Nella gara di stasera contro l’inter, che vale la semifinale, rientra il giocatore più amato Napoli, quanta voglia di Lavezzi
Dopo un mese di stop per infortunio, torna dal 1’ il Pocho Con Hamsik e Cavani riformerà il tridente dei tenori azzurri
Edison Cavani, 24 anni, Marek Hamsik, 24 e
Christian Maggio, 29, abbracciano Ezequiel Lavezzi. Stasera Napoli ritroverà il tridente dei
sogni (foto Mosca) NAPOLI - Il grande affabulatore, quel genio tutto finte ed entusiasmanti moine, è uno scugnizzo che sa come si fa: e in quell’universo spalancato attraverso twitter, Napoli viene attratta a sé con un invito secco come un dribbling, una carezza dialettica che sa di assist, uno scatto bruciante che diviene una liana: « Tutti al san Paolo, domani sera. Daiiiii ». Il calcio ai tempi di Lavezzi è una miscela di magiche emozioni, una sintonia che riconduce (per)sino al Mito, l’unico in grado di riuscire a calamitare in maniera più prepotente l’affetto popolare: e mentre Napoli-inter sta per sorgere, le luci della ribalta s’alimentano di quella scarica d’adrenalina sprigionate dal computer. « Tutti al san Paolo. Daiiiiii ». RIECCOLO - A volte basta un tweet per scambiarsi effusioni e ritrovarsele nel bel mezzo d’una dolcissima tentazione per quell’esercito di tifosi travestiti da follower: e mentre Napoli-inter sta per mettere in palio l’accesso alla semifinale di Coppa Italia, la capacità seduttiva di quella simpatica canaglia che manda in estasi Fuorigrotta ed è tormento per i nemici, è in un richiamo che schiocca come le dita d’una mano. « Tutti al san Paolo. Daiiiiii ». Tutti al san Paolo, compreso Ezequiel Lavezzi, l’idolo incontrastato d’una città di lui orfana da un mese e ormai già in crisi d’astinenza: dalla Roma all’inter, trentotto giorni di vuoto e pathos, di rimpianti e di dubbi esistenziali; e ora ch’è finita, impossibile tirarsi indietro: « Tutti al san Paolo. Daiiii ».
«Tutti al San Paolo domani sera. Daiiiii» è il tweet che Lavezzi ha lanciato ieri al popolo azzurro
IL BENEAMATO - Quattro serate senza il pocho ma il peggio è praticamente passato, l’elongazione al bicipite del retto femorale della coscia destra è dimenticata e fa niente se con Genoa, Palermo, Cesena, Bologna non è stato possibile gustarsi le veroniche di quel diavoletto tutto genio e sregolatezza, il totem d’una generazione di fedeli completamente ab- bandonata ad ogni invenzione. Lavezzi è ormai tornato - trentanove minuti compreso il recupero - e quello scampolo di partita è la spruzzata d’entusiasmo, d’euforia e di entusiasmo sprigionata dall’amarezza di Siena, figlia illegittima d’un pareggio che ha scosso e nuociuto all’ottimismo collettivo. E allora, con la palla virtualmente al centro, ci pensa ancora il pocho, a modo suo, con un fendente dritto al cuore della «sua» Napoli, trascinata di forza al san Paolo con quel «daiiiiiii» che è un’invocazione seducente alla quale sembra impossibile resistere. NERO & AZZURRO - Il rientro (casalingo) di Lavezzi è l’opzione principale della notte tra le stelle ma dal taccuino di Mazzarri, tra gli appunti sparsi per sbarazzarsi del- l’inter e della maledizione della coppa (fuori un anno fa ai rigori contro i nerazzurri; fuori ai quarti, con Reja in panchina, ancora alla lotteria del dischetto, con Reja in panchina) c’è la riconferma di (quasi) tutti i titolarissimi, sacrificando solo Inler per far posto a Dzemaili e lasciando davanti gli altri due tenori, Hamsik e Cavani, per poi lanciare nel mischione Pandev a gara in corso. Il pocho c’è, con il suo carico di inventiva, con il piatto freddo della vendetta per cancellare l’errore decisivo dagli undici metri di dodici mesi fa, per lasciarsi coccolare da quello stadio ch’è in realtà è la sua culla, l’epicentro d’una favola per poter (ri)vivere felici e contenti: « Tutti al san Paolo. Daiiiii ». La prima magìa è un cinguettio...