Corriere dello Sport Stadio (Toscana)

Al 30’ apre Virdis. I nerazzurri non concretizz­ano alcune occasioni. Nella ripresa raddoppia Cocuzza

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nella prima sconfitta stagionale. Brusco stop al Bacigalupo di fronte ad un Savona che gioca una partita di spessore e personalit­à e con un gol per tempo fa lo sgambetto ad un Pisa involuto e sconclusio­nato. Serata da cancellare in fretta per i nerazzurri che frenano nella corsa alla vetta che resta a -4. Tre punti d'oro per la squadra di Riolfo che non ha risentito della fatica del recupero disputato giovedì scorso. Sale a quota 5 punti (senza il -6 sarebbero undici) e in casa conferma di essere un osso duro anche per la corazzata nerazzurra che resta a secco dopo avere sempre segnato nelle prime otto giornate. Il Savona inizia contro vento, ma col piglio giusto, contro un Pisa attendista, schierato col 3-4-3 da "Ringhio" Gattuso, con l'ex Frugoli al centro dell'attacco, Mannini e Varela sugli esterni. Più errori che emozioni nelle battute iniziali. Il Savona è compatto e non concede spazi al Pisa che non riesce a prendere in mano le redini della gara e riesce a proporsi solo al 16' con un forte destro di Mannini da fuori area che Falcone respinge con i pugni, e con un'iniziativa di Varela con Cabeccia che salva in angolo.

DOCCIA FREDDA. Il Pisa è lento e confusiona­rio. E alla prima occasione il Savona sblocca la gara al 30' con Virdis, complice uno svarione della difesa nerazzurra: pregevole lancio di Cabeccia per l'attaccante biancoblù che riprende una respinta di un indeciso Bacci, che non può nulla sul successivo tap-in del bomber di casa con la retroguard­ia ospite che resta a guardare. Il Pisa va sotto per la terza volta su cinque trasferte. Gattuso scuote la testa ed inizio ripresa prova a cambiare marcia inserendo Montella per aumentare la spinta offensiva e al 3' crea una grande palla-gol, ma Falcone d'istinto salva sulla conclusion­e ravvicinat­a di Varela e poi Frugoli spreca sulla ribattuta. Dal possibile pareggio al raddoppio del Savona con Gagliardi, da trequartis­ta dietro le punte, che si conquista una punizione a pochi metri dal vertice dell'area di rigore, defilato sulla destra. La battuta è di Cocuzza con un sinistro, sul primo palo, leggerment­e deviato dalla svirgolata di Sanseverin­o che sorprende il giovane portiere nerazzurro ancora una volta apparso incerto. Esplode il Bacigalupo. Partita che si complica per il Pisa, sostenuto da oltre 200 tifosi, costretto a rimontare due reti come a Carrara. Il Savona ha ancora tanta benzina nel motore e l'undici disegnato da Riolfo è in grado di imbrigliar­e il Pisa che non riesce a ripartire: poche idee. Non cambia la musica con gli ingressi di Montella e Peralta. Le assenze in attacco di Lupoli e Cani si fanno sentire. Il Pisa accusa il colpo e la sua reazione è sterile. Il Savona continua a pressare alto e controlla senza affanni. Al 44' c'è anche spazio per l'esordio in Lega Pro di Clematis, classe '96, prodotto dei vivaio biancoblù. Applausi per il Savona che ha sfruttato gli errori difensivi del Pisa ed ha tenuto il campo con una personalit­à, mostrando anche un'ottima tenuta atletica (tre gare in una settimana) che fa ben sperare la squadra ligure per l'obiettivo della salvezza.

GATTUSO. Deluso il tecnico nerazzurro Gattuso. «Un Pisa scarico a livello di testa e di gambe. Niente alibi del vento o altro, mi assumo le responsabi­lità. Ci può stare una partita storta, ora dobbiamo ritrovare le giuste motivazion­i».

Christian Bucchi. Scuseranno sia Romaniello, lodevole neocapolis­ta del girone C con la Casertana, e Venturato saggio manovrator­e del Cittadella tornato in vetta al gruppo A. Ma la vetrina spetta a Bucchi. Non solo perché una matricola si mette davanti a tutti, ma perché lo fa battendo nettamente, oltre il punteggio minimo, una Spal fin lì apparsa praticamen­te inarrestab­ile. Beninteso, la squadra di Semplici resta la favorita per la promozione diretta. Ma la grande prova esibita dai biancoross­i allenati da questo giovane eppure saggio allenatore, qualche pensiero lieto lo suggerisce. Bella da vedersi la sua Maceratese, gioco semplice eppure efficace, interpreti che sembrano avere lo spartito nella scatola cranica tant’é che lo eseguono alla perfezione. Il gol partita di sabato è una chicca: incursione a destra, cross per l’attaccante che si stacca arretrando un metro come se sapesse che lì dietro sarebbe arrivato il pallone da girare al volo in gol. Bravo Bucchi.

Ma non si può non sottolinea­re la grande partita di Casertana e Foggia. Nel girone C si sono sfidate le prime quattro in classifica, l’hanno spuntata in entrambi i casi le squadre che giocavano in casa ma oltre alla spinta del pubblico amico, hanno contato eccome anche altri fattori. Il gioco, la qualità dell’organico, la capacità di saper leggere la partita nelle varie fasi. Benevento e Messina non escono ridimensio­nate, hanno titolo per concorrere nella lotta per la promozione diretta. I diciotto punti della squadra rossoblù sono due in meno di quelli vantati da chi comanda negli altri gironi, ciò indica con chiarezza che al sud l’equilibrio è maggiore e con questo dato bisogna fare i conti. Certo che portare dodicimila spettatori allo stadio, a Foggia tanti ce n’erano ieri, regala un doppio vantaggio emotivo edeconomic­o.DeZerbisem­bra avere potenziali­tà ancora da esprimere in buona parte, è secondo ma l’idea è che la sua creatura sia ancora in fase di rodaggio.

Nelfrattem­po,altrovecon­tinua lo stillicidi­o degli allenatori: a Martina rischia Incocciati, il buon Cucciari ha gettato la spugna e la Lupa Roma al suo posto ha chiamato Agenore Maurizi, uno di ottimo mestiere. Il patron Cerrai lavora tanto, spende molto ma a volte la fortuna gli gira le spalle. Rimedierà.

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Gennaro Gattuso, tecnico del Pisa, perde l’imbattibil­ità a Savona

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