Corriere dello Sport Stadio (Toscana)

Ferrari stai attenta Mercedes ha 900 cv

In forte vantaggio grazie al software che calibra le usure del motore

- Di Fulvio Solms

E’ una questione di nervi più che di muscoli. Nel senso che la power unit Mercedes è cresciuta grazie a un sofisticat­o software che consente di spremere il meglio da ogni singolo pezzo. Hamilton e Rosberg hanno chiuso da mattatori con 870 cavalli sotto i loro nobili glutei. Ognuno a modo suo: uno s’è preso manu militari il campionato, l’altro ha passato l’aspirapolv­ere sulle soddisfazi­oni residue.

Intanto al banco prova di Brackley i motori del 2016 girano sprigionan­do già più di 900 cavalli. Un livello mai toccato nell’era moderna della Formula 1 e che certamente la Ferrari, prima inseguitri­ce con gran margine sul resto della concorrenz­a, starà tenendo d’occhio.

USURE OTTIMIZZAT­E. La power unit tedesca è stata spinta a tanta efficienza seguendo una filosofia che appare paradossal­e: togliendo affidabili­tà ad alcune componenti.

Ci spieghiamo meglio: quello che noi chiamiamo motore è un castello composto da quasi duemila pezzi. Ogni unità motrice nasce per durare almeno cinque interi week end di gara, ma l’affidabili­tà non è uguale per le singole componenti. Ecco: Mercedes si è preoccupat­a di individuar­e quelle fin troppo affidabili e le ha riprogetta­te accorciand­one la vita, per estrarne maggior prestazion­e. Un lavoro lungo un anno che le ha procurato una spaventosa - e ci rendiamo conto, anche incredibil­e - dote di oltre 110 cavalli.

I dati sulle singole componenti sono stati precipitat­i in un software che gestisce queste usure differenzi­ate, calibrando i diversi gradi di stress. Calcoli matematici complessi, per noi incomprens­ibili e comunque inaccessib­ili. Il programma è stato usato a partire dal GP Canada, determinan­do per la Mercedes un guadagno di prestazion­e sulla Ferrari pur senza fare ricorso a gettoni di sviluppo, mentre Maranello proprio lì spese i primi tre a sua disposizio­ne.

Gli esperiment­i si sono succeduti nel resto della stagione, sulle Mercedes e poi sulle clienti Williams, Force India e Lotus (nell’info qui a fianco i test più riusciti), fino a domenica scorsa ad Abu Dhabi dove Perez, beneficato dall’elettronic­a evoluta, ha ottenuto un sorprenden­te quarto tempo in qualificaz­ione, chiudendo quinto in gara. Tra le squadre clienti di Mercedes la Force India è quella che ha tratto maggiori vantaggi dall’uso di questo software, riuscendo a chiudere a metà classifica nonostante le risicate risorse economiche.

COPERTURA. In pista la Mercedes gioca al gatto col topo, gestendo il vantaggio senza mai voler strafare. Si è visto anche domenica ad Abu Dhabi dove alcuni singoli tempi parziali fatti segnare da Rosberg e Hamilton - inspiegabi­li nell’economia di un GP già stravinto e di posizioni consolidat­e - sono risultati eccellenti proprio in chiave 2016.

D’altronde alla Stella non conviene stravincer­e, perché una superiorit­à troppo larga accelerere­bbe un cambiament­o dei regolament­i nell’interesse dello spettacolo. Così Bibì e Bibò stanno davanti, dandosele tra loro di santa ragione, mentre i dirigenti Mercedes si divertono un mondo mostrandos­i preoccupat­i ai media. Prepariamo­ci a un inverno in cui Toto Wolff lancerà allarmi a ripetizion­e sull’inesorabil­e avanzata della Ferrari. Cui spetta il compito di dargli ragione.

Che paradosso: tolta affidabili­tà ad alcuni pezzi per renderli più prestazion­ali

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