Uefa: Lazio a porte chiuse
Razzismo: 2 turni senza tifosi e mega multa
ROMA - Hanno chiuso l’Olimpico. Due turni di squalifica, due partite di Europa League senza tifosi laziali. La prima condanna va scontata giovedì 14 marzo, nel ritorno degli ottavi di finale contro lo Stoccarda. La seconda nel match casalingo degli eventuali quarti (in programma ad inizio aprile) o in occasione del primo impegno europeo della prossima stagione. La punizione era nell’aria, ma è stata raddoppiata clamorosamente. La Lazio si ribella, Lotito è infuriato, presenterà ricorso, ha attaccato l’Uefa: «E’ incredibile, sono fatti inventati. E’ un provvedimento abnorme rispetto alla realtà. Produrremo immagini televisive, neppure le forze dell’ordine hanno riscontrato atteggiamenti razzisti o apologetici del fascismo» , urlava ieri sera il presidente. IL VERDETTO - La Commissione Disciplinare dell’Uefa ha usato il pugno duro. E’ stato chiuso l’Olimpico per due turni e al club è stata inflitta una multa di 40.000 euro per i fuochi accesi dai tifosi nella notte di Lazio-Borussia Moenchengladbach. La squalifica pendeva sulla Lazio da gennaio, era stata decisa dopo i cori razzisti uditi durante Lazio-Tottenham. Il provvedimento fu sospeso con la condizionale, è diventato esecutivo. L’ACCUSA - Olimpico chiuso. Hanno pesato i referti presentati dagli ispettori Uefa, nei verbali è stato contestato l’atteggiamento di circa 200 tifosi presenti in Curva Nord: secondo i delegati europei avrebbero mostrato il saluto fascista al 13º e al 20º del primo tempo, dopo aver intonato l’inno italiano. La Lazio è stata deferita e sanzionata più volte quest’anno, era attesa al varco. La società ha tre giorni di tempo (si calcolano partendo da ieri) per presentare ricorso. LA DIFESA - Lotito e gli avvocati sono entrati subito in azione. Martedì mattina avevano inviato una memoria difensiva all’Uefa, secondo il club è stato compiuto un errore di valutazione. Non si sarebbe trattato di un saluto fascista bensì di un saluto militare. La Lazio farà appello, proverà a smontare le accuse producendo altro materiale. Il presidente Lotito ha fatto riferimento ad immagini televisive, in nessun caso raffigurano comportamenti sbagliati, è la sua posizione. Nei referti degli ispettori, tra l’altro, non sono allegati foto o video. Il gesto di cui si sarebbero resi protagonisti alcuni tifosi laziali sarebbe riportato secondo questa descrizione: braccio destro incrociato sul petto, verso la spalla sinistra. Ecco perché non si tratterebbe di saluto fascista. Non è tutto, le autorità di pubblica sicurezza romane non avrebbero riscontrato episodi di razzismo o fascismo, si sarebbero configurati anche come reato. La posizione delle autorità di polizia potrebbe essere allegata al reclamo. La Lazio chiede l’assoluzione piena, purtroppo non sarà facile spuntarla. IL DANNO - E’ un danno enorme, un danno di immagine, sportivo ed economico. La squadra di Petkovic sarà costretta a giocare senza tifosi contro lo Stoccarda e in futuro. Stadio chiuso e casse vuote, vanno calcolati i mancati ricavi, la stima s’aggira attorno agli 1,5 milioni di euro solo per il match coi tedeschi. C’è di più: in caso di eliminazione negli ottavi di finale di Europa League, la Lazio sarebbe costretta a giocare senza tifosi nel primo turno europeo dell’annata 2013-14. Il danno aumenterebbe, i laziali sperano di tornare in Champions l’anno prossimo. I PRECEDENTI - Olimpico chiuso, tornano alla mente i precedenti. L’Uefa punì la Lazio dopo la sfida col Partizan Belgrado del 25 novembre 2004 (Coppa Uefa), vennero condannati i «buuu» indirizzati da alcuni tifosi all’attaccante Boya e al difensore Emeghara. La squadra di Rossi fu costretta a giocare a porte chiuse col Tampere (17 luglio 2005), era il primo turno di Intertoto. C’è un altro precedente che riguarda l’Europa: nel lontano 1974, anno del primo scudetto, la Lazio venne esclusa dalla vecchia Coppa Campioni. Si scatenò una rissa in campo (coinvolse giocatori e tifosi) durante un incontro casalingo di Coppa Uefa con gli inglesi dell’Ipswich.