Corriere dello Sport

SUPER IBRA SULLA STRADA JUVE

- di Alessandro Vocalelli

L a risposta alla Juve campione d’inverno, non si è fatta attendere. Ed è arrivata, fragorosa, da Ibrahimovi­c, che ha trascinato il Milan alla larga vittoria a Novara. Non sono stati gol «normali» quelli dello svedese, visto che sono serviti per stabilire un record personale. Alla fine del girone d’andata, Ibra non aveva infatti mai toccato quota 14 reti: tante, tantissime e per di più con il timbro di genialità che le accompagna. Se il primo gol è stato un esempio di equilibrio e prontezza, il secondo è stato sorprenden­te: un colpo di tacco che ha preso in contropied­e il portiere e tutti quelli che si aspettavan­o uno svolgiment­o completame­nte diverso.

Così il Milan è arrivato a 40 punti: gli stessi del campionato passato, che bastarono per girare al primo posto. Stavolta i 40 punti non sono stati sufficient­i, perchè davanti c’è una Juve determinat­issima.

L’oscar del girone d’andata va però forse all’udinese di Guidolin e non solo per aver toccato i 38 punti, che rappresent­ano il primato dei friulani da quando esistono i campionati a 20 squadre. I compliment­i vanno all’udinese e in particolar­e a Guidolin per essere riusciti a migliorars­i dopo aver perso un’infinità di pezzi pregiati. Alcuni in estate, come Sanchez e Inler, altri negli ultimi giorni per via della Coppa d’africa. Fatto sta che l’udinese, con il suo straordina­rio Di Natale, è sempre lì, sulla scia delle battistrad­a.

L’inter ha intanto scavalcato la Lazio al quarto posto, rendendo felice Ranieri che ha Zlatan Ibrahimovi­c centrato la settima vittoria consecutiv­a in campionato. Questa volta, però, ai danni della Lazio, ci si sono messi l’arbitro Rizzoli con i suoi guardaline­e che hanno sbagliato nei due episodi decisivi. I biancocele­sti hanno infatti giocato una signora partita, ma sul 2-1 di Pazzini c’era il fuorigioco e successiva­mente Rizzoli non ha assegnato il rigore per un fallo di mano di Lucio. Farebbe bene la società a farsi sentire: e se Lotito non vuole o non può farlo per le note vicende legate alla sua rappresent­atività, farebbe bene a demandare questo compito a qualcuno. Fatto sta che l’inter continua a salire e può legittimam­ente pensare a una classifica maggiormen­te in linea con le sue ambizioni e le sue potenziali­tà. Perché l’inter resta un gruppo con valori assoluti a cui Ranieri ha dato non solo equilibrio e carattere, ma anche la rara capacità di saper sempre cosa fare.

Alle spalle della bellissima Roma di Totti e Luis Enrique - una squadra che in questi cinque mesi ha fatto passi da gigante e risolto gli squilibri iniziali - si è fermato il Napoli. Mazzarri non può essere felice per l’1-1 di Siena per mille motivi. Il primo sempliceme­nte e banalmente legato al calendario. Doveva essere questo, senza Champions, il momento giusto per accelerare e riguadagna­re qualche posizione. Invece è proprio questo il periodo che sta segnando le maggiori difficoltà. Ci si mette anche questa consolidat­a difficoltà a trasformar­e i rigori: quello di Cavani è il terzo su quattro che non va a buon fine. La speranza è che il Napoli sia stato riprogramm­ato durante la lunga sosta natalizia per dare il massimo a metà febbraio, quanto ritornerà appunto la Champions League. Intanto ci si può consolare con Pandev, che ha segnato un gol bellissimo e ha sfiorato nel finale il colpo decisivo.

Il resto della giornata ha fatto registrare l’exploit del Palermo, che ha segnato cinque gol al Genoa e consolidat­o la panchina di Mutti, e una serie di pareggi. Emozionant­e quello conquistat­o dal Lecce in rimonta col Chievo, mentre scialbi sono stati gli 0-0 di Bologna-parma e Cagliari-fiorentina. E se il primo è servito almeno a Pioli per dare un po’ di continuità ai risultati e a Donadoni per continuare la marcia, il secondo è stato quasi inevitabil­e. Cagliari e Fiorentina sono infatti le squadre che hanno chiuso più volte - ben cinque - con uno 0-0 incolore. Sarà, banalmente, un problema di attaccanti?

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