OLIMPIADI Napolitano al salvataggio di Roma 2020
ROMA - Sarebbe assai meglio farla che non farla questa Olimpiade del 2020. Su questo sono d’accordo praticamente tutti. E lo dicono. A cominciare da Rosella Sensi, l’ex presidentessa della Roma calcio che adesso è assessore specializzato sulla candidatura e ha partecipato a un dibattito in materia. D’accordo, è parte in causa. Ieri comunque hanno cercato di esorcizzare l’ipotesi di un rinvio del tentativo di Roma 2024 anche la Confcommercio ( «Un’opportunità unica di crescita» , ha detto il presidente della sezione romana Giovanni Roscioli) e il Pdl ( «Una questione di cultura e di unità nazionale come nel 1960» , afferma il presidente del Comitato per il Millennio, Enrico Pianetta). SEGNALI - Ma c’è la crisi, la crisi, la crisi. Lo ripetono come una ninna nanna. E serve una firma, una firma, una firma. Quella del governo. Il presidente del consiglio Mario Monti deve scrivere il suo nome sotto l’affidavit che entro il 15 febbraio va presentato al Comitato Internazionale Olimpico per ufficializzare la candidatura di Roma. Senza, è come se semplicemente non ci fossero i soldi per organizzare i Giochi. Sono 4,7 miliardi di euro, roba sobria per i tempi che corrono, e secondo i calcoli si recupererebbero con sponsor, diritti Tv, biglietti e aumento del Pil, tralasciando il prolungarsi dell’effetto traino sul turismo e su tutto il resto.
Monti esita a mettere quella firma. Per non dire di no, scrive il Corriere della Sera, potrebbe suggerire il rinvio al 2024. Così ieri alla consegna dei premi romani Atleta dell’anno in Campidoglio, il sindaco Gianni Alemanno si è sentito in dovere di commentare: «Non possiamo trasmettere sempre e soltanto segnali di depressione. Un rinvio, oltre a non essere tecnicamente possibile perché ci costringerebbe a pensare al 2028 a causa del criterio di rotazione tra continenti, significa proprio questo. Sarebbe assolutamente sbagliato sottrarre al Paese una prospettiva di sviluppo. Il 74% degli italiani vuole l’organizzazione dell’olimpiade. Il presidente Monti è una persona intelligente, quindi sono sicuro che il 10 febbraio firmerà la lettera di candidatura» .
Il sindaco Alemanno chiama, il Presidente risponde subito per scongiurare il rinvio Ieri i primi “summit”
Alemanno, 53 anni PIANO B - Impraticabile l’ipotesi 2024, contro avversari vecchi e nuovi (Parigi e Johannesburg), si lavora a un piano B. Andare comunque avanti. La lettera agognata non impegna finanziariamente il governo e solo tra un anno (gennaio 2013) andranno presentate al Cio tutte le garanzie economiche. Ieri sera Alemanno ha incontrato il ministro dello sport Piero Gnudi. QUIRINALE - Intanto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che già nel 2010 si era espresso a favore dei Giochi a Roma sessant’anni dopo la felice edizione del ‘60, avrebbe riconfermato il suo parere favorevole alla candidatura 2020. Il Capo dello Stato aspetterebbe il rientro di Monti a Roma per “convincerlo” a sciogliere le riserve. Da fonti vicine alla candidatura si dice che sia Napolitano che Monti sono rimasti colpiti dalle molteplice reazioni di consenso seguite all’ipotesi del clamoroso dietrofront. I Giochi non saranno un’urgenza nazionale, ma restano una grande opportunità per il Paese. E se, come ha recentemente spiegato Monti, « non mi preoccupo del consenso ma di rilanciare le prospettive dell’italia », c’è da credere che la freddezza del Professore possa trasformarsi almeno in un tiepido abbraccio a Roma 2020.