«Reggina, ora rialza la testa»
Gregucci: Occorrono umiltà e coraggio per ripartire
REGGIO CALABRIA- E' un Gregucci scosso ma determinato quello del giorno dopo la sonora batosta subita dalla Reggina nel posticipo contro il Padova. A dispetto delle premesse, seppur priva di giocatori dalla personalità forte come Bonazzoli ed Emerson, la squadra amaranto è apparsa fragile nella contrapposizione agli avversari, disastrosa nella fase difensiva, inconsistente in quella offensiva. Il centrocampo, poi, non ha saputo rappresentare una sola qualità organizzativa per sostenere gli attaccanti né il necessario filtro per garantire copertura alla difesa. Troppo brutta ed incapace questa squadra per credere sia quella reale, l’erede della Reggina della prima parte del campionato. La formazione che, guidata da Breda, era riuscita a regalare buon calcio, profondità nella manovra ed incisività nelle conclusioni. CAUSE - Dopo una notte insonne impiegata a rivedere più volte il filmato della gara con il Padova, il tecnico pugliese ha indicato «nell'atteggiamento dei suoi ragazzi la causa della prova e del risultato. La squadra in questo momento ha smarrito certezze e fiducia. L'ultima vittoria è stata a metà novembre contro la Nocerina. Ma non può essere considerato un alibi come non lo è il nervosismo dello stadio. Si può perdere, certo. Ma la mia squadra non può e non deve perdere così». RIUNIONE - Una lunga riunione, negli spogliatoi del Granillo, dopo la brutta botta di lunedì sera, per un’analisi approfondita. «C'è stata supponenza negli atteggiamenti della squadra che ha dei giovani importanti - il pensiero del presidente - i quali devono capire il valore dell'impegno e il sacrificio di tutti i giorni per migliorare». SOLUZIONI - «Per superare i momenti delicati come quelli di lunedi sera occorrono umiltà e coraggio - spiega Gregucci -. Il primo aspetto per accettare il giudizio della gente; il secondo per tentare la giocata, dimostrare il valore dei singoli e del gruppo. Ho detto questo ai ragazzi e sono riuscito a leggere nei loro occhi la determina- zione giusta per poter ripartire». Valutazioni sulla condizione atletica del gruppo e nuove soluzioni tattiche tra i pensieri dell'allenatore. «Non temo un calo fisico. Adesso, però, dovrà spingerci l'energia nervosa. Cambieremo qualcosa - l'impegno di Gregucci per Grosseto - ma dal gruppo mi aspetto una forte reazione. Gli obiettivi immediati per la Reggina sono dimostrare il valore della squadra in Toscana e, poi, riconquistare il Granillo».
Angelo Gregucci, 47 anni, guida gli amaranto da due gare