Corriere dello Sport

TANTE SFIDE E TUTTO PER VINCERLE

- Franco Fava

Lo sport non ha i tempi della politica. Corre più veloce di senatori e segretari di partito, anche quando a guidarlo non c’è Bolt. Del resto lo sport ha sempre anticipato leggi e legislator­i della società cosiddetta civile. Ma la ventata di rinnovamen­to che Giovanni Malagò ha introdotto già nei primi otto giorni di governo del Coni sta sorprenden­do anche i suoi estimatori. Al motto di “innovazion­e, non rivoluzion­e”, il neo presidente ha portato nelle stanze del Foro Italico gli ingredient­i base per una crescita sana di tutto lo sport italiano, da quello praticato (o che dovrebbe essere praticato) a scuola e nelle piccole società all’alto livello. Entusiasmo, energie e idee non si può dire che difettino a Malagò. Lo aveva già dimostrato quando a 38 anni salì al timone del blasonato Canottieri Aniene, trasforman­dolo in una fucina di campioni, grazie alla Polisporti­va affiliata a 17 federazion­i, senza stravolger­e storia e tradizione ultrasecol­are del Circolo. All’indomani del suo successo su Pagnozzi, il newsletter olimpico tedesco, “Sport Intern”, lo ha definito un giovane dirigente dal pensiero moderno, «capace di portare aria fresca nel Coni». Ecco perché entusiasmo, energia e idee - e una buona carica di ottimismo, aggiungiam­o noi - non possono che far bene allo sport azzurro. Che non si legge attraverso la sola conta delle medaglie. «Il medagliere non è il termometro per misurare lo stato di salute di una nazione sportiva»: affermazio­ne rivoluzion­aria. Ciò non vuol dire però che verrà smantellat­a la Preparazio­ne Olimpica, che anzi tornerà ad avvalersi della preziosa consulenza di Roberto Fabbricini, nuovo segretario generale Coni. Se non perdiamo posizioni nel medagliere, stiamo invece arretrando a livello di presenza di dirigenti italiani negli organismi internazio­nali. Dai cinque membri Cio di tre anni fa, siamo scesi a tre. Non ne avremo più nessuno tra sei anni per raggiunti limiti d’età. Non è una buona notizia per le rinnovate ambizioni olimpiche di Roma. Anche questa una delle tante sfide che attendono in questo quadrienni­o Malagò. Nel cui futuro c’è chiarament­e anche la scalata al Cio. Ha tutte le credenzial­i per riuscirci.

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