Cagliari, il futuro del Sant’elia torna in discussione
In alto il Sant’elia com’è oggi, in basso un disegno della Karalis Arena a Elmas
Dodici anni di litigi, di polemiche, di rotture e di -rare- fasi di idillio. Fra il Cagliari calcio, ovvero Massimo Cellino, e il Comune del capoluogo sardo non c’è mai stato troppo amore. Soprattutto, le liti sono arrivate frequenti quando sul tavolo si è discusso del bene comune, cioè lo stadio Sant’elia: di proprietà del Comune, utilizzato come “casa” domenicale dalla squadra rossoblù. Dodici anni di discussioni fra progetti, richieste di concessione, arretrati vantati e contestati; nel mezzo, un impianto nato male, cresciuto peggio, piagato da una inagibilità di cui si notano i segni e che nell’ultima occasione ha offerto l’umiliante visione di vuoto obbligato su due dei quattro lati. Nel mentre il Cagliari calcio stacca la spina, prepara un progetto nel territorio del comune di Elmas, su terreni acquistati e contigui all’aeroporto civile. Cosa da cui nasce l’opposizione dell’enac, un esposto, che ieri ha portato la Guardia di Finanza nel Municipio di Elmas, per acquisire documenti necessari per valutare se l’iter burocratico della concessione sia stato regolare oppure no.
Il Cagliari ha fatto il possibile, ha persino costruito (a sue spese) le tribune in tubi che ospitano il pubblico nei settori distinti e curve. Di più non potrebbe fare, anche se avrebbe voluto fare. La politica sull’argomento, nel tempo ha dato vita a partiti trasversali fra favorevoli e contrari all’idea di concedere lo stadio al Cagliari calcio. Bloccando di fatto qualsiasi soluzione, sino ai giorni nostri. Ma, dinanzi all’ultimo spettacolo indecoroso, qualcosa si è mossa. L’IDEA - Ne hanno parlato diversi consiglieri comunali, nei giorni scorsi in Aula, a via Roma. Un project financing con il Cagliari calcio che eredita un’idea lanciata dal sindaco Massimo Zedda. In altre parole, demolire pezzo per pezzo lo stadio e costruire sulle sue ceneri il nuovo impianto, ma procedendo a tappe preservando l’uso del Sant’elia per le gare interne del Cagliari, comunque limitando al massimo un eventuale esilio altrove, ovvero nella Penisola. Si lancia un concorso di idee, per la ristrutturazione dello Stadio Sant’elia, quale spazio polivalente
Cellino resta in attesa del via libera all’arena di Elmas. Ma con atti certi e rapidi potrebbe considerare l’idea
sportivo e non: fattibile?
I progettisti dovrebbero lavorarci un po’ per adeguare la Karalis Arena disegnata per Elmas a un nuovo Sant’elia, ma potrebbe non essere impossibile anche utilizzare buona parte delle strutture già costruite (da assemblate in loco) dalle ditte incaricate dal Cagliari. Il vero dubbio è di natura legislativa: un cantiere aperto dentro uno stadio è compatibile con le norme di legge in materia, dal 2005 al 2007 aggiornate dai decreti dell’ex ministro degli Interni Beppe Pisanu? Un sì -o un no- sarebbe determinante per dare corso o abortire la volontà emersa dal Comune di Cagliari. COSA NE PENSA CELLINO? - Ufficialmente il presidente rossoblù non si esprime, e manda i motori avanti tutta sul progetto Karalis Arena a Elmas. E’ vero che le pressioni poli- tiche sono forti, e nonostante il via libera della Conferenza dei servizi e del comune di Elmas ancora non si sblocca il via libera al cantiere che deve realizzare il nuovo stadio nei terreni di Santa Caterina. Ma il club aspetta il via libera, dunque ufficialmente non ci sono ragioni per ripensare al Sant’elia.
Dodici anni di illusioni e delusioni non aiutano, ma ad atti atti politici e amministrativi chiari, senza fraintendimenti e soprattutto rapidi, potrebbe cambiare qualcosa. La condizione è dare in pochi mesi le risposte e le azioni che non date in dodici anni, ma se la buona volontà è finalmente arrivata una mano tesa da un lato non verrà ignorata dall’altro. Insomma, se c’è buona volontà la vergogna di uno stadio scomodo e pericolante può davvero diventare un ricordo.