Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)

Brilla Kalinic, la Viola riparte e vola con le big

Il croato propizia l’autogol di Marquez e segna su assist di Rossi

- Di Alessandro Rialti

Si cresce così, imparando anche a essere cinici. La Fiorentina torna al successo dopo tre sconfitte consecutiv­e (due in campionato con Napoli e Roma, con in mezzo il tonfo europeo) giocando una delle sue gare meno belle, ma efficace. Conta l’uno-due che ha messo giù il Verona. Conta aver risposto alle prime della classe, conta aver mostrato di saper gestire anche una squadra d’attacco con la coppia Rossi-Kalinic. Conta, per la Fiorentina, aver saputo reggere in fase difensiva e aver digerito anche il match puramente fisico con un Verona quasi disperato. Botte a muso duro, con la calma di chi sente di avere la partita in pugno. Non è stata, quella di Sousa, la Fiorentina del primo tempo di Napoli, neppure quella capace di mettere la Roma in un angolo, salvo soffrirla nelle ripartenze. E’ stata però una Fiorentina pronta a sfruttare le occasioni che le sono arrivate anche per la pochezza degli uomini di Mandorlini. Una Fiorentina pronta

Sepe, Lezzerini, Rebic, Mati Fernandez, Suarez, Verdù, Babacar.

25’ st Marquez (V) aut, 12’ st Kalinic (F) Valeri di Roma 6,5. Arbitri d’area: Rizzoli e Aureliano. Guardaline­e: Musolino e Schenone. Quarto uomo: Vuoto.

Rossi (F) per Kalinic. Pisano (V), Greco (V) Marquez (V), Borja Valero (F) Rossi (F) per gioco falloso.

spettatori paganti, 5.014 incasso 261,595, abbonati 13.208 per una quota di 188.069 . Angoli: 5-3 per il Verona. Recupero: 1’ pt, 4’ st.

anche a diventare fredda, mortale quando la gara si stava troppo accendendo. Da squadra vera, oramai solo alla ricerca di riuscire a salire l’ultimo scalino. Ci sono gli uomini di Sousa, sono lassù e pare proprio siano decisi a restarci. Con le buone o con le cattive, con classe o anche senza. Bene così. Il Verona invece pare davvero finito su un volo a planare. Giù, quasi in picchiata. Ha provato con le cattive quando si è accorto che la partita gli sfuggiva di mano. Poco, pochissimo, quasi niente. Così il campionato rischia di diventare una sofferenza. Quanto manca Toni. Immensamen­te. Serata niente facile per le due panchine. Mandorlini sente l’aria intorno che si è fatta di ghiaccio, Paulo Sousa viaggia lassù ma tre sconfitte consecutiv­e, seppur diverse, che non sono mica agevoli compagni di viaggio. E Verona è fredda, come la pioggia che cade ininterrot­ta.

Sousa gioca con la difesa a quattro, ripresenta

PARTITA.

Pasqual titolare, davanti alla linea ci sono Vecino e Borja Valero. In avanti Pepito parte punta con Kalinic che arretra con Ilicic. Il Verona tiene Gomez stabilment­e alto, Jankovic a sinistra, Sala e Pisano si alternano ad attaccare la fascia destra. Partita di niente fino al minuto 24' quando Kalinic si trova una palla comoda per una risposta corta dell’ex Gollini. L’occasione è invitante ma Kalinic conclude male. Ma sono solo le prove generali, minuto 25 «pasticciac­cio fra, ancora, il giovane Gollini e Marquez, si inserisce Kalinic ma il tocco è del veronese, 0-1. Il Verona si vede al minuto 36, acrobazia di Jankovic e bella risposta di Tatarusanu. Ma è un primo tempo di poche occasioni e di tanti falli, al punto che Sousa protesta risentito per quella che giudica una sorta di «mattanza». Ma anche Madorlini protesta per i «troppi» gialli. La verità che il Verona è in difficoltà e si arrangia, poco gioco, bravo Vecino anche se impreciso, male «Kuba», Rossi si muove ma non morde, Kalinic appare a sprazzi.

Al settimo della ripresa Sousa sostituisc­e lo spento «Kuba» e manda in campo Bernardesc­hi. Al minuto 12 i viola piazzano una botta da ko, Rossi (lanciato da Kalinic) fa la cosa migliore della gara, scappa sulla sinistra, mette perfettame­nte sui piedi dello stesso Kalinic, tocchetto e 0-2. A questo punto esce Rossi, sostituito da Badelj che rinforza il centrocamp­o. Esce anche Astori, problemi alla coscia, per Tomovic. Il doppio vantaggio è colpo durissimo per gli uomini di Mandorlini. Il finale è fatto solo di pioggia, freddo, applausi dei viola e fischi dei tifosi di casa.

RIPRESA.

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La felicità viola: Kalinic, con Rossi e Borja Valero

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