Corriere dello Sport Stadio (Toscana)
Quell’attimo fuggente che spesso fa rima con vittoria
Nel calcio, sono pali e traverse della porta a mettersi di mezzo, nell’appuntamento con il destino. Negli altri sport, cambiano solo gli... ostacoli, per il resto è sempre e solo il risultato a cambiare, a prendere questa o quella direzione, a far esultare una squadra o un singolo atleta, mentre gli avversari invece restano lì, in campo, in piscina, in pedana, a sacramentare per un centimetro o per un’esitazione di troppo..
Nel basket, per esempio, è il ferro del canestro l’ossessione dei giocatori, quando il pallone a spicchi ci sbatte rumorosamente o magari beffardo ci fa un giro tutto intero per poi allontanarsi e cadere a terra. Ebbe invece vita facile Alexander Belov quando finalmente lo mise dentro per il contestatissimo sorpasso dell’Unione Sovietica ai danni degli Stati Uniti, nella finale olimpica di Monaco 1972.
Nel tennis moderno, almeno su erba e cemento, il “falco” ha messo fine alle contestazioni (riga o non riga? dentro o fuori?). C’è sempre però il caro, vecchio, dispettoso nastro della rete a influenzare magari l’assegnazione di un match-point. Lo sa bene Boris Becker, che ancora adesso ringrazia quello del Madison Square Garden che gli diede il punto decisivo lasciando di sasso Ivan Lendl, al Masters 1988.
Nella scherma ci sono stoccate che vengono “girate” dagli arbitri: a Londra 2012 fortunatamente andarono tutte lisce a Valentina Vezzali, che ne piazzò 4 in 13” acciuffando il pareggio e poi ancora una 5ª per il bronzo nel minuto supplementare.
Nel nuoto è sempre bene toccare al meglio la piastra che blocca il tempo: nessuno ne è più consapevole di Michael Phelps, che solo così a Pechino 2008 centrò l’8º oro olimpico. La finale olimpica di Monaco 1972 finì 51-50 per l’Urss contro gli Stati Uniti, con canestro segnato in extremis da Alexander Belov negli ultimi 3 secondi rigiocati tre volte per problemi con il timer, con contestazione degli avversari che per protesta non ritirarono la medaglia d’argento. Boris Becker al Madison Square Garden vinse il Masters 1988 per 7-6 al quinto set contro Ivan Lendl grazie a una palla che sul matchpoint colpì il nastro e ricadde smorzata del tutto nel campo del suo avversario. Nella finale per il bronzo olimpico 2012 a Londra, Valentina Vezzali recuperò da 8-12 a 12 pari con 4 stoccate in 13 secondi, contro la coreana Nam e poi nel minuto supplementare piazzò la stoccata decisiva del 13-12. All’Olimpiade di Pechino 2008 lo statunitense Michael Phelps ha conquistato l’ottavo oro, record assoluto in una singola Olimpiade, battendo il serbo Cacic di 1/100 nei 100 farfalla grazie all’ultima bracciata piazzando il colpo di reni finale.