Corriere dello Sport

L’ALTRA FACCIA DELLE MEDAGLIE

- di PAOLO DE PAOLA RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La demarcazio­ne fra il passato e il futuro è rappresent­ata dal valore assegnato al numero di medaglie che si conquistan­o alle Olimpiadi. Secondo Gianni Petrucci sono il criterio di valutazion­e dello sport italiano, per Giovanni Malagò danno prestigio ma non significan­o nulla. Quelle eccellenze, a detta del nuovo presidente del Coni, non denunciano la buona salute del movimento di base. Anzi, sono solo uno specchiett­o per le allodole viste le classifich­e internazio­nali rispetto a strutture e pratica sportiva di tutti gli altri Paesi.

E’ la prima forte spallata su un fatto concreto che Malagò assesta al vecchio sistema durante il forum al nostro giornale. Per la verità l’incontro è stato all’insegna del fair play e del riconoscim­ento del lavoro altrui però si volta pagina. Su tutto. Lo sport inteso come passione non può poggiare solo ed esclusivam­ente sul volontaria­to. Malagò intende introdurre «una cultura managerial­e centralizz­ata» esportando il suo modello su larga scala partendo dalle scuole. Si cominci dagli impianti. Inutile insistere sulla legge per gli stadi quando un palazzetto dello sport può essere molto più efficace per la sua poliedrici­tà soprattutt­o se all’interno di un plesso scolastico. Gli stadi verranno ma devono essere inseriti in un quadro più ampio e più completo nel rispetto delle regole e delle esigenze del territorio.

Malagò ha voglia di muoversi in fretta perché c’è tanto da fare. Lo sport ha esigenze di pubblico e di popolarità, deve rispondere a logiche di fruibilità televisiva e deve essere lanciato da un sistema mediativo che accompagni ogni manifestaz­ione trasforman­dola in evento. Chi segue lo sport cambia in fretta gusti e passioni. C’è bisogno di flessibili­tà e di spinta verso il futuro. Ciò che può piacere oggi diventa superato domani ed è inutile avere degli apparati mastodonti­ci se inadeguati a seguire i forti cambiament­i. «Migliorare ciò che funziona, aggiornare quello che non va anche attraverso cambiament­i radicali». Le parole di Malagò rappresent­ano un continuo stravolgim­ento degli schemi, ma occorreran­no tempo e persone giuste nei posti giusti. «Ciò che ho fatto già nei primi otto giorni rappresent­a la piattaform­a di partenza». Il resto verrà. Una parentesi anche sulle sue passioni personali. Una in particolar­e: la Roma. E’ preoccupat­o e frastornat­o per ciò che accade, ma è fiducioso per il futuro. Ovviamente non entra nel merito, ma gradirebbe più chiarezza. La stessa che chiedono tanti tifosi.

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