Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
Juve, tutto su Cuadrado
Tocca a lui anche in Champions. E il club vuole riscattarlo dal Chelsea
Di nuovo capolista, tutto il Franchi è in piedi e ringrazia Paulo Sousa e la sua squadra. In testa, accanto all’Inter, un punto più della Roma, la Fiorentina non è più un miraggio estivo, è una realtà, sorprendente quanto si vuole, ma vera, solida, credibile.
Il successo sul Frosinone è una sorta di tempesta di gol e possesso palla. E’ vero che Stellone facilita il lavoro al tecnico viola, rivoluzionando mezza squadra, imbottita di sostituti, ma è anche vero che Sousa fa altrettanto. Resta la gara, univoca, divertente nel suo essere a senso unico. Il Frosinone gioca, nessuna forma di muro preventivo, di difesa a oltranza, anzi, anche se abbassa il baricentro fin da subito. Gioca e viene colpito con una gragnola di gol,
come un incontro di boxe fra Tyson e il vicino di casa.
Uno, due, tre, quattro, i viola attaccano e segnano, colpo colpo, senza concedere un solo attimo di respiro. Asfissianti, padroni, illuminati sulla strada di Sousa. Un miracolo calcistico: il tecnico ha preso una squadra che molti davano in rapida deiezione e l’ha fatta rialzare di scatto. Oramai Sousa è per tutti l’ «ipnotizzatore». Capace di guardare negli occhi i propri giocatori, di dirgli andate e segnate, con la squadra pronta a buttarsi, per lui, fuori dalla trincea. C’è una vecchia storia, solo le cavallerie polacca e finlandese avevano il coraggio di affrontare i tank tedeschi nell’ultima guerra mondiale, ma solo i polacchi erano convinti di vincere. Ecco, oggi la Fiorentina sembrava la cavalleria polacca.
RIVOLUZIONI. Sorpresa alla lettura delle formazioni. Sousa gioca con una sola punta (fuori in un colpo solo Rossi e Kalinic), Babacar, rilancia a centrocampo Suarez accanto a Badelj. Sulla fascia destra mette il giovane Rebic al quale chiede di trasformarsi nell’uomo chiamato cavallo. Lo incita, lo richiama, lo spinge e Rebic corre, fino a sfiancarsi (nonostante un dolore alla schiena). Difesa obbligatoria con Mati Fernandez dietro a Borja Valero. Dall’altra parte Stellone cambia molto, fuori fra gli altri Leali, Rosi, Blanchard, Gori e Dionisi, in attesa della gara fondamentale di domenica con il Genoa. Proteste per alcune decisioni, contatto con Babacar, netto il rigore di Mati Fernandez, ma passa inosservato un fallo netto di Gonzalo su Ciofani.
LA PARTITA. Al 4' ottima intuizione di Rebic che offre a Babacar che dalla destra spara, Zappino respinge d’istinto. Minuto 15', Mati Fernandez per Badelj, botta che esce di un niente. Centoventi secondi e Babacar, da un corner, gira una palla al curaro, miracolo clamoroso di Zappino che smanaccia il pallone a pochi centimetri dalla traversa. Al 24' passano i viola. Palla a Rebic che tira-crossa e palla al sette. Tutti paralizzati. Un minuto e Rebic colpisce anche un clamoroso palo. Fiorentina travolgente, al 29' segna Gozalo di... tacco su punizione di Mati Fernandez. Un altro minuto e lo stesso Mati si procura un calcio di rigore che Babacar trasforma con un pallonetto vellutato come il cachemire.
Tre a zero, un palo e due parate decisive e Sousa ancora non è contento. Giusto così, quando si vola si può anche guardare il sole. Mica è finita, minuto 42: Mario Suarez anticipa Chibsah con uno scatto che taglia in due la difesa del Frosinone, entra in area e spara dentro la porta. E’ 4-0 e “sorpassissimo” sulla Roma in testa al campionato. Nell’intervallo esce Babacar (per Verdù) e Sousa utilizza Borja di punta. Salvo dopo quattordici minuti riequilibrare il tutto, mettendo Rossi di punta, facendo uscire Roncaglia e arretrando Suarez. Poi spazio pure per il debuttante in A, Lezzerini, tra i pali. Non solo, pure Verdù con un pallonetto colpisce la traversa. E arriva anche il gol della bandiera. Sbaglia Verdù, anche Lezzerini e Frara segna. Rossi si diverte e il Frosinone colpisce, con Verde, una traversa.
73 POSSESSO PALLA VIOLA Per la precisione 73,4%: è il possesso palla fatto registrare dalla Fiorentina contro il Frosinone. E’ il record per una partita del campionato in corso.