Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
SI EVITI ALLA GLORIOSA ROMA IL BUIO OLTRE LA SIEPE
Se un appassionato romano di basket, ibernato nel luglio del 2013, venisse riportato oggi in vita, leggendo i risultati probabilmente penserebbe di essere stato proiettato in una assurda realtà parallela. Cercherebbe in A il nome della Virtus, che aveva lasciato in finale scudetto, senza però trovarla. Andrebbe allora a dare un’occhiata alla A2 scoprendo che in testa alla classifica c’è una piccola e orgogliosa società di Agropoli. Poi, preso da un orrendo presentimento, scorrerebbe tutti i nomi delle squadre, finendo per incontrare quello di Roma in coda a tutti gli altri, desolatamente a quota zero. E a quel punto è probabile che chiederebbe di essere di nuovo ibernato. La gloriosa Virtus, quella dello scudetto di Larry Wright ed Enrico Gilardi, di Gervin, Bodiroga e Anthony Parker, del PalaEur stracolmo di passione e tifosi, sta vivendo il momento più delicato della sua storia. Non basta chiamarsi Virtus per sperare in una stagione tranquilla quando il roster è stato costruito all’ultimo minuto. E’ arrivato Caja, uno specialista in miracoli; ma se questa squadra così modesta e allo stesso tempo incolpevole non verrà puntellata con almeno due elementi di valore, il buio oltre la siepe ingoierà tutta la gloria del basket della Capitale. E allora non servirà più cercare né colpe né colpevoli: rimarranno solo i rimpianti e il ricordo di scelte discusse e discutibili. Chi può, chi deve, eviti agli appassionati romani questo finale. Perché non tutti hanno la possibilità né voglia di farsi ibernare per vivere di ricordi...