Cagliari, un passo indietro
Contro una Fiorentina in difficoltà, Cossu e compagni non trovano l’acuto
CAGLIARI (4-3-1-2): Agazzi 6; F. Pisano 5,5 Canini 6 Astori 6 Agostini 5,5; Dessena 5,5 Ekdal 5 (40' st Conti sv) Nainggolan 5,5; Cossu 6; Larrivey 5 (30' st El Kabir sv) Ibarbo 5,5. A disposizione: Avramov, Gozzi, Perico, Ceppelini, Thiago Ribeiro. All.: Ballardini 6 Falli commessi: 16 Fuorigioco provocati: 2 FIORENTINA (3-5-2): Boruc 6,5; Gamberini 6 Natali 6 Nastasic 6; Cassani 6 Behrami 5,5 Salifu 5,5 (12' st Munari 5,5) Montolivo 5,5 Pasqual 6 (40' st Vargas sv); Lazzari 5 Ljajic 5 (20' st Acosty 6). A disposizione: Neto Camporese De Silvestri Romulo. All.: D. Rossi 6 Falli commessi: 17 Fuorigioco provocati: 3 ARBITRO: Gervasoni di Mantova 6 Guardalinee: Giachero e Galloni Quarto uomo: Baratta AMMONITI: per gioco falloso Salifu (F), Cassani (F), Nastasic (F), El Kabir (C), Natali (F), Cossu (C), Munari (F), Conti (C) NOTE: Esordio in serie a per Acosty (F). Spettatori 6 mila circa. Angoli 5 a 2 per il Cagliari. Recupero: 1' pt, 4' st CAGLIARI - Partita insulsa, risultato insulso. Difficile valutare una partita con poco calcio seguendo criteri calcistici. Il Cagliari non ha saputo approfittare delle evidenti difficoltà di una Fiorentina rabberciata, mancante praticamente di un reparto, l’attacco, e decisamente preoccupata da un punto di vista psicologico per via delle critiche e delle contestazioni. I viola, a loro volta, hanno deciso di arrangiarsi con quel che passa il convento (in attesa che qualche altro «monaco» si materializzi davanti al portone di ingresso) e alla fine hanno ottenuto il massimo (forse) ottenibile in questo momento. Certo le situazioni iniziali facevano presagire un pomeriggio dai toni più felici per i sardi che per i toscani. Da questo punto di vista, Delio Rossi può essere soddisfatto perché anche in una situazione di emergenza, la sua squadra è riuscita a portare a casa un risultato, piccolo quanto si vuole ma sempre risultato.
Semmai è il Cagliari che è un po’ venuto meno alle attese alimentate dalle ultime pre- stazioni. E’ chiaro che sono due squadre che hanno molti problemi da risolvere (a livello offensivo, il Cagliari è da rivedere, la Fiorentina completamente da ricostruire considerata l’assenza di Jovetic, l’uomo di maggiore qualità di una formazione ancora incompleta e incompiuta). Squadre da rivedere, insomma, a partire dalla prossima giornata quando i sardi dovramnno far visita al Milan e la Fiorentina ospiterà il Siena. BRIVIDI - Bisogna dire che la gara ha riservato maggiori imprevisti prima del fischio d’avvio di Gervasoni che dopo. Perché se la cronaca del campo nei primi quarantacinque minuti è stata piatta e insipida, quella fuori dal campo ha riservato non pochi colpi di scena. Tanto per cominciare il lungo tira e molla settimanale sull’apertura dello stadio terminata con una semi-apertura: una curva e una tribuna, l’altra metà chiusa per mancanza delle necessarie condizioni di sicurezza. Poi, la scena è stata occupata tutta dal ritiro della Fiorentina. Perché sin dalla mattinata tutti hanno cominciato a sfogliare la margherita-jovetic: gioca non gioca. Poi, in- torno a mezzogiorno, la conferma: non gioca. Conclusione, una Fiorentina priva di punte di ruolo con una inevitabile conseguenza dal punto di vista del’azione collettiva: la mancanza di profondità. L’ultimo colpo di scena, poi, prima di partire per il Sant’elia: viola bloccati nel ritiro dagli operai dell’alcoa che lottano per qualcosa di molto più importante di un risultato sportivo, il posto di lavoro. La situazione si è sbloccata con un ritardo, però, di mezz’ora nel fischio d’avvio. Forse quei trenta minuti di imprevisto riposo hanno inciso negativamente sulla concentrazione delle due squadre, insufficiente determinazione e ritmi sonnolenti.
Il Cagliari riusciva a creare qualcosa solo quando si accendeva Cossu (conclusione di testa ravvicinata con parata di piede di Boruc, azione personale con tiro a giro fuori di poco) o si concedeva qualche licenza il portiere viola (uscita sbagliata con Ibarbo che saltandolo calciava verso la porta vuota con Natali che salvava sulla linea); la Fiorentina ordinata sino a metà campo, faticava tremendamente ad andare oltre non avendo punti di riferimento davanti. MONOTONIA - Per cambiare il volto a una partita tanto brutta forse sarebbero stati necessari cinque, sei cambi. A testa. Ma tanto Ballardini quanto Delio Rossi ne avevano a disposizione solo tre e il tecnico fiorentino, per giunta, come soluzione offensiva soltanto un ragazzotto della Primavera, Acosty, non essendo ancora arrivato Amauri ed essendo stato messo temporanemante da parte per questioni socio-psicologiche Cerci. Rossi ha provato a mischiare un po’ le carte togliendo Salifu e sistemando Montolivo nella posizione classica del regista. Poi ha persino rischiato Acosty. Risultati? Quasi meno di zero perché la Fiorentina, alla fine, non è mai riuscita a liberare l’uomo davanti alla porta avversaria e il Cagliari si è spento progressivamente consentendo alla squadra viola la tranquilla difesa di un risultato modesto ma positivo considerando le condizioni di partenza. La squadra di Ballardini, invece, ha fatto segnare un sensibile passo indietro rispetto alla vittoria con il Genoa e al pari con la Juventus.