Corriere dello Sport Stadio (Toscana)
Calvani: A preoccuparsi deve essere Milano...
Oggi Sassari al Forum. Il coach: «Non ci caleremo certo le braghe!»
La storia infinita tra Milano e Sassari è iniziata nelle semifinali del 2014, quando il Banco venne sconfitto da quell’Armani che, poche settimane più tardi, sarebbe tornata campione. Da allora il club sardo non ha perso un colpo contro l’Olympia, quando contava: nel 2015 successo in finale di Coppa Italia, poi vittoria in semifinale scudetto.
La storia infinita tra Marco Calvani e il basket risale invece a oltre 25 anni fa, quando il tecnico muoveva i primi passi da coach nei Centri Romani Basket: da allora ha ottenuto due promozioni dalla B alla A2 e un clamoroso ingresso nella finale scudetto con la Virtus Roma che, poche settimane dopo, con “illuminata” decisione, lo mise alla porta in maniera assurda.
MEO. Oggi le due storie si intersecano al Forum di Assago, in una gara dai mille volti, con il romano che, chiamato un mese fa a sostituire a Sassari Meo Sacchetti, sta dando alla sua squadra una nuova identità. Quel Meo al quale i tifosi, dopo l’esonero, hanno voluto dimostrare che rimarrà comunque e sempre nei loro cuori. «Ho visto il pubblico sassarese tributare un riconoscimento ulteriore a Meo, e l’ho trovata una cosa assolutamente positiva. Sia perché gli hanno fatto vedere che ricordano tutto quello che ha fatto prima del triplete, sia perché è un bel segnale per l’intera categoria degli allenatori».
Un affetto vero e sincero che non ha messo in difficoltà Calvani. «Il mio compito è lavorare, mettere alle spalle il passato e pensare a come fare rendere al meglio Sassari. Ovvio, le sconfitte in Eurolega e soprattutto il ko con Trento hanno segnato un momento molto difficile anche per me, perché la squadra non riusciva a rispondere alle mie richieste. Ma io mi fido sempre del lavoro in palestra; così sono venuti i successi contro Capo d’Orlando e Caserta e poi quelli con Reggio e Pistoia, con il gruppo che ha dimostrato la sua volontà di seguire le mie proposte»
Il coach a Sassari ha ritrovato l’assistente Maffezzoli, D’Ercole e Varnado, tutti con lui a Roma, mantenendo le sue linee guida. «Sassari ha un notevole potenziale offensivo. Io ho indicato il modo per cercare in attacco l’uomo più libero, costringendo gli avversari a difendere non solo per 5-6” secondi, ma per un’intera azione. Questo dà equilibrio all’ attacco. E poi voglio un maggior coinvolgimento dei lunghi spalle a canestro. Fermo restando che il concetto di difesa deve essere prioritario. Sono discretamente soddisfatto: ho visto dei cambiamenti profondi che mi fanno ben sperare».
BRIAN. L’aspetto inconsueto del gran lavoro che Calvani sta facendo a Sassari è quello di dover allenare il figlio del coach del quale ha preso il posto. «Tratto Brian Sacchetti come un qualsiasi altro giocatore. Dopo la partita contro Pesaro gli ho fatto i complimenti davanti a tutti, e chi mi conosce sa che non ho bisogno di fare nulla per piaggeria. Ho detto che non era facile affrontare quella partita (era la prima gara dopo l’esonero di Meo, Calvani l’ha vista in tribuna, ndr), perché Brian è un professionista, ma con quello che era accaduto poteva vivere emozioni aggiuntive: lui invece ha pensato solo a vincere. Mi fanno notare che con me gioca di più e che va più spesso in quintetto: questo non mi interessa, faccio lo stesso con Formenti. Con Brian ho un ottimo rapporto».
MILANO. «Preoccupato? Chi si deve preoccupare è Milano (che oggi potrebbe ripresentare Gentile nel roster, ndr), visto che gioca in casa. Noi affrontiamo una squadra che ha un budget molto superiore al nostro. Ci fa piacere confrontarci con l’eccellenza, così avremo ancora più stimoli per vincere. Abbiamo le qualità per farlo, come è accaduto con Reggio e Pistoia, contro le quali abbiamo dimostrato grande maturità. Insomma, non ci presenteremo al Forum con le braghe calate... MIAMI Il dubbio c'era. Golden State può vincere anche senza Steph Curry? La domanda e la risposta sono arrivate dal Texas: Dallas aveva messo la 'pulce nell'orecchio', Houston l'ha tolta. I Warriors infatti, senza la loro stella più grande, dopo aver subito la seconda sconfitta stagionale con i Mavs si sono subito rifatti contro i Rockets. Con Curry costretto a guardare per la seconda partita di fila per un problema alla gamba sinistra, poteva e doveva essere la notte di James Harden. “Barba” l'anno scorso aveva detto che si riteneva lui l'MVP, il più forte giocatore della NBA. Pensiero però che non aveva minimamente toccato chi invece doveva votare...
Ma anche con l'assenza dell'MVP in carica, ovvero Cyrry, ancora una volta Houston e il suo giocatore più rappresentativo hanno fallito l'appuntamento. «Siamo incosistenti - ha detto Harden, autore di 30 punti - abbiamo giocato bene fino alla fine del terzo quarto, quando poi sono usciti loro». Sono stati soprattutto Klay Thompson, 38 punti, e Draymond Green, quinta tripla doppia della stagione (è il leader di questa speciale graduatoria) a fare la differenza e a dimostrare che Golden State è una squadra da titolo anche quando deve rinunciare al fenomeno Steph Curry.
Ecco allora che Green a 10 punti e 11 rimbalzi ha aggiunto anche 16 assist, il suo top in carriera: Curry rischia di vedersi soffiare il posto? «Non credo proprio che Steph debba preoccuparsi di nulla - la risposta, col sorriso di Green - io ho solo cercato di intensificare la mia intensità e di far giocare la squadra».
Solo un incidente di percorso allora il ko con Dallas? «L'altra sera è stato imbarazzante - ha aggiunto GreenPotevamo avere tutte le scuse del mondo, ma su una cosa non c'erano dubbi: non volevano scrivere uno 0-2, due ko di fila proprio no. Abbiamo subito capito che una vittoria a Houston sarebbe stato un successo ancora più grande, una maniera per affermare ciò che siamo. E abbiamo vinto giocando in dieci».
ANNO RECORD. Con il successo di giovedì Golden State ha chiuso un anno da favola: 72 successi e 12 sconfitte dall'1 gennaio al 31 dicembre prendendo in esame le due regular season. Una cammino alla Jordan visto che il record, per una stagione intera, appartiene ai Chicago Bulls del 1995/96 con 72-10. Intanto si avvicina anche il rientro di coach Steve Kerr in panchina: forse già questa sera contro Denver.
«La Dinamo è maturata. Bello il tributo dei tifosi a Meo Sacchetti E con Brian...»
RISULTATI: Detroit-Minnesota 115-90 (Drummond 23, Towns 22); Indian-Milwaukee 116-120 (George 31, Middleton 33); HoustonGolden State 110-114 (Harden 30, K. Thompson 38); New Orleans-LA Clippers 89-95 (Anderson 17, Redick 26); Oklahoma City-Phoenix 110-106 (Westbrook 36, Warren 29); Utah-Portland 109-96 (Burke 27, McCollum 32).