TANTE SFIDE E TUTTO PER VINCERLE
Lo sport non ha i tempi della politica. Corre più veloce di senatori e segretari di partito, anche quando a guidarlo non c’è Bolt. Del resto lo sport ha sempre anticipato leggi e legislatori della società cosiddetta civile. Ma la ventata di rinnovamento che Giovanni Malagò ha introdotto già nei primi otto giorni di governo del Coni sta sorprendendo anche i suoi estimatori. Al motto di “innovazione, non rivoluzione”, il neo presidente ha portato nelle stanze del Foro Italico gli ingredienti base per una crescita sana di tutto lo sport italiano, da quello praticato (o che dovrebbe essere praticato) a scuola e nelle piccole società all’alto livello. Entusiasmo, energie e idee non si può dire che difettino a Malagò. Lo aveva già dimostrato quando a 38 anni salì al timone del blasonato Canottieri Aniene, trasformandolo in una fucina di campioni, grazie alla Polisportiva affiliata a 17 federazioni, senza stravolgere storia e tradizione ultrasecolare del Circolo. All’indomani del suo successo su Pagnozzi, il newsletter olimpico tedesco, “Sport Intern”, lo ha definito un giovane dirigente dal pensiero moderno, «capace di portare aria fresca nel Coni». Ecco perché entusiasmo, energia e idee - e una buona carica di ottimismo, aggiungiamo noi - non possono che far bene allo sport azzurro. Che non si legge attraverso la sola conta delle medaglie. «Il medagliere non è il termometro per misurare lo stato di salute di una nazione sportiva»: affermazione rivoluzionaria. Ciò non vuol dire però che verrà smantellata la Preparazione Olimpica, che anzi tornerà ad avvalersi della preziosa consulenza di Roberto Fabbricini, nuovo segretario generale Coni. Se non perdiamo posizioni nel medagliere, stiamo invece arretrando a livello di presenza di dirigenti italiani negli organismi internazionali. Dai cinque membri Cio di tre anni fa, siamo scesi a tre. Non ne avremo più nessuno tra sei anni per raggiunti limiti d’età. Non è una buona notizia per le rinnovate ambizioni olimpiche di Roma. Anche questa una delle tante sfide che attendono in questo quadriennio Malagò. Nel cui futuro c’è chiaramente anche la scalata al Cio. Ha tutte le credenziali per riuscirci.