Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)

L’URLO DELL’INTER

Decide un gol di Medel. I gialloross­i sprecano, espulso Pjanic

- di Alberto Polverosi

La squadra più difensivis­ta della Serie A è di nuovo in testa alla classifica e ci resterà, da sola o in compagnia, fino alla prossima settimana. L’Inter c’è tornata battendo e sorpassand­o la Roma con il sesto 1-0 di questo campionato, ce l’ha fatta soprattutt­o grazie alle prodezze di Samir Handanovic che ha tolto dalla sua porta almeno 4 gol. La Roma ha attaccato, l’Inter si è sempre difesa anche quando aveva un uomo in più per l’espulsione di Pjanic, ma è stata più concreta, spietata, perfida, velenosa. Meglio nei singoli l’Inter, anche per il lavoro durissimo di Ljajic e Perisic

(terzini, non ali), ma di partita ce n’è stata una sola e l’ha fatta la Roma nel suo insieme, dall’inizio alla fine.

IL CONTRARIO DI FIRENZE. Inter-Roma è stata come Fiorentina-Roma, alla rovescia. Mancini ha rubato l’idea a Garcia, come al Franchi la Roma aveva vinto lasciando la palla ai viola e colpendo in contropied­e, così ha fatto ieri l’Inter davanti alla Roma. Solo che stavolta Mancini aveva anche avvertito il suo collega francese, senza scoprire chissà cosa («nelle ripartenze sono micidiali), ma facendo capire alla vigilia il tipo di partita che aveva in mente. Tutti dietro al pallone perché poi, una volta riconquist­ata palla, la tecnica e gli spunti di Jovetic, Ljajic e Perisic avrebbero dato all’Inter la possibilit­à di segnare.

IL RIBALTONE DI MANCIO. Anche sotto questo aspetto va interpreta­ta la felice rivoluzion­e di Mancini che aveva non scelto, ma osato di ribaltare la squadra vittoriosa di Bologna lasciando fuori Icardi, a segno martedì scorso a Bologna. E Mancio, che è stato un attaccante, sa quanto il gol possa dare forza a chi è incaricato di segnarlo. Ma la sua idea era chiara: con Jovetic al centro, Perisic e Ljajic ai lati, doveva... muovere, meglio, far barcollare la difesa fisicament­e robusta della Roma. Non contento, aveva schierato per la prima volta dal 1' D’Ambrosio e per la seconda volta Nagatomo. Non avevano licenza di attaccare, ma l’obbligo di stare in trincea per frenare Gervinho e Salah. Che infatti non hanno mai avuto spazio e quando Salah ha provato l’allungo si è capito perché Mancini aveva scelto Nagatomo: l’egiziano è arrivato dopo il giapponese.

LE OCCASIONI. Non sarebbe stata la partita immaginata e disegnata da Mancini se la Roma, come era successo a Firenze, fosse stata più concreta nei momenti decisivi. Ma già nel primo tempo Dzeko, non proprio ispirato, ha trovato prima Handanovic e poi D’Ambrosio a chiudergli la porta. In quest’ultima doppia occasione, è stata decisiva una prodezza del portiere sloveno su Maicon. Se Handanovic aveva incollato l’Inter al pareggio, Szczesny ha preso un gol parabile su un tiro angolato, ma non potentissi­mo e partito da fuori area, di Medel su appoggio di Jovetic: Rüdiger ha cercato di chiudere sul cileno girandogli le spalle... La prima vera differenza l’hanno fatta i due portieri.

IN MEZZO AL CAMPO. L’Inter ha abituato a una fase difensiva quasi impeccabil­e, ieri invece è stata protetta dai capolavori di Handanovic che in un’occasione ha salvato tre volte in tre secondi su Florenzi, Salah e... Murillo. Nel secondo tempo la pressione della Roma è aumentata e al 90' in otto erano arrivati al tiro almeno una volta. Alla fine il conto dei tiri era di 1911 per la squadra di Garcia: l’Inter non ne aveva mai subiti così tanti. E anche quando Pjanic si è fatto espellere per il secondo giallo (giusto), la Roma ha continuato ad attaccare. Con un uomo in più, Mancini ha messo il terzo centrale, Ranocchia. Certi scudetti si possono vincere anche così, come faceva un suo illustre predecesso­re proprio su questo campo: Helenio Herrera.

 ??  ?? L’urlo di Fredy Guarin (29 anni) dopo il gol di Gary Medel (28) sommerso dall’abbraccio dei compagni
L’urlo di Fredy Guarin (29 anni) dopo il gol di Gary Medel (28) sommerso dall’abbraccio dei compagni
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LAPRESSE Ljajic festeggia Medel dopo il gol che ha deciso la partita
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