Piove sui test, la F1 si ribella
I piloti furiosi: «Inutile girare in queste condizioni». Massa simula un Gp
BARCELLONA - Il terzo pilota non ha niente da fare. Come diceva la canzone? Passa il sale, chiacchiera, siede e guarda giù. Davide Valsecchi, riserva della Lotus - di sicuro meglio che niente -, non sta lì a guardare giù ma sostanzialmente più che studiare, prepararsi per eventuali necessità della squadra, consigliare e partecipare alle riunioni tecniche non può. Sul bagnato, piove. «Speravo di guidare un po' in questa sessione di test. Ma col tempo che fa neppure un pazzo toglierebbe mezza giornata di volante a un titolare». Inutile ricordargli che la Ferrari a Jerez lo ha fatto con Massa e De la Rosa. Valsecchi è troppo intelligente e ha troppa ironia in petto per rispondere.
E' vero. Con i giorni di prove contati e la grande crisi climatica che conficca l'inverno dove una volta c'era la primavera la marcia verso il Mondiale non è più una marcia. Si procede un po' alla cieca e un po' a nuoto. Siamo arrivati all'ultima delle tre sessioni di test disponibili. La prima giornata è andata via in mezzo ad acquazzoni e a un breve spunto di sole verso la fine, peraltro quanto è bastato a Webber per portare la Red Bull a pochi decimi da un risultato sostanzioso. Per oggi le previsioni non promettevano di meglio. Domani e domenica invece gran finale con sole e magari un po' di caldo.
VIAGGI - Paul Hembery, direttore tecnico della Pirelli, è sconfortato: «Per noi girare in queste condizioni ha poco senso. Non si riesce a raccogliere un dato significativo». Mario Isola, manager del settore competizioni del gommista italiano, altrettanto: «Saremmo prontissimi a portare pneumatici in Bahrein o ad Abu Dhabi o dovunque si possano trovare condizioni paragonabili a quelle che troveremo in campionato. Qui si gira con una temperatura di otto gradi. Pare che alle squadre vada bene lo stesso perché possono ugualmente sperimentare le varie componenti, i cambi, l'elettronica.
Valsecchi, riserva della Lotus: «Come può un campione del mondo provare solo sei giorni?» I gommisti: «Test in Medio Oriente, noi siamo pronti» Ma il veto dei team non si sblocca
Però non riesco a credere che uno sport in cui si spendono centinaia di milioni non possa affrontare un viaggio in Medio Oriente. Da dove peraltro le monoposto potrebbero essere spedite direttamente in Australia».
I capi dei team ribattono che in compenso a Barcellona è più facile far arrivare pezzi nuovi e infatti la maggior parte degli sviluppi importanti saranno al Montmelò negli ultimi due giorni di test. Al che Valsecchi replica: «Il campione del mondo arriverà alla prima gara con sei giorni di allenamento. Vi pare normale?». In effetti non lo è e la Ferrari lo sostiene da tempo. Senza che le si dia granché retta, peraltro. Si sono arenati anche i colloqui intorno alla possibilità di una sessione supplementare di test per provare i motori turbo e la propulsione ibrida che spingeranno le macchine dal 2014.
«E' chiaro che dodici giornate sono poche. Ma sono quelle che abbiamo e con queste facciamo». Lo dice Massa e in pratica chiude qui il discorso. Quando si provava liberamente le squadre spendevano anche il 30% del proprio budget annuale per i test, voce che oggi a malapena figura in bilancio. Mancando poi una firma generale e ufficiale sul Patto della Concordia, scaduto nel 2012, non si capisce bene come si dovrebbe decidere un'eventuale riforma.
PRIMAVERA - Forse a spostare qualcosa sarà la faticosa trattativa per il rinnovo del contratto tra la Formula 1 e la Pirelli. I tre anni di partenza sono scaduti e un nuovo accordo non è stato ancora trovato. Qualche test in più (o almeno il dirottamente delle prove in luoghi caldi dove i gommisti possano fare ricerca) calerà sul tavolo. Nel frattempo le squadre, come spiega Massa, si arrangiano e non si fermano. Per dire: ieri il brasiliano della Ferrari ha intrecciato 112 giri, Hamilton uno di più, Perez cento netti. Di cose da fare ne hanno. Controllano le procedure, mettono alla frusta l'affidabilità delle macchine. Il sole sorgerà ancora, la primavera alzerà la testa e la lista dei tempi probabilmente acquisterà un senso. Tuttavia non è ancora accaduto. Il Mondiale si avvicina e tutte le promesse sinora sono scritte sull'acqua, segni sull'asfalto bagnato che quelli come Valsecchi sono costretti soltanto a guardare, invidiando chi ci gioca.