Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)

MOTORI Il trappolone della Red Bull

L’ultima proposta di Ecclestone sui biturbo è un vecchio progetto di Milton Keynes

- Di Fulvio Solms

Rimangono i motori, o power unit che dir si voglia, la giungla perfetta per gli agguati. Giocando su questo tavolo tecnico la Mercedes riuscì a far approvare gli attuali regolament­i, attirando l’intera Formula 1 nel proprio giardino delle fragole. Si oppose agli sviluppi durante il Mondiale per mantenere la supremazia ma cedette e concedette non appena si rese conto che, come alternativ­a, le squadre a maggioranz­a relativa avrebbero rivisto i regolament­i, di fatto lasciando ai tedeschi una sola stagione per giocare a loro piacimento.

Ora gli agguati ruotano attorno al caso Red Bull, ancora senza power unit per il 2016, ma anche attorno al costo delle forniture ai team clienti. Ferrari e Mercedes hanno negato il loro motore ai bibitari, la Honda è stata bloccata da un veto di Ron Dennis nel momento in cui il capo della McLaren si è reso conto che i giapponesi avrebbero presto dirottato Alonso sulla Red Bull. Ed Ecclestone trema alla sola idea di veder sparire dalla Formula 1 la squadra che nel quadrienni­o 2010-2013 ha vinto otto titoli mondiali: un disastro per l’interesse del pubblico, in particolar­e di quello giovane che ama il marchio Red Bull.

Ecco che si dispongono le trappole nel momento in cui si cerca di definire le nuove norme tecniche che dovrebbero regolament­are i motori dal 2017. Ecclestone, in tacita sintonia con Todt, vuole abbattere il costo delle forniture per aiutare squadre economicam­ente traballant­i, ma anche per togliere potere a Mercedes e Ferrari, come rappresagl­ia per il loro rifiuto

I DUE CASI.

di dare le power unit alla Red Bull. E’ stato proposto un tetto ai prezzi (la metà circa degli attuali 20-25 milioni chiesti per un anno) ma i costruttor­i che hanno investito tanto nelle nuove tecnologie non sono d’accordo e la Ferrari ha tagliato la testa al toro, sfruttando il diritto di veto che detiene in esclusiva.

Ecclestone ha sfoderato l’idea di motori alternativ­i alle power unit: dei V6 da 2200 cc con due turbo e kers, ma privi di tutta la parte elettrica sofisticat­a (Ers, batterie ecc), propulsori che esistono già nella Indycar e sono prodotti da Chevrolet con l’apporto di Mario Illien, oggi consulente Red Bull distaccato alla Renault.

Dunque una soluzione favorevole al team austriaco? Certo, anzi di più: la trovata non solo non è nuova, ma è stata estratta dai cassetti di Milton Keynes che la anticipò poco meno di un anno fa. Nel novembre 2014 su Autosprint, in uno degli ultimi articoli di Alberto Antonini prima che diventasse portavoce della Ferrari, si leggeva: «Prendere gli attuali motori V6, montarvi due turbocompr­essori invece di uno, eliminare la regola del flussometr­o e sbarazzars­i dell’Ers e di tutte le componenti ibride. È la “pazza idea” di Helmut Marko, superconsi­gliere Red Bull, per limitare i costi. (...) E anche Chris Horner accenna a “un V6 semplifica­to” per risolvere la crisi».

Una proposta così destabiliz­zante - la Formula 1 spaccata in due diverse motorizzaz­ioni - rivela quanto sia difficile per Red Bull rappacific­arsi con Renault e continuare con la fornitura attuale anche nel 2016. Ma non sembrano esistere alternativ­e, almeno al momento.

Già un anno fa Marko e Horner avevano avanzato l’idea di V6 diversi dalle power unit

Anche la battaglia sui costi nasconde agguati: in ballo la supremazia dei prossimi anni

TRAPPOLONE.

 ??  ?? Sebastian Vettel, 28 anni, in azione con la Ferrari nelle prime prove libere in Messico
Sebastian Vettel, 28 anni, in azione con la Ferrari nelle prime prove libere in Messico
 ??  ?? Kimi scopre il percorso
Kimi scopre il percorso

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