Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)

Vettel sbotta: Giornata schifosa, scusatemi

Raikkonen: «Il colpo da Bottas? Non so se l’ha fatto apposta ma dopo Sochi me l’aspettavo»

- Di Pasquale Di Santillo

Il cielo sopra Città del Messico non poteva essere più colmo di nuvole per la Ferrari con Vettel e Raikkonen per la prima volta in stagione fuori insieme e senza punti in tasca. A dire la verità, si era capito dalle qualifiche che questo gran premio non aveva connotati esattament­e favorevoli per Maranello con i problemi di Raikkonen sfociati nellla sostituzio­ne di cambio e motore. E ci sono voluti pochi secondi, prima curva, primo giro della gara per capire che se c’era qualcosa che poteva andare male, sarebbe andata peggio. Ricciardo che entra dove non può e fa forare Seb, gara subito rovinata. Kimi buttato fuori quasi in fotocopia da Bottas - al 23º giro con Valtteri che entra duro per vendicare Sochi e Raikkonen che chiude la porta ma con la sospension­e prende la ruota e salta - mentre stava rimontando.

SCUSE.

Il tedesco non si nasconde dietro la sfortuna e il contatto con Ricciardo. Glielo impedisce l’onestà intellettu­ale e gli errori in serie di cui ieri si è reso protagonis­ta. Risalito fino all’11º posto dopo il cambio gomme, Vettel prima va in testacoda al giro 18, perde quattro posizioni, torna 15º ma al giro 52º va lungo alla stessa curva. Così, prima di lasciare la vettura, chiede scusa alla squadra ammettendo: «Ho fatto un lavoro di m...». E si mette a raccoglier­e i pezzi della sua Ferrari!

Poi con più calma nel dopo gara ribadisce il concetto, nonostante il team principal Arrivabene avesse già detto che non c’era bisogno di scusarsi: «Mi fa piacere saperlo però io non ho problemi - spiega se sbaglio alzo la mano e mi prendo la responsabi­lità. Non ne vado fiero, ma nelle corse capitano giornate così. Certo, non ho capito dove Ricciardo volesse andare al primo giro ma anche questo fa parte delle gare. Di certo, non stavo simpatico alla curva 7, dove ho fatto due errori, tutta colpa mia. Mi dispiace perchè la macchina era ottima, avevamo praticamen­te lo stesso passo delle Mercedes. E anche quando ho cambiato le gomme dopo la foratura avevo belle sensazioni in pista, le prestazion­i erano notevoli». Saluta e va ai box a rinnovare le scuse al team, ai meccanici che lo abbraccian­o per consolarlo. Da parte sua Ricciardo spiega la sua versione dei fatti: «Se Vettel mi avesse dato un po’ più di spazio avremmo evitato tutto e lui sarebbe rimasto davanti. Ho preso l’interno ma non pensavo stringesse così tanto, nelle partenze siamo tutti vicinissim­i...».

VENDETTA.

Un filo più inquieto Raikkonen, anche se sempre alla sua maniera. Glaciale. L’incidente con Bottas? «L’avete visto tutti, no? Gli ho preso la ruota e l’ho colpito. Ma come sempre ci sono due modi di vedere le cose, queste sono le gare. In realtà, un po’ me lo aspettavo dopo quello che era successo a Sochi, così va la vita. Se Valtteri lo ha fatto apposta? Decidete voi, non cambia nulla e non cambierà il mio atteggiame­nto futuro nei suoi confronti. Mi dispiace per il team, per la squadra è stato davvero un week end sfortunato, ci rifaremo dando il massimo nelle prossime due gare».

LEZIONE.

Anche Maurizio Arrivabene è in vena di spiegazion­i immaginifi­che: «Per diventare grandi, per toccare il cielo con un dito si deve passare anche da queste giornate, scendere con i piedi per terra. E imparare. Ecco, quella messicana è una lezione da tenere a mente per ripartire da qui sapendo cosa non bisogna fare. Un peccato, certo, perchè la squadra era motivatiss­ima ed era stata fantastica lavorando anche di notte per sistemare il motore di Kimi. Purtroppo in questa occasione i piloti hanno avuto più problemi di quelli che dovevano...».

Nuvole sulla Ferrari, in Messico ci può stare.

Arrivabene: «Per diventare grandi bisogna passare da giorni duri come questi»

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Il mesto rientro di Raikkonen ai box

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