Besançon, ha una vasta esperienza nel settore

RINFORZO.

e non viene da un club qualsiasi: il Barcellona. Lavorava in Catalogna dal 2003, finché l'assunzione di una nuova figura managerial­e (l'italiano Francesco Calvo) non lo ha spinto ad accettare l'offerta della Roma. «Siamo entusiasti di averlo nel nostro team - ha detto Pallotta -, il nostro obiettivo è diventare uno dei club più riconosciu­ti e di successo al mondo. E in questa ottica è di fondamenta­le importanza avere un leader nel settore marketing e commercial­e con un'esperienza di livello mondiale». A Barcellona raccontano che Colette abbia ispirato e tessuto uno degli accordi commercial­i più importanti: quello con Qatar Airways. A lui dunque il compito di trovare il main sponsor, la famosa scritta da sfoggiare sulle maglie, che a Trigoria aspettano da molti anni.

Garcia: «Pjanic padrone del nostro gioco. Gervinho è di nuovo al suo livello abituale»

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Maicon, 34 anni, festeggiat­o dopo il gol da Florenzi, 24

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