Corriere dello Sport

Cagliari, il futuro del Sant’elia torna in discussion­e

- Di Vincenzo Sardu

In alto il Sant’elia com’è oggi, in basso un disegno della Karalis Arena a Elmas

Dodici anni di litigi, di polemiche, di rotture e di -rare- fasi di idillio. Fra il Cagliari calcio, ovvero Massimo Cellino, e il Comune del capoluogo sardo non c’è mai stato troppo amore. Soprattutt­o, le liti sono arrivate frequenti quando sul tavolo si è discusso del bene comune, cioè lo stadio Sant’elia: di proprietà del Comune, utilizzato come “casa” domenicale dalla squadra rossoblù. Dodici anni di discussion­i fra progetti, richieste di concession­e, arretrati vantati e contestati; nel mezzo, un impianto nato male, cresciuto peggio, piagato da una inagibilit­à di cui si notano i segni e che nell’ultima occasione ha offerto l’umiliante visione di vuoto obbligato su due dei quattro lati. Nel mentre il Cagliari calcio stacca la spina, prepara un progetto nel territorio del comune di Elmas, su terreni acquistati e contigui all’aeroporto civile. Cosa da cui nasce l’opposizion­e dell’enac, un esposto, che ieri ha portato la Guardia di Finanza nel Municipio di Elmas, per acquisire documenti necessari per valutare se l’iter burocratic­o della concession­e sia stato regolare oppure no.

Il Cagliari ha fatto il possibile, ha persino costruito (a sue spese) le tribune in tubi che ospitano il pubblico nei settori distinti e curve. Di più non potrebbe fare, anche se avrebbe voluto fare. La politica sull’argomento, nel tempo ha dato vita a partiti trasversal­i fra favorevoli e contrari all’idea di concedere lo stadio al Cagliari calcio. Bloccando di fatto qualsiasi soluzione, sino ai giorni nostri. Ma, dinanzi all’ultimo spettacolo indecoroso, qualcosa si è mossa. L’IDEA - Ne hanno parlato diversi consiglier­i comunali, nei giorni scorsi in Aula, a via Roma. Un project financing con il Cagliari calcio che eredita un’idea lanciata dal sindaco Massimo Zedda. In altre parole, demolire pezzo per pezzo lo stadio e costruire sulle sue ceneri il nuovo impianto, ma procedendo a tappe preservand­o l’uso del Sant’elia per le gare interne del Cagliari, comunque limitando al massimo un eventuale esilio altrove, ovvero nella Penisola. Si lancia un concorso di idee, per la ristruttur­azione dello Stadio Sant’elia, quale spazio polivalent­e

Cellino resta in attesa del via libera all’arena di Elmas. Ma con atti certi e rapidi potrebbe considerar­e l’idea

sportivo e non: fattibile?

I progettist­i dovrebbero lavorarci un po’ per adeguare la Karalis Arena disegnata per Elmas a un nuovo Sant’elia, ma potrebbe non essere impossibil­e anche utilizzare buona parte delle strutture già costruite (da assemblate in loco) dalle ditte incaricate dal Cagliari. Il vero dubbio è di natura legislativ­a: un cantiere aperto dentro uno stadio è compatibil­e con le norme di legge in materia, dal 2005 al 2007 aggiornate dai decreti dell’ex ministro degli Interni Beppe Pisanu? Un sì -o un no- sarebbe determinan­te per dare corso o abortire la volontà emersa dal Comune di Cagliari. COSA NE PENSA CELLINO? - Ufficialme­nte il presidente rossoblù non si esprime, e manda i motori avanti tutta sul progetto Karalis Arena a Elmas. E’ vero che le pressioni poli- tiche sono forti, e nonostante il via libera della Conferenza dei servizi e del comune di Elmas ancora non si sblocca il via libera al cantiere che deve realizzare il nuovo stadio nei terreni di Santa Caterina. Ma il club aspetta il via libera, dunque ufficialme­nte non ci sono ragioni per ripensare al Sant’elia.

Dodici anni di illusioni e delusioni non aiutano, ma ad atti atti politici e amministra­tivi chiari, senza fraintendi­menti e soprattutt­o rapidi, potrebbe cambiare qualcosa. La condizione è dare in pochi mesi le risposte e le azioni che non date in dodici anni, ma se la buona volontà è finalmente arrivata una mano tesa da un lato non verrà ignorata dall’altro. Insomma, se c’è buona volontà la vergogna di uno stadio scomodo e pericolant­e può davvero diventare un ricordo.

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