Sedicesimi: risultati delle sfide di ieri 1-2 2-1 2-1 Albertone può fermare Senna
Non bastano sangue, sudore, lacrime, aver limato i denti delle montagne, 426 vittorie e un irriducibile furore di emergere. Vuol dire che abbiamo scelto abbastanza bene. Due turni e va fuori dai piedi persino Eddy Merckx. Forse è una bestemmia, ma gli è capitato davanti, come un gatto che attraversa la strada a un ciclista, un altro Cannibale. Roger Federer aveva dalla sua un cumulo impressionante di successi, paragonabili a quelli del belga in uno sport di fatica che all'epoca era molto diverso, e la felice combinazione di vivere qui e oggi, campione del presente e non della memoria.
Adesso Merckx fabbrica biciclette e commenta le gare alla radio mentre Federer è numero 3 del tennis mondiale. Possono perdere in fretta anche i giganti nel nostro torneo che eleggerà il più grande atleta di tutti i tempi. Del resto per i lettori il confronto tra quei due è stato il più serrato tra le sfide di ieri. Fuoriclasse come Jesse Owens, al quale contrariamente alla leggenda Hitler dovette stringere la mano, e Sugar Ray Robinson, il miglior pugile di sempre, hanno dovuto abbandonare il tabellone. Sono troppo più fresche nella memoria pubblica le incursioni aeree di Michael Jordan - peraltro numero uno storico nel basket - e le evoluzioni in picchiata di Tomba, che a noi italiani hanno dato un gusto particolare.
Come simbolo e sintesi della giornata avevamo scelto il duello tra Pete Sampras e Ayrton Senna, un'altra decisione non unanime. Quasi contemporanei i due - i colpi di Sampras sono leggermente più recenti -, sovrapponibili per senso estetico, classe pura, delicatezza di tocco, sul volante l'uno, sulla racchetta l'altro. Ha vinto Senna, destinato a battagliare all'ultimo voto con Tomba. Oggi abbiamo Phelps contro Pelè per clou, Lomu-rossi, Isinbayeva-fangio e la rivincita tra atletica e basket: la levità di Carl Lewis, i sortilegi di Magic Johnson.
Alberto Tomba sollevato dai suoi rivali dopo una delle tante vittorie