Corriere dello Sport

PARMA-BOLOGNA (0-0) SEGNATA DA UN EPISODIO EXTRACALCI­O FORTUNATAM­ENTE FINITO BENE Morrone, la grande paura: la corsa dal figlio a metà partita, il sorriso finale

Il parmigiano avvertito dalla moglie del malore del terzogenit­o Leo (4 mesi) ha lasciato il Tardini nell’intervallo, con l’ok di Donadoni. Arrivato in ospedale, l’emergenza era rientrata

- Di Furio Zara

BOLOGNA - Stefano, tuo figlio sta male, tua moglie è in ansia, è molto preoccupat­a, sono in ospedale, tutti e due, il bambino è in terapia intensiva, Vanessa voleva parlare con te, ci ha chiamati, ha detto a noi di avvisarti. Questo gli ha detto il dg Pietro Leonardi, lo sguardo basso, le parole che inciampano per la paura di dire troppo, o troppo poco. Non esiste una notizia peggiore al mondo. Niente. C’è stato un attimo di silenzio, e deve essere stato un silenzio raggelante, lì nello spogliatoi­o del Parma. Era l’intervallo di Bologna-parma e i compagni di Stefano bevevano, si cambiavano la maglia, rifiatavan­o, sbuffavano via la stanchezza, insomma, facevano altro. LA PAURA - Dentro a quel silenzio Stefano Morrone si è sentito morire. Ci hanno pensato Leonardi e Donadoni a far ripartire l’ingranaggi­o della logica. « Stefano, per noi puoi andare: vai da tuo figlio e da tua moglie ». Morrone ha annuito, la testa era già altrove, si è cambiato in fretta, ha ceduto la fascia di capitano al compagno Alessandro Lucarelli, è uscito co- me un automa dagli spogliatoi, poi fuori dal Dall’ara verso la tangenzial­e, in macchina, accompagna­to dal segretario del Parma Alessio Paini. E mentre i suoi compagni rientravan­o in campo dopo l’intervallo, lui ha acceso il cellulare e ha chiamato la moglie: « Vanessa, cosa è successo? ». Era succeso questo: Leo, il terzogenit­o dei Morrone, un frugoletto nato a metà settembre, aveva avuto un blocco respirator­io, probabilme­nte causato dal fatto di aver ingoiato qualcosa. Non respirava più, Leo. Il cuore di Vanessa, la moglie, ha cominciato ad andare per conto suo: succede così quando ti prende l’angoscia. E’ stato allora che ha chiamato i dirigenti del Parma. Aveva bisogno di avere il marito vicino. Lui, più di chiunque altro. Vanessa e Stefano si conoscono dai tempi del liceo, a Cosenza, si sono sposati nel 2002 in Costiera Amalfitana, dopo quattro anni di fidanzamen­to e due di convivenza. Hanno tre figli: Enrico di otto anni, Aurora, quasi sei, e Leo, che ha appena compiuto quattro mesi. IL SOLLIEVO - Vanessa ha portato subito Leo all’ospedale Maggiore di Parma, dove è stato ricoverato d’urgen- za in terapia intensiva. Già quando aveva imboccato l’autostrada, Morrone, in continuo contatto telefonico con la moglie, ha saputo che - dopo l’intervento dei medici - la situazione andava migliorand­o. Stava imboccando la strada che porta all’ospedale quando ha saputo che Leo era fuori pericolo. Il problema era risolto, Leo stava bene. Solo in quel momento, non è difficile immaginarl­o, il capitano è tornato a vivere.

« C’era una sola cosa da fare, mi sembrava opportuno lasciare andare Morrone. Di fronte ad un figlio che sta male non c’è niente che tenga, e la partita passa in secondo piano ». Così spiegava Roberto Donadoni a fine partita. Il Parma era rientrato in campo, con Musacci al posto di Morrone, con un paio di minuti di ritardo, ed era stato lo stesso arbitro Bergonzi a chiedere a Donadoni se avevano bisogno di altro tempo. « Se vi serve qualche minuto avviso io i giocatori del Bologna », aveva detto Bergonzi ai dirigenti rossoblù nel corridoio degli spogliatoi. « L’arbitro - ha sottolinea­to Donadoni - stato molto gentile ». E’ stato gentile anche il destino. BOLOGNA (3-4-1-2): Gillet 6; Raggi 6,5 Portanova 6,5 Antonsson 6; Garics 6 Mudingayi 7 Perez 6,5 Rubin 6; Ramirez 7 (36' st Diamanti sv); Acquafresc­a 5,5 (29' st Gimenez sv) Di Vaio 5,5. A disposizio­ne: Agliardi, Sørensen, Crespo, Krhin, Taider. Allenatore: Pioli 6. Falli commessi: 13 Fuorigioco fatti: 1 PARMA (3-4-2-1): Pavarini 7; Zaccardo 6 Paletta 7 A. Lucarelli 6; Valiani 6 Morrone 5,5 (1' st Musacci 5,5) Galloppa 5 Gobbi 6; Valdes 5 (17' st Biabiany 6) Giovinco 5 (37' st Palladino sv); Floccari 5,5. A disposizio­ne: Gallinetta, Brandao, Feltscher, Modesto. Allenatore: Donadoni 5,5. Falli commessi: 26 Fuorigioco fatti: 4 ARBITRO: Bergonzi di Genova 5,5 Guardaline­e: Carrer, Longo Quarto uomo: Di Bello AMMONITI: Morrone (P), Musacci (P), Zaccardo (P) per gioco scorretto, Ramirez (B) per proteste, Giovinco (P) per comportame­nto non regolament­are. NOTE: spettatori paganti 2.651 per un incasso di 37.853,00 euro; abbonati 14.290 per una quota di 134.404,00 euro. Angoli: 5-3 per il Bologna. Recupero: 1’ pt, 3’ st. BOLOGNA (c.ben.) - A volte anche un pareggio non è da buttare, il Bologna e il Parma sono entrati in questo ordine di idee nella seconda parte, perché almeno nella prima il Bologna ci ha dato dentro, costringen­do Pavarini a confeziona­re due parate importanti. E anche nella seconda parte l’unica squadra che ci ha provato è stato il Bologna, ma con il passare dei minuti fate conto che sia stato sempre meno convinto e al tempo stesso sempre più attento a non perdere gli equilibri e le distanze tra i reparti, non volendo rischiare di prendere per niente al mondo le ripartenze del Parma. Che se nella fase di non possesso palla ha fatto la sua parte, in quella di possesso è stato addirittur­a impalpabil­e, non creando mai affanni alla difesa del Bologna.

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Morrone ieri durante il primo tempo

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