CANNAVARO
a storia contemporanea sono loro e Napoli-Juventus non può essere ridotta (persino in tempi normalissimi) a una sfida qualsiasi: la madre di tutte le partite sta per svelarsi in tutta la sua bellezza, nell'espressione persino languida che racchiude in un'ora e mezza in cui ci sono in palio uno scudetto o un suo pezzettino, la qualificazione Champions e il destino d'una stagione intera, da incartare e mandar via o da tener viva sino a prove contrarie. La notte della verità si staglia all'orizzonte e in quest'anno eletrizzante cominciato a Pechino il braccio di ferro (a distanza) s'è consumato sistematicamente in quella dimensione fascia di bianconeroazzurro, testimonianza d'una superiorità sul campo di due squadre nate per stupire e capaci di riuscirci perfettamente. Si gioca ed in questo (ennesimo) esame di maturità che va ad affrontare, il Napoli coglie l'aut aut del dentro o fuori, la solennità di un avvenimento che può regalare l'opportunità di restare aggrappato ad un sogno e al velo d'una Vecchia Signora da osservare con ammirazione, con riguardo. E' Napoli-Juventus e basterebbe dare un'occhiata alla classifica per sintetizzare la portata dell'evento oppure soffermarsi sui sessantamila che sembrano già incamminarsi verso il san Paolo, simbolicamente alle spalle di Paolo Cannavaro, emblematicamente raffigurati in un sospiro: ohh capitano...