Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
«Senza regole i bambini non imparano»
«Sì, ora c’è un po’ di casino, non solo per l’incidente di per sé. Per questo abbiamo Il caso Marquez divide anche in Spagna, dove ovviamente i più sostengono il pilota di casa. Ma sorprendono il valenciano Hector Barberá e l’expilota Fonsi Nieto per le critiche allo spagnolo, definito “egoista” dal primo e antisportivo da Nieto. Mentre Sete Gibernau dà dei “bambini” sia a Marquez che a Rossi, e critica duramente la federazione internazionale di motociclismo per l’assenza di regole chiare. Un punto in comune col comunicato di Repsol, sponsor iberico del Team Honda, che però minaccia la FIM di abbandonare la Motogp: «Senza questi valori (di sportività e fair-play n.d.r.) non avrebbe senso la sponsorizzazione».
FUOCO AMICO.
Durante un atto pubblico nel municipio di Castellón, Barberà, pilota della Ducati-Avintia, smonta la tesi del complotto, e scarica tutta la responsabilità all’ego di Marquez: «Sappiamo tutti che Marquez non accetta secondi posti, ma non vuole aiutare Lorenzo perché è molto egoista e vuole vincere solo lui». Secondo Hector allora le provocazioni di Marquez sarebbero il frutto più della frustrazione di chi vuole sempre vincere e invece si è visto beffare nei recenti duelli contro Valentino. Sulla stessa linea d’onda Fonsi Nieto che instilla il dubbio sulla correttezza della gara di Marquez: «In Malesia le Honda avevano più ritmo, la lotta avrebbe dovuto essere tra Pedrosa e Marc, invece Marc ha lottato con Rossi a tanta distanza da primi e questo si chiama fare da tappo».
DURISSIMI GIBERNAU.
Stavolta la spallata però la dà lui, Sete Gibernau, rivale di mille battaglie con Valentino. L’expilota catalano ha inviato una lettera ai media spagnoli in cui spiega chiaramente il suo stato d’animo dopo il fattaccio di Sepang: «Con tristezza vedo nuovamente il mondo dello sport, e non solo, diviso». Triste perché, confessa Gibernau: «Oggi si sta punendo in modo ingiusto e crudele due persone, due grandissimi sportivi, privati degli insegnamenti a cui tutti abbiamo diritto». Affermazione che Sete chiarisce paragonando la FIM a dei genitori che non hanno insegnato nulla ai “figli” piloti, ma anzi: «Hanno abbandonato le chiavi dell’educazione e della formazione». Un colpa gravissima per Gibernau che rincara la dose con il parallelo dei piloti-bambini: «Adesso si giudica, si critica e si lincia, ma il responsabile non è il bambino pieno di talento e speranza (?) Senza regole, senza un regolamento chiaro che definisca quello che è lecito e ciò che non lo è, non si potrà mai insegnare a un pilota quello che si può o non si può fare. In una parola senza norme chiare, non c’è educazione possibile».