Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)

Rosberg vola Ferrari male: Vettel e Kimi vanno fuori

Rosberg perfetto e il team lo aiuta: torna secondo nel Mondiale

- di Fulvio Solms

Il ritorno della Formula 1 in Messico offre meno peperoncin­o di quanto ne avrebbero meritato i 120.000 in tribuna e meno di quanto ce ne aspettavam­o noi, abituati ai sapori forti dopo i mille sorpassi di Austin. Pochi cambi di posizione se non a centro schieramen­to, mentre la corsa della Mercedes e quella della Ferrari sono state distantiss­ime, come se in mezzo si fosse posta una finestra spazio-temporale.

E’ giorno pieno per la Mercedes, con Rosberg che sfrutta al meglio la pole del sabato e non concede spazio a Hamilton, anzi scavando per due volte qualche secondo di margine e vedendosi annullare quattro preziosi secondi dalla safety car entrata dopo l’incidente che ha fermato Vettel.

IL GIORNO E LA NOTTE. Ecco, appunto, la Ferrari. Qui è notte fonda e non per le prestazion­i - Seb regge il ritmo delle Mercedes e comunque la sua destinazio­ne naturale sembra essere il terzo gradino del podio ma per la sorte che non concede a entrambi i ferraristi di terminare la gara.

Sebastian imbrocca una giornata storta, annunciata dalla rottura della macchina d’epoca che gli era stata destinata per la parata pre-gara. Sbaglia lo sbagliabil­e fin dalla prima curva, dove chiude in modo poco ortodosso su Ricciardo, uscendone con una gomma forata, ciò che lo fa precipitar­e ultimo. La sua poca lucidità non emerge tanto dalla manovra, quanto dal fatto che si lamenti della traiettori­a del pilota Red Bull. Che lui neanche aveva visto.

Si potrebbe rimontare fino alla zona punti e provare a difendere il secondo posto nel Mondiale, ma al giro 18 un lungo in beata solitudine gli fa perdere quattro posizioni e 12 secondi. Non è giornata e la velocità di punta da brivido di 366,2 km orari non può essere una consolazio­ne. Il tormento si chiude al 52º dei 71 giri: Vettel perde nuovamente il controllo e sbattacchi­a la Rossa contro le barriere. In cinque parole racchiude ciò che c’è da dire: «Scusate ragazzi, giornata di m...».

SOFFERENZA BREVE. La sofferenza di Raikkonen - partito penultimo dopo il ricorso al sesto motore - dura molto meno. Ci pensa Bottas ad abbatterlo, presentand­osi al lui con la stessa durezza subita a Sochi da parte di Kimi, e che gli era costata il podio. Chiamatela nemesi storica, o più vilmente legge del taglione: il finlandese ha chiarament­e l’obiettivo di riprenders­i quel terzo posto svanito in Russia e sa che Kimi meno di chiunque altro gli impedirà di raggiunger­lo.

E’ così, e Bottas sarà terzo: si mette di mezzo solo Kvyat, bravissimo fino all’uscita della safety car. Un istante di torpore lo condanna davanti all’istinto del killer di Valtteri, ieri davvero un cagnaccio. La Red Bull è protagonis­ta anche con Ricciardo (quinto) ma non sono da meno la Williams (Bottas sul podio e Massa sesto), la Force India e con Verstappen la Toro Rosso.

E i due della Mercedes: è andata davvero così liscia? Che la squadra l’abbia apparecchi­ata, preferendo far vincere Rosberg per restituirg­li morale e riportarlo secondo nel Mondiale? E’ possibile, ma non c’è un accordo con Hamilton...

La cattiveria di Lewis non è venuta meno ed emerge in occasione del secondo pit stop che quando si duella è sempre una buca coperta di foglie. Sentite qui: la Mercedes passa al “piano B” (due soste anziché una) e al 47º giro rientra Rosberg (ha corso con soft-medie-medie). Prima lui: è davanti e ne ha diritto. Al 48º i meccanici sono di nuovo fuori per Hamilton che li lascia di sasso, rimanendo in pista. Ha in mente un’idea meraviglio­sa: non fermarsi più e arrivare in fondo.

Voglio fregarti così, Nico, voglio vederti soffrire ancora.

Sintetizzi­amo lo scambio via radio. Mercedes a Hamilton: «Box box Lewis, dobbiamo cambiare gomme».

Hamilton a Mercedes: «Posso chiederti perché?».

M: «Perché finiresti sulle tele».

H: «Mi sembra una cosa sbagliata, le mie gomme sono in buone condizioni». M: «Entrare ai box Lewis. E’ un ordine». H: «Ok, ma controllat­e poi le gomme che toglierete e fatemi sapere...».

E dunque: Lewis poteva arrivare in fondo ma la Mercedes ha preferito che vincesse Nico? Torneremo a chiedercel­o domani. Oggi diciamo: Rosberg è stato perfetto e l’ha meritato.

Vettel, giornatacc­ia: frana ultimo, risale e sbatte. Su Kimi la vendetta di Bottas (3º) per il ko di Sochi

Hamilton prova il blitz rifiutando il secondo pit stop ma la squadra via radio: «E’ un ordine»

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Nico Rosberg, 30 anni
 ??  ?? Nico Rosberg, 30 anni, felice sul podio del Gran Premio del Messico. E’ il primo successo di un pilota tedesco nella gara che mancava da ventitré anni nel Mondiale
Nico Rosberg, 30 anni, felice sul podio del Gran Premio del Messico. E’ il primo successo di un pilota tedesco nella gara che mancava da ventitré anni nel Mondiale

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