Corriere dello Sport

Buca delle lettere sotto al muso: finalmente Red Bull copia Ferrari

- Di Gabriele Pirovano RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Ecco le soluzioni tecniche più interessan­ti proposte dalle varie squadre. Ferrari: un buco largo e piatto è posto sotto al musetto, a ridosso del telaio. Entra aria ma non si sa ancora dove sfoghi e a cosa serva: i tecnici parlano di raffrecdda­mento delle centraline, ma quella feritoia sembra troppo larga per assolvere solo a questa funzione. Forse serve a innescare un DRS passivo che mandi in stallo l’ala posteriore, aumentando la velocità di punta. Sicurament­e ha uno scopo aerodinami­co. Red Bull: buco largo e piatto sotto il muso come quello Ferrari, però ce n'è un secondo posto in alto, a contatto ta telaio e musetti, da dove l'aria esce. Difficile che siano collegati perché una soluzione del genere, presente sulla Ferrari già nel 2008, fu poi vietata dalla Fia. Williams: buco al centro del dado ruota anteriore, da cui viene espulsa aria calda che arriva dai freni; serve per scaldare le gomme e ha effetti aerodinami­ci. Sauber: doppio buco come la Red Bull, uno posto sotto il musetto e l'altro sopra; provato anche il DRS passivo, che pesca aria con due "orecchie" ai lati dell'air-scope. Lotus: è stata la prima vettura a provare il DRS passivo l'anno scorso, ora lo ha rispolvera­to e funziona come quello della Sauber. tecnici cercano di aggirarlo. La sfida aerodinami­ca lascia ampio spazio ai colpi di genio: ecco perché - a prescinder­e dalle solite ali sempre più somigliant­i al millefogli­e - esiste una scienza occulta legata ai flussi d’aria che s’infilano in posti impensati e sfociano altrove, sempre più intelligen­ti, e furbetti anche loro. Le macchine sono ricche di buchi come la pietra leccese, e di condotti invisibili come il miglior groviera.

La Ferrari potrebbe essere tornata protagonis­ta nell’esercizio dell’inventiva. Non è ancora chiaro l’uso della “buca delle lettere” comparsa sotto al muso della F138 negli ultimissim­i giri delle prove di Jerez. Non è ancora chiaro a cosa serva, ma il fatto che lo abbia montato poco dopo anche la Red Bull fa ben sperare. Che roba è? Serve davvero a raffreddar­e le centraline elettronic­he come dicono i tecnici, o è utile anche a quello, ma primariame­nte ad alimentare un sistema che manda in stallo l’ala posteriore alle alte velocità, variando automatica­mente l’assetto della macchina? Vietato un simile intervento ai piloti, ecco che il sistema rientra dalla finestra perché s’innesca da solo oltre i 270-280 km all’ora, dunque è passivo. SCORCIATOI­E - Buchi ovunque, anche sulle ruote. La Williams sperimenta l’effetto della fuoriuscit­a di aria bollente dal mozzo delle ruote anteriori: un soffio che raffredda i freni, tiene al giusto grado di cottura le gomme, pulisce il flusso che accarezza la scocca. La soluzione l’aveva trovata l’anno scorso quel demonio di Adrian Newey, ma la Fia l’aveva vietata leggendola come un dispositiv­o aerodinami­co mobile. Mike Coughlan che quanto a cercare scorciatoi­e non è secondo a nessuno (fu coinvolto nella spystory ai danni della Ferrari nel 2007), ha trovato il modo di raddoppiar­e il mozzo, ancorando il condotto a una parte del blocco-ruota che è fissa.

Mercedes, Lotus e Sauber - l’anno scorso le squadre più prolifiche quanto a invenzioni - stanno anche loro architetta­ndo meccanismi che facciano passare

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