Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
«Mai smettere di crederci»
Destro: «Ci tenevo, per un attaccante il gol è tutto Sono venuto qui a Bologna per dimostrare chi sono»
Per la sua personale resurrezione Mattia Destro ha scelto un giorno non banale. 1 novembre, si celebrano i santi. Per la curva Bulgarelli: Destro santo subito. Primo gol in campionato. Astinenza finita. Minuto 13 della ripresa: assist di Masina, controllo, tiro. Il centravanti si è svegliato prima di sera. Non segnava da maggio, erano i tempi della sua parentesi milanista. Il gol lo restituisce alla sua fama. Quella che, prima dell’arrivo a Bologna, diceva: Destro ha una media di un gol ogni tre partite in A. «Ci tenevo a fare gol, sono contentissimo. Il gol per un attaccante è tutto. Se poi si vince, meglio: questi sono tre punti pesanti che danno serenità a tutto l’ambiente». Non aspettatevi dichiarazioni folgoranti, qui si viaggia sui binari della normalità. Profilo basso, testa alta. Sorriso finalmente su questi schermi. Dopo il gol Destro è corso ad abbracciare Luca Gotti, il vice di Donadoni. Il legame è antico: Gotti era stato il suo allenatore nell’Italia Under 17, quando Destro era ancora un prospetto del vivaio interista. L’abbraccio a Gotti è un gesto d’affetto che racchiude un altro significato: l’allenatore in settimana ha perso il padre. «E’ a lui che dedico il gol, a lui e alle persone che mi sono state vicino in questo periodo non facile, mia moglie (Ludovica Caramis, ndr), la mia famiglia». E’ un po’ anche un’auto-dedica. «Sono venuto qui a Bologna per dimostrare quello che sono». Cioè un attaccante da tabellino dei marcatori.
COSA E’ CAMBIATO.
Non è un caso, il gol di Destro è arrivato nel momento in cui la partita poteva ancora decidere in che direzione andare. Il Bologna era in vantaggio (per gentile concessione di Toloi e felice intuizione di Giaccherini), l’Atalanta non era ancora al tappeto. Nell’attimo in cui il pallone è entrato alla destra di Sportiello, Destro ha cancellato i (tanti) fantasmi che fin qui gli si sono agitati davanti, ultimo il clamoroso errore di martedì sera, tiro al volo calciato addosso ad Handanovic, Bologna impallinato alla sconfitta, Rossi esonerato. Si era già nel recupero, forse qualche destino sarebbe cambiato. Ma il passato è una terra straniera. «Non penso agli errori, non mi piace. Io piuttosto guardo avanti, del resto gli attaccanti segnano e sbagliano, fa parte del nostro mestiere. Certe volte la tocchi per sbaglio e segni, altre tiri bene e il portiere fa il miracolo». Destro è un uomo nuovo che usa parole dolci per l’allenatore che ha guidato il Bologna fino all’altro ieri. «Penso che nel pre-campionato Rossi ci ha dato tutto e noi abbiamo cercato di fare il massimo. Adesso è arrivato Donadoni e continuiamo su questa strada. Lui ci ha dato serenità e convinzione e ci ha ripetuto che siamo un’ottima squadra». Bastasse ripeterlo a tutti, la Sambenedettese sarebbe da Champions. Ma non è solo questo. Ci sono poi i valori tecnici. Su quelli sta lavorando Donadoni, oltre che sulla mentalità di una squadra che finora era apparsa troppo fragile ed esposta ai venti contrari. Bastava un alito di vento, per stenderla a terra. Ora è diverso. «La verità è che bisogna credere in se stessi e nelle proprie capacità. Non bisogna mai smettere di farlo. Ma non dobbiamo rilassarsi e pensare che il più sia fatto, qui c’è da lavorare e sabato abbiamo un’altra partita di quelle che contano». Al Bentegodi, contro il Verona, che ieri ha pareggiato con il Carpi (0-0) facendo un bel favore ai rossoblù.
POTERE DEL GOL.
Mentre Destro parla, la curva Bulgarelli intona cori che lo celebrano come il salvatore della patria. Va così, è il calcio. Mugugni prima, osanna poi. «Questa vittoria è importante perché ci dà morale e ci fa capire le nostre potenzialità. Siamo una squadra completamente nuova, questa non è una novità, lo sapevamo anche prima. Oggi (ieri, ndr) abbiamo imposto il nostro
Commovente la corsa incontro a Gotti, il vice di Donadoni, che ha appena perso il papà Era stato il suo allenatore nella Nazionale Under 17, «è per lui e per chi mi è stato vicino»
gioco contro un’ottima Atalanta, questo è un buon segnale per il futuro». C’è tempo anche per un’analisi della partita. «Siamo stati bravi davanti e bravissimi dietro». Vero: per la seconda volta in undici partite (l’altra col Frosinone) il Bologna è riuscito a mantenere la porta inviolata.