Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
È roba da Juve derby suo al 93’
Cuadrado piega il Toro nel recupero Allegri alla rimonta ci crede (2-1)
Questa Juve non muore mai. Il verdetto dello Stadium in un derby dove, forse, per la prima volta da tanti anni il Torino non partiva battuto a prescindere è stato molto preciso, inappellabile. Massimiliano Allegri ha esultato come non mai al termine di una partita dove la Juventus ha confermato di avere una sola anima (Buffon) e un solo autentico fuoriclasse (Cuadrado). I due campionissimi che hanno aiutato i Campioni d’Italia a mantenere ancora vivo il sogno di un’incredibile rimonta per un altro scudetto. Bene Pogba, è vero, anche se a corrente alternata. Ma al francese va riconosciuto un passo in avanti sul piano della maturità e della concretezza in un momento difficilissimo della stagione. Martedì contro il Borussia i bianconeri possono e devono ipotecare la qualificazione
agli ottavi di finale di Champions League in casa del Borussia Monchengladbach.
KHEDIRA. Non è sicuramente una stagione fortunata per Massimiliano Allegri che ieri sera ha dovuto certificarte il quindicesimo infortunio muscolare. Khedira si è fermato, da solo senza aver subito apparentemente colpi «proibiti», poco prima del 10'. Logico e scontato l’inserimento di Cuadrado che ha cambiato, decisamente in meglio, la partita dei bianconeri. Il colombiano è andato a occupare la corsia di destra dell’attacco bianconero. Molinaro e Baselli hanno sofferto non poco l’ex-Viola e, comunque, il gioco e l’autostima juventini sono lievitati in maniera esponenziale anche nel finale drammatico, emozionante, commovente nella sua altissima tensione. Ventura, però, non si è mai scomposto, ha invitato solo i suoi a tenere sotto controllo lo scatenato Pogba. Capace, in una sola azione, di far ammonire contemporaneamente Bovo e Acquah.
DYBALA. Osservato come sempre... speciale, Paulo Dybala si è fatto vedere solo a tratti. Ha fatto un magico velo, è vero, sull’assist di Cuadrado per Dogba ma quando si è trattato di andare a graffiare o, meglio ancora, schiaffeggiare la difesa granata si è visto poco e male. Anche perché Morata è apparso incredibilmente avulso dal gioco, dalla manovra, da qualsiasi iniziativa positiva in una partita che doveva essere vinta. E non solo per semplici ragioni di classifica.
L’esperienza di Giampiero Ventura si è manifestata nella sua abituale concretezza nella pausa fra i due tempi. Senza farsi trascinare da inutili isterismi, il tecnico granata ha innazitutto ricaricato la squadra a pallettoni. L’1-1 è maturato in condizioni a dir poco rocambolesche. La punizione calciata da Bovo è stata respinta in barriera da... Baselli che ha rimpallato il pallone ancora sui piedi dello stesso Bovo che ha battuto di potenza Buffon. Poi Ventura ha sostituito Molinaro con Zappacosta, più fresco e volitivo. Il Toro ha alzato notevolmente il baricentro del suo gioco. Buffon ha dimostrato non solo a parole ma anche con i fatti che in questo momento è l’unico leader di questa Juventus. In ben due occasioni ha neutralizzato con estrema bravura le conclusioni, entrambe di testa, dello scatenato Glik. Allegri ha tentato di riprendersi l’intera posta sostituendo poco dopo la mezz’ora Morata con Mandzukic. La tifoseria bianconera, però, ha completamente perso la pazienza quando al 41' ha mandato in campo Alex Sandro per Dybala. Scelta fischiatissima che, però, ha fatto da preambolo al penultimo rabbioso assalto che ha cambiato il destino della Juventus. Nel 3' minuto di recupero Alex Sandro ha pescato il jolly, complice un «buco» nella difesa granata. È spuntato alle spalle di tutti Cuadrado, sedendosi sul pallone che è schizzato in rete beffando Bruno Peres. Vittoria all’ultima azione, come un anno fa quando Pirlo decise il derby. La Juve è tornata, chi l’aveva già eliminata dalla corsa Scudetto si dovrà ricredere...