Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
Mou si gioca tutto in 180’ Il Chelsea nega ma riflette
Chi gli dà due partite, chi un mese, chi fino a dicembre. Comunque vada, quella di Jose Mourinho al momento sembra essere una panchina a orologeria. I tabloid, si sa, amano gli ultimatum. Gli stessi che avevano scritto di cacciata in caso di sconfitta casalinga con il Liverpool adesso parlano di 180 minuti decisivi: in casa contro la Dinamo Kiev martedì in Champions e sabato prossimo a Stoke. Poi c'è la pausa internazionale, quando, si sa, i club tendono ad azionare la ghigliottina. Fonti del club invece negano. Più che i risultati, dicono, contano le prestazioni e l'ambiente nello spogliatoio. E l'immagine che da Mourinho del Chelsea. L'idea del club, a quanto ci risulta, è arrivare a dicembre, a patto che si vada avanti in Champions. E qui, almeno, una brutta figura contro la Dinamo potrebbe costare cara: una sconfitta li lascerebbe con ogni probabilità a meno quattro con due turni da giocare. Detto ciò, come ci fanno notare, alla fine decide un uomo solo: Roman Abramovich. E il magnate russo, si sa, è uno di poche parole e dall'umore imprevedibile. Silenzio assoluto da parte dei giocatori. Ma è chiaro che un Matic rimasto in panchina e, soprattutto, un Hazard sostituito a inizio ripresa non stanno facendo salti da gioia. Discorso a parte per Diego Costa: la sua scalciata nei confronti di Skrtel potrebbe costargli un'altra squalifica. Il Mou monosillabico di sabato è in pieno assetto-assedio. Soli contro tutti, complotti e dietrologia ovunque (questa volta, la mancata espulsione di Lucas). La differenza e’ che se in passato aveva dalla sua giocatori e tifoseria, l’asse pro Mourinho in casa Chelsea sembra alquanto incrinato.