SUPER IBRA SULLA STRADA JUVE
L a risposta alla Juve campione d’inverno, non si è fatta attendere. Ed è arrivata, fragorosa, da Ibrahimovic, che ha trascinato il Milan alla larga vittoria a Novara. Non sono stati gol «normali» quelli dello svedese, visto che sono serviti per stabilire un record personale. Alla fine del girone d’andata, Ibra non aveva infatti mai toccato quota 14 reti: tante, tantissime e per di più con il timbro di genialità che le accompagna. Se il primo gol è stato un esempio di equilibrio e prontezza, il secondo è stato sorprendente: un colpo di tacco che ha preso in contropiede il portiere e tutti quelli che si aspettavano uno svolgimento completamente diverso.
Così il Milan è arrivato a 40 punti: gli stessi del campionato passato, che bastarono per girare al primo posto. Stavolta i 40 punti non sono stati sufficienti, perchè davanti c’è una Juve determinatissima.
L’oscar del girone d’andata va però forse all’udinese di Guidolin e non solo per aver toccato i 38 punti, che rappresentano il primato dei friulani da quando esistono i campionati a 20 squadre. I complimenti vanno all’udinese e in particolare a Guidolin per essere riusciti a migliorarsi dopo aver perso un’infinità di pezzi pregiati. Alcuni in estate, come Sanchez e Inler, altri negli ultimi giorni per via della Coppa d’africa. Fatto sta che l’udinese, con il suo straordinario Di Natale, è sempre lì, sulla scia delle battistrada.
L’inter ha intanto scavalcato la Lazio al quarto posto, rendendo felice Ranieri che ha Zlatan Ibrahimovic centrato la settima vittoria consecutiva in campionato. Questa volta, però, ai danni della Lazio, ci si sono messi l’arbitro Rizzoli con i suoi guardalinee che hanno sbagliato nei due episodi decisivi. I biancocelesti hanno infatti giocato una signora partita, ma sul 2-1 di Pazzini c’era il fuorigioco e successivamente Rizzoli non ha assegnato il rigore per un fallo di mano di Lucio. Farebbe bene la società a farsi sentire: e se Lotito non vuole o non può farlo per le note vicende legate alla sua rappresentatività, farebbe bene a demandare questo compito a qualcuno. Fatto sta che l’inter continua a salire e può legittimamente pensare a una classifica maggiormente in linea con le sue ambizioni e le sue potenzialità. Perché l’inter resta un gruppo con valori assoluti a cui Ranieri ha dato non solo equilibrio e carattere, ma anche la rara capacità di saper sempre cosa fare.
Alle spalle della bellissima Roma di Totti e Luis Enrique - una squadra che in questi cinque mesi ha fatto passi da gigante e risolto gli squilibri iniziali - si è fermato il Napoli. Mazzarri non può essere felice per l’1-1 di Siena per mille motivi. Il primo semplicemente e banalmente legato al calendario. Doveva essere questo, senza Champions, il momento giusto per accelerare e riguadagnare qualche posizione. Invece è proprio questo il periodo che sta segnando le maggiori difficoltà. Ci si mette anche questa consolidata difficoltà a trasformare i rigori: quello di Cavani è il terzo su quattro che non va a buon fine. La speranza è che il Napoli sia stato riprogrammato durante la lunga sosta natalizia per dare il massimo a metà febbraio, quanto ritornerà appunto la Champions League. Intanto ci si può consolare con Pandev, che ha segnato un gol bellissimo e ha sfiorato nel finale il colpo decisivo.
Il resto della giornata ha fatto registrare l’exploit del Palermo, che ha segnato cinque gol al Genoa e consolidato la panchina di Mutti, e una serie di pareggi. Emozionante quello conquistato dal Lecce in rimonta col Chievo, mentre scialbi sono stati gli 0-0 di Bologna-parma e Cagliari-fiorentina. E se il primo è servito almeno a Pioli per dare un po’ di continuità ai risultati e a Donadoni per continuare la marcia, il secondo è stato quasi inevitabile. Cagliari e Fiorentina sono infatti le squadre che hanno chiuso più volte - ben cinque - con uno 0-0 incolore. Sarà, banalmente, un problema di attaccanti?