Corriere dello Sport

La Errani è una tigre Petra di più

La Kvitova la spunta dopo quasi due ore di gioco Sara fa un figurone: «Lì per lì ho rosicato, ma ora so di poter sfidare le Top 10». E’ in finale nel doppio

-

MELBOURNE - Peccato, un vero peccato. Sara Errani ha tenuto botta a Petra Kvitova, la numero 1 prossima ventura, ma alla fine si è fermata nei quarti degli Australian Open. Un doppio 6-4 (in 1h51’ di gioco intensissi­mo) per la ceca, che però ha dovuto subire la rimonta della 24enne romagnola nel primo set (da 2-5 a 4-5) ed è stata poi costretta a un gran recupero nel secondo, con la Errani che è stata in vantaggio per 4-1 e 30-0 sul servizio dell’avversaria, e poi ha avuto anche una palla per il 5-2.

Smorzate, pallonetti, in alcuni attimi è sembrato quasi di vedere in campo Francesca Schiavone: la certezza è invece è quella di aver trovato un'altra giocatrice azzurra in grado di togliersi soddisfazi­oni importanti anche in uno Slam. Le è caduta addosso, Petra, ma senza danni, perché “Sarita” è una tosta. LE SUE PAROLE - Anche per smaltire le ultime scariche di adrenalina, Sara racconta tutto della sua giornata.

«E’ stata lunga, infinita: mi sono svegliata presto, sono state ore di tensioni ed emozioni forti. Adesso non so neppure che ora sia, e mi manca ancora da fare l’antidoping» . La partita, com’è andata? «Sono finita sotto per 5-2 nel primo set, dopo aver però lottato tanto in ogni game, ma sono stata capace di recuperare e mettere sotto la Kvitova, anche se poi è finita 6-4 per lei. E’ andata anche meglio nel secondo set, ho tirato molto il servizio e le ho messo tanta pressione da fondocampo. In parte ce l’ho fatta, ma anche lì è finita 6-4 per lei».

Più arrabbiata o contenta?

«Lì per lì sono uscita dal campo scontenta, perché sul momento “rosichi”. Ma so di aver fatto una bella partita, di essermela giocata bene, come era nelle mie intenzioni. Sono soddisfatt­a perché ho dato tutto quello che avevo. Ho avuto le mie opportunit­à, ma si andava a duemila e come rallentavo lei mi saltava sopra. In ogni caso ho giocato alla pari con lei, anche stavolta ho dimostrato di poter affrontare senza timore una top player. Certo, questo magari non impedirà che in uno dei prossimi tornei io possa perdere con la numero 300: se pure accadrà, non sarà un disastro. Spero comunque di continuare così, su questi livelli, nei mesi e negli anni». Com’è, questa Kvitova? «Non me l’aspettavo più forte di quanto si sia visto in questa partita. E’ giovane, ha buona tecnica e tira delle gran mazzate, ma non so dire se durerà nel tempo. Però ha già vinto tornei importanti come Wimbledon e Masters, l’anno scorso».

Sei comunque finalista nel doppio, con Roberta Vinci.

«Per fortuna ci siamo prese questa grande soddisfazi­one. La svolta c’è stata quando abbiamo salvato la palla del 35 nel secondo set: a quel punto non avrei messo un euro sulle nostre possibilit­à di vittoria, anche perché ero stanca morta,

«Andavamo a duemila e come rallentavo lei mi saltava sopra» Lunedì diventerà n.34 del ranking mondiale

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy