Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)

Aga la Maga ipnotizza la Kvitova

Il Masters delle sorprese è vinto dalla Radwanska

- Di Stefano Semeraro

Il Masters delle sorprese ha finito per vincerlo sorprenden­do, prima di tutti, se stessa. «Poche settimane non sapevo neppure che sarei stata qui: è davvero il più bel giorno delle mia vita!». Parole, e lacrimoni a stento trattenuti durante la premiazion­e, di Agnieszka Radwanska, la prima polacca capace di firmare le Wta Finals. In un match fra miracolate - entrambe nella fase a girone avevano vinto una sola partita - Aga la Maga l'ha spuntata in tre set contro la ceca Kvitova (6-4 4-6 6-3) limando al massimo i propri errori, appena 5 in tutta la partita, e capitalizz­ando su quelli, prevedibil­issimi, dell'amicona Petra (ben 53 contro 41 vincenti).

Una partita farcita di break e cambi di scena: la Radwanska è scattata avanti 6-2 2-0, la partita sembrava già incanalata invece la cicala Kvitova è riuscita a rovesciarl­a con un parziale di 10 giochi a 0, portandosi avanti 2-0 nel set decisivo, ma solo per farsi raggiunger­e sul 3-3 e sorpassare infine di volata dalla formichina Radwanska, che fra l'altro da oggi le passa avanti anche nel ranking mondiale soffiandol­e la quinta posizione. Il talento è nulla senza continuità: sembra lo slogan di uno spot invece è il riassunto della carriera di Petra, che evidenteme­nte solo a Wimbledon riesce a tenere collegati testa e braccio d'oro mancino per l'intera durata di un torneo.

La vittoria di Singapore premia dunque le geometrie leggere ma spietate di Aga, vezzosissi­ma con le sue unghiette smaltate sempre in tinta con gli altrettant­o femminili completini-lingerie Lotto (un pizzico di Italia in finale), e conferma il momento di anarchia del tennis femminile. Assente per depression­e post US Open, presunta maternità o semplice stanchezza la numero 1 Serena Williams, a Singapore sono saltate del tutto le gerarchie. Così abbiamo visto volare subito fuori la n.2 Simona Halep, e cavarsela nonostante le due sconfitte nel girone sia la Kvitova sia la Radwanska (superata fra l'altro da Flavia Pennetta, ma promossa dalla classifica avulsa) che poi in semifinale hanno fatto fuori, alla faccia del pronostico, le imbattute Muguruza e Sharapova. Per Aga, il cui successo più prestigios­o fino a ieri risaliva al “mandatory” di Pechino del 2011, trattasi del 17º titolo in una carriera lunga ormai 10 anni. E dire che dopo gli US Open era ancora fuori di tre posti dalle Finals. «Adesso non m'importa molto di come ce l'ho fatta - ha ammesso sbattendo le ciglia cariche di mascara - sono solo felicissim­a che sia andata così...».

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Agnieszka Radwanska, 26 anni

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