Corriere dello Sport Stadio (Toscana)
Montezemolo lancia Roma 2024 e difende Valentino
Il presidente del Comitato 2024 a Washington: «Milano è rinata grazie all’Expo. Dobbiamo vincere questa sfida»
«Non teme che la bufera che ha investito il sindaco di Roma possa finire per travolgere la vostra candidatura?». Dal “Los Angeles Times” al “Wall Street Journal”, il leitmotiv non cambia. La querelle della presentazione e del ritiro delle dimissioni di Ignazio Marino è ormai un mantra anche a Capitol Hill, in questi giorni ombelico dello sport mondiale. Tutta la stampa presente qui a Washington per la sessione dei 206 comitati olimpici nazionali non può fare a meno di formulare la stessa domanda a Luca Cordero di Montezemolo. Il presidente di Roma 2024, al battesimo in un contesto olimpico di così ampia portata e al quale sono presenti più di 50 membri Cio quanti ne bastano e avanzano per avere la maggioranza quando il 13 settembre 2017 (data ufficializzata ieri) si voterà per l’assegnazione dei Giochi 2024 - non si scompone né si scandalizza per tanta insistenza. Un po’ sospetta. Le avversarie sono agguerrite: Budapest, Amburgo, Parigi e soprattutto Los Angeles non perdono occasione per infliggere colpi bassi.
«La crisi in Campidoglio? Meglio che sia esplosa oggi, così tra due-tre anni sarà completata l’opera di purificazione di tutta la città», replica convinto Montezemolo, proprio quando da Roma giunge la notizia dell’ultimo ripensamento di Marino. Tanto basta per poter affermare che l’ex signore della Ferrari ha superato il primo esame nel confronto col vasto mondo olimpico. «Ha una personalità assai carismatica, di certo un valore aggiunto alla vostra candidatura», commenta all’unisono la stampa internazionale. Un concetto che anche il presidente del Cio, Thomas Bach, sussurra all’orecchio di Montezemolo al termine di un incontro privato al quale hanno partecipato anche Malagò e Pescante. Nell’immensa hall dell’Hilton, gremita da 1200 leader mondiali dello sport, tanti fanno la coda per stringergli la mano. Qualcuno arriva perfino a chiedergli l’autografo. Come il membro Cio peruviano, che gli fa dono di una foto in cui il fratello è al volante di una storica 250Gt del 1960. Si commuove Montezemolo quando l’altro membro Cio del Brasile, Bernard Rajzman, gli mostra un’istantanea del 1978 accanto a Enzo Ferrari, ricordo della sua lunga militanza alla Panini di volley.
Presidente Montezemolo, davvero non è preoccupato per i contraccolpi della lunga crisi capitolina? «Ben venga la detossificazione ora, tra due-tre anni sarebbe stato un disastro. Non entro nel merito politico, ma una soluzione sarà trovata. Noi andiamo avanti, molte scelte di fondo sono già state fatte. Come quella di Tor Vergata. Mi chiedono di buche e trasporti, rispondo che l’Olimpiade aiuterà a risolvere anche questi problemi. Soprattutto legati alla mobilità, come accadde con Roma 1960».
Che impressione si è fatto di questo mondo olimpico? «Sono venuto qui per conoscere le loro facce e ho scoperto che in molti già conoscevamo me: “orgoglioso di stringerle la mano”, me lo sono sentito ripetere tante volte». Frutto della sua lunga militanza in Ferrari? «Anche. Più di 28 anni a Maranello e 19 titoli iridati valgono qualcosa. Ho sempre coniugato la mia vita con lo sport: ci sono i miei trascorsi nella vela, nell’82 ho dato io il nome Azzurra, poi Italia ‘90. E all’Olimpiade invernale di Torino 2006 sono stato un po’ padrone di casa in quanto presidente Fiat».
Tanti motori nel suo passato, e ora che il Cavallino s’è quotato con successo in Borsa? «Orgoglioso di aver preso la Ferrari nel 1991 sull’orlo della cassa integrazione e vedere che dopo 24 anni è quotata a Wall Street come un brand di lusso».
A proposito di motori, concorda con la punizione a Rossi? «E’ stato un errore. Prima allora andava punito Marquez per il suo ostruzionismo esasperato».
Qui ha portato un sogno, come lo spiega per convincere chi dovrà votarci? «Roma 2024 sarà una festa dello sport, della cultura, dell’arte, della tecnologia e della sostenibilità con scelte concordate con tutte le organizzazioni ambientaliste. Dovrà lasciare una forte eredità ai nostri figli. Al centro ci saranno sempre gli atleti. Potranno godere delle bellezze italiane, andare in un’ora di treno a Firenze o agli scavi di Pompei. Vogliamo offrire la grandezza di un passato e la visione di un futuro».
Maratona attraverso Vaticano, Sinagoga e Moschea, con arrivo sotto l’Arco di Costantino, beach volley al Circo Massimo e ciclismo su via dei Fori Imperiali, e poi? «La chiusura totale delle auto ai Fori voluta da Marino ci aiuta a realizzare qualcosa di unico al Colosseo. Al suo interno vogliamo fare ogni sera l’“Athlete Parade”: spettatori selezionati e tutte le telecamere del mondo per la premiazione dei campioni del giorno».
La crisi «Ben venga adesso purificherà la città Tra due o tre anni sarebbe stata un disastro»
E il Foro Italico? «Nuoto, tuffi e pallanuoto, è pronto fin d’ora. Poi all’Olimpico tanta atletica, le cerimonie, più la finale del calcio se il nuovo stadio della Roma non sarà pronto».
Per le eliminatorie del torneo calcistico? «Abbiamo interessato sette città, anche Milano».
Che sembra aver superato Roma nell’eterna sfida tra le due metropoli, almeno in legalità «Grazie anche al successo dell’Expo. Roma oggi ha bisogno di vincere questa sfida. Come premio non avrà la medaglia, ma una crescita a beneficio di tutti».
I progetti «Nel Colosseo ogni sera faremo la parata dei campioni Pubblico scelto e Tv di tutto il mondo»
Rossi-Marquez «Un errore punire Valentino. Prima andava sanzionato Marc per il suo ostruzionismo»
La Ferrari «Orgoglioso di averla presa in crisi nel 1991 e vedere che ora è quotata a Wall Street»