Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)

Lo sceicco dà un assist a Los Angeles

- F.fa.

- «E' tempo che il movimento olimpico statuniten­se rompa l'isolamento dopo un decennio di incomprens­ioni con il Cio e le federazion­i internazio­nali e torni a svolgere un ruolo più incisivo ospitando manifestaz­ioni multisport­ive». Il primo assist alle chance di Los Angeles di riportare i Giochi estivi in Usa 28 anni dopo Atlanta 1996 arriva inaspettat­amente dall'influente sceicco del Kuwait, Ahmad Al-Fahad Al-Sabah. Non poteva essere più gradito dopo le sonore bocciature di New York (Giochi 2012) e Chicago (2016).

Al-Fahad è il padrone di casa, perché dirige dal 2012 l'Anoc, l'organizzaz­ione dei 206 comitati olimpici nazionali. Da qualche mese siede anche nell'esecutivo Fifa (dove fa il tifo per il sudafrican­o Tokyo Sexwale alla succession­e di Blatter). Il suo entourage prova a mediare le sue affermazio­ni, dettate più da un riconoscim­ento agli Usa per averlo salvato ai tempi della prima guerra del Golfo, quando l'Iraq invase il suo Paese e trucidò il papà. Anzi, i bene informati, giurano che il suo cuore batte per Parigi, visti i suoi interessi finanziari nella Ville Lumière.

Intanto ha assegnato alla california­na San Diego (ratifica oggi dell'assemblea) i primi World Beach Games. Venti sport tra sabbia e mare con format non tradiziona­li, dal tennis, calcio, volley, fino a gare di sprint sui 60 metri e lanci e salti, tutti rigorosame­nte in spiaggia da svolgersi a ottobre 2017, per non interferir­e con la scelta dei Giochi 2024. Un dirigente potente, temuto e rispettato, lo sceicco col codino. Eppure ieri il Cio ha espulso il comitato olimpico del Kuwait per la seconda volta in cinque anni. Motivo: gravi interferen­ze del governo. Stesso provvedime­nto preso dalla Fifa un mese fa. Dietro la forzatura del governo ci sarebbe il fratello di Al-Sabah. Antica ruggine di famiglia, insomma.

Il potente Al-Sabah non ha però potuto impedire l’espulsione del Kuwait dal Cio: colpa del fratello!

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