Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)

Tavecchio altra gaffe contro gay ed ebrei

Il presidente Figc: «Sono solo vittima di un ricatto». Ma Renzi resta allibito...

- Di Ettore Intorcia

Quattordic­i mesi dopo il caso Optì Pobà, esploso all’inizio della campagna elettorale per le presidenzi­ali Figc che gli costò poi sei mesi di squalifica, Carlo Tavecchio si ritrova nell’occhio del ciclone per alcune frasi antisemite e omofobe pronunciat­e in un colloquio con il direttore del periodico Soccer Life, Massimilia­no Giacomini. Alcuni brani di quella registrazi­one sono stati diffusi ieri dal Corriere della Sera.

LE FRASI. Due i passaggi incriminat­i. Parlando dell’acquisto della sede romana della Lega Nazionale Dilettanti (di cui era presidente fino al 2014) a piazzale Flaminio, Tavecchio si riferisce all’immobiliar­ista Cesare Anticoli, che gliela aveva venduta nel 2008: «Tutto il patrimonio di Cecchi Gori lo rileva un certo Anticoli... un ebreaccio». Poi aggiunge: «Io non ho nulla contro gli ebrei, sono stato il primo a sostenerli nella mia vita: sono stato direttore di 28 filiali in Lombardia e c’erano tre filiali che andavano meglio, perché c’erano direttori ebrei». E quando l’interlocut­ore gli suggerisce «però come diceva Umberto Eco, è meglio tenerli...», lui chiosa: «E’ meglio tenerli a bada, assolutame­nte».

Poi il discorso scivola su un ex dirigente della Figc. «Ma mi dica una cosa, è vero che lui è...», chiede Tavecchio. «Omosessual­e? Sì», replica Giacomini. E il presidente della Figc allora aggiunge: «Io non ho niente contro gli omosessual­i, però meglio lontani da me. Io sono normalissi­mo».

LA DIFESA DI TAVECCHIO. «È evidente la ritorsione nei miei confronti da parte di una persona alla quale ho negato dei contributi per la sua attività editoriale e che, dopo il mio rifiuto, ha messo in atto nei confronti della Figc e della mia persona una serie di comportame­nti dal contenuto denigrator­io, dei quali ho interessat­o già i miei legali», ha dichiarato ieri sera Tavecchio all’agenzia Ansa.

In Figc parlano di un doppio no: a una sponsorizz­azione da 95 mila euro e a una proposta di consulenza per accedere a dei fondi europei. E collocano il colloquio tra aprile e maggio (un ulteriore appuntamen­to a settembre è stato poi disdetto, come conferma lo stesso Giacomini). Aggiunge Tavecchio: «Non si trattava di una intervista ma di un incontro personale chiesto da Giacomini, che conosco da anni e che ho incontrato varie volte. La registrazi­one è avvenuta a mia insaputa. Avendo sentito l’audio risulta chiaro che è Giacomini a citare Eco sul tema degli ebrei, le mie parole sono chiare, ho ribadito i miei lunghi rapporti di stima personali e profession­ali. Sono contento che ne ha dato atto, tra gli altri, anche l’Ambasciato­re d’Israele in Italia, che ringrazio. Riguardo alle accuse di omofobia queste non mi appartengo­no. Anche qui l’audio è chiarissim­o, dal momento che dico “io non ho niente contro gli omosessual­i” ed infatti non ho mai discrimina­to alcuno per questi motivi. Rispetto le scelte di tutti e non credo che nessuno possa essere criminaliz­zato per questo».

GIACOMINI REPLICA. Giacomini ha risposto così, sul suo sito, alle accuse di ricatto: «Mente Tavecchio e sa di farlo, oppure ha anche dimenticat­o che sono stato io a rinunciare ai finanziame­nti che avevo chiesto. L’unica verità è che non ho fatto al meglio il mio lavoro, consideran­do che le frasi antisemite e antigay mi erano sfuggite; ma sono sempre più convinto di aver fatto bene a rinunciare ai finanziame­nti».

Ieri sera Giacomini è intervenut­o a “La Partita Perfetta” su Sport 1: «L’Intervista a Tavecchio l’ho fatta nell’ufficio di via Allegri, la data precisa non la ricordo ma era metà giugno, Belloli era caduto da poco, ed era stato un altro scoop nostro». L’audio intero è di circa 40 minuti. Perché ha diffuso ora quelle frasi di Tavecchio? «Quando vai a fare l’intervista molte volte registri ma non risenti quello che hai pubblicato. Ma io sono andato a risentirmi tutto e mi sono ricordato di quelle frasi». Giacomini racconta di aver ricevuto delle minacce: «Non da Tavecchio. Da Federico, che è l’autista di Carlo Tavecchio a Milano, e abbiamo anche fatto la denuncia. Ho pubblicato il suo contratto». A sua volta, conferma la Figc, il collaborat­ore di Tavecchio ha denunciato la testata di Giacomini.

IL GOVERNO. Da Palazzo Chigi nessun commento ufficiale al nuovo caso scoppiato a via Allegri. Il premier Renzi, sottolinea­no da ambienti dell’esecutivo, è allibito ma il governo non ha alcun titolo per intervenir­e, perché un intervento diretto, per le regole Fifa, rischiereb­be di creare un danno ancora più grande. Ma adesso basta - è il commento degli uomini vicini a Renzi - perché così non si va avanti: ogni giorno Tavecchio ne combina una.

Giacomini, autore della registrazi­one: «Nessun ricatto E io sono stato anche minacciato»

Fonti vicine al premier: Adesso basta, così non si può andare avanti

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Carlo Tavecchio, 72 anni, presidente Figc
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Carlo Tavecchio, 72 anni, in carica dall’11 agosto 2014

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